Siamo rimasti
sconcertati nell’apprendere che l’amministrazione
capitolina sta partecipando alla conferenza dei servizi
della Regione Lazio per l’approvazione – in località Tor
di Valle, al posto del vecchio ippodromo – di una
mastodontica speculazione edilizia che in campagna
elettorale il M5S aveva decisamente contrastato. Il
progetto va sotto il nome di Stadio della Roma e
comprende una pluralità di volumi edilizi per un totale
di circa un milione di metri cubi di cui solo un quinto
riguarda lo stadio e altre funzioni connesse alle
attività sportive. Il resto sono tre grattacieli alti
più di 200 metri e altri edifici destinati ad attività
direzionali, ricettive e commerciali privi di rapporto
funzionale con lo stadio ma destinati a compensare il
costo delle opere infrastrutturali necessarie alla
fruibilità dell’impianto sportivo. Il tutto su un’area
in un’ansa del Tevere che il piano regolatore destina a
verde sportivo attrezzato. Con il pretesto dello stadio
si aggiunge insomma alla capitale un nuovo centro
direzionale, non lontano dall’Eur, per iniziativa di un
privato costruttore. Tra l’altro, senza che nessuno
abbia spiegato che fine fanno lo stadio Olimpico e il
vecchio stadio Flaminio ormai abbandonato. Per non dire
della difficoltà a negare lo stesso trattamento a un
eventuale richiesta di altri costruttori apparentati
alla squadra della Lazio o ad altre società sportive.
Il proponente è
il presidente della Roma James Pallotta che, tre mesi
dopo l’approvazione della legge di stabilità, ha
presentato il progetto dello stadio. L’intervento
dovrebbe essere realizzato dalla società Eurnova di
proprietà dell’imprenditore Luca Parnasi proprietario
anche dell’ex ippodromo. Il 22 dicembre 2014 l’assemblea
capitolina, con il voto favorevole della maggioranza che
sosteneva il sindaco Marino, deliberò l’interesse
pubblico dell’intervento fra le proteste del M5S, del
comitato Salviamo Tor di Valle dal cemento e di altri.
Nel giugno scorso Pallotta ha consegnato a Comune e
Regione il progetto definitivo, ma la sindaca Virginia
Raggi, invece di revocare come ci si aspettava la
deliberazione di pubblico interesse, ha concordato con
la Regione l’avvio della conferenza dei servizi,
vincolandosi a un esito pressoché scontato di
approvazione. Nello sconcerto di coloro, come chi
sottoscrive quest’appello, che o speravano nel radicale
cambiamento promesso da Raggi o che, pur non avendo
votato M5S, auspicavano che insieme alle Olimpiadi
venisse accantonato, subito e per sempre, anche il nuovo
stadio.
firmatari al
19 ottobre 2016: Edoardo Salzano, Paolo Baldeschi,
Piero Bevilacqua, Sergio Brenna, Pierluigi Cervellati,
Vezio De Lucia, Maria Pia Guermandi, Anna
Marson, Carlo Melograni, Giancarlo Storto. Maria Pia
Robbe, Salvatore Settis, Tomaso Montanari, Flavio
Cogo, Piero Rovigatti, Claudio Canestrari.
Indipendentemente dalla vostra valutazione sull'intervento è emerso recentemente un fatto SCONCERTANTE, ossia che area di accesso e parcheggi sono situati in area di POSSIBILE ESONDAZIONE DEL TEVERE !!!
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