Lotito-Mezzaroma, questione di famiglia
23.03.2010 14.50 di Francesco Ponticiello : articolo letto 518 volte
Fonte: Repubblica.it
© foto di Federico de Luca
Gianni Mezzaroma, "il socero", e Claudio Lotito sono legati invece da una questione proprietaria che in famiglia ha aperto una guerra degna dei Roses: i terreni sulla Tiberina. I mitici terreni sulla Tiberina, chilometro 6,8 della provinciale che sale a nord. E' dal 2004, quando prese la Lazio, che Lotito vuole costruire lo stadio Delle Aquile su quella piana alluvionale. Non ci riuscirà perché l'area è vincolata da otto ministeri, è a rischio esondazione e la cittadella progettata intorno, grande come Amalfi, ha messo paura anche al primo sponsor Gianni Alemanno. Cocciuto, Lotito continua a confidare in quelle terre per mantenere i costi catastali dell'impresa a pavimento, ma non sarà facile uscire dalla partita familiare indenni. I Mezzaroma, a partire dai fratelli e ancor più nelle generazioni successive, hanno preso a litigare sulle eredità da spartire e non hanno più smesso. Massimo, sempre lui, il presidente del Siena, dei terreni da cedere per lo stadio della Lazio ha detto: "Troppe situazioni da risolvere, dobbiamo metterci a un tavolo prima di avviare qualsiasi vendita".
Un altro incrocio pericoloso "Lotito-Mezzaroma" si è realizzato quando l'architetto Roberto, il terzo fratello, il terzo patriarca, offrì la sua testa (di ponte) per aiutare il presidente della Lazio a difendere l'assetto azionario del club da eventuali scalate. Il patto parasociale. Roberto Mezzaroma acquistò il 14,6 per cento della Lazio dalla Banca di Roma offrendo in pegno il residence Bravetta. Pietro Mezzaroma, il papà del presidente del Siena, proprietario di un terzo del residence, si oppose all'operazione. Senza risultati. Sul patto occulto la Consob ha aperto una contestazione sfociata in una condanna penale, in primo grado, sia di Claudio Lotito che di Roberto Mezzaroma. E' stato considerato aggiotaggio manipolativo e informativo.
Nessun commento:
Posta un commento