Un simultaneo scambio di Pec tra la Regione Lazio e le associazioni: la direzione urbanistica regionale annuncia l’inziio di una nuova conferenza dei servizi sul nuovo progetto dello Stadio della Roma, le associazioni chiedono spiegazioni sulle controverse scelte procedurali adottate.
Nello stesso momento in cui Carteinregola e altre associazioni notificavano tramite Pec una lettera alla Regione Lazio, in cui chiedevano trasparenza non solo sugli atti e sulle iniziative relative al nuovo Stadio della Roma, ma anche sui presupposti giuridici a cui questi facevano riferimento per l’iter del procedimento, ci è arrivata una Pec da parte della Regione Lazio, con la comunicazione dell’inizio di una nuova Conferenza dei servizi decisoria- prima riunione il 29 settembre – sul nuovo progetto, che si chiama ufficialmente “progetto definitivo adeguato“.
Pensavamo che, a questo punto, la nostra lettera fosse superata, e che avremmo finalmente trovato, tra i documenti della convocazione, la risposta ai tanti dubbi che avevamo appena sottoposto, ancora una volta, ai responsabili del procedimento, chiedendo che fossero “portati a conoscenza della cittadinanza – con pubblicazione sul sito dedicato – i presupposti giuridici e amministrativi su cui si fonda l’azione dell’Amministrazione nell’attuale fase dell’iter del procedimento“.
I punti su cui chiedevamo e chiediamo spiegazioni, perchè ci appaiono assai poco chiari, sono essenzialmente tre (sotto il testo integrale della lettera):
1) La mancata chiusura del procedimento della conferenza dei servizi decisoria per l’esame del progetto scaturito dalla Delibera di Roma Capitale 132/2014 (Marino/Caudo)e l’inserimento di una nuova conferenza per l’esame di un progetto ben diverso scaturito dalla Delibera 32/2017 (Raggi/Montuori): chiediamo – di esplicitare su quali basi si sia deciso di lasciare aperto il procedimento avviato sul “vecchio” progetto “- la cui conferenza dei servizi decisoria si è conclusa con esito negativo – e di accordare una nuova conferenza di servizi al “Progetto definitivo adeguato” , che è un progetto profondamente modificato, non già – o non solo – per ottemperare alle prescrizioni dei pareri rilasciati dai Responsabili Unici sul progetto precedente, ma soprattutto per uniformarlo “agli atti amministrativi di Roma Capitale di recente emanazione” , cioè alla scelta dell’attuale Amministrazione di tagliare cubature edilizie e, di conseguenza, molte infrastrutture pubbliche, cambiandone completamente l’impostazione.
2) La mancata sottoposizione, da parte di Roma Capitale, del nuovo progetto “adeguato”alla Conferenza dei servizi preliminare. Sia i citati commi sugli stadi della legge 147/2013, sia i nuovi commi riformulati dal D.L. 50/2017, prevedono una conferenza preliminare sullo studio di fattibilità, e anche la relativa dimostrazione dell’equilibrio economico/finanziario dell’intervento.
3) L’annunciata (da parte di Roma Capitale) e richiesta (da parte del proponente privato) applicazione dell’art.62 della L.50/2017, che prevede che l’approvazione del verbale della Conferenza dei Servizi decisoria “costituisce, ove necessario, adozione di variante allo strumento urbanistico comunale ed è trasmesso al Sindaco, che lo sottopone all’approvazione del consiglio comunale nella prima seduta utile”. Chiediamo come sarà garantito il rispetto della fase pubblicistica prevista dalla legge, che dovrebbe svolgersi all’interno della nuova conferenza, soprattutto per quanto riguarda quando e come sarà possibile raccogliere le osservazioni alla Variante urbanistica dei cittadini e tutti gli altri passaggi di legge.
Ma l'”atto di indizione” della Conferenza dei servizi decisoria purtroppo non fornisce alcuna spiegazionein proposito, limitandosi a squadernare, come purtroppo gli atti delle amministrazioni pubbliche ci hanno abituato, un lungo e dettagliato elenco di date e numeri di protocollo, con l’indicazione di quello che è stato notificato, richiesto, fornito, depositato, deliberato dai vari soggetti e uffici, limitandosi a citare alcune leggi che, in realtà, offrono assai pochi elementi utili per una valutazione dei passaggi amministrativi un minimo circostanziata.
Ma il bello è che, a giudicare dagli stessi atti della Regione – la nota ai responsabili unici il 22 giugno scorso riportata anche nell’atto di indizione di oggi – si direbbe che anche per gli uffici regionali il percorso procedurale individuato non sia scevro da dubbi e interpretazioni. Basta leggere la richiesta, rivolta agli stessi responsabili unici, di valutare se “la diversa formulazione proposta [del progetto Raggi/Montuori] consenta la prosecuzione nell’ambito del medesimo procedimento ex L.147/2013″ o la considerazione sul fatto che “sembrerebbe emergere che il progetto alla base della dichiarazione del pubblico interesse [sempre quello Raggi/Montuori] sia difforme da quello attualmente all’esame degli uffici regionali [Marino/Caudo]. O, ancora, la precisazione che ” la pubblicazione ai fini della raccolta delle osservazioni” sia un “momento tipico ed ineludibile di qualunque procedura urbanistica” e il presupposto del “completamento del procedimento di variante Urbanistica” .
Chiediamo quindi, ancora una volta, che su un tema oggetto di un così ampio dibattito pubblico, e su un intervento così impattante per la Città di Roma come lo Stadio Tor di Valle e i suoi ancora notevoli annessi direzionali e commerciali, sia reso chiaro e pubblico ogni passaggio.
Nella home page del sito regionale “trasparenza dello Stadio”, appena inaugurato, sotto una sintesi dello “stato dell’arte” campeggiava la scritta “Come Regione garantiremo la trasparenza e la correttezza nelle procedure decisionali“. A un anno di distanza, c’è la sintesi aggiornata, ma la frase è sparita.
Ci auguriamo che venga di nuovo messa in bella evidenza, insieme a una catalogazione dei materiali che sia accessibile e comprensibile a tutti – anche una complessità senza strumenti di orientamento genera opacità – e soprattutto insieme a tutte le risposte ai cittadini.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail .com
La lettera*Oggetto: Trasparenza del procedimento autorizzativo del Progetto dello Stadio a Tor di Valle presso la Regione Lazio
Roma, 15 settembre 2017
Le scriventi associazioni Carteinregola, Cittadinanzattiva Lazio, CILD Centro di Iniziativa per la Legalità Democratica, OPA Osservatorio Pubblica Amministrazione, VAS Verdi Ambiente Società Roma, chiedono che, al fine di garantire la totale trasparenza dell’azione amministrativa relativa alla valutazione del progetto del Nuovo Stadio della Roma, siano portati a conoscenza della cittadinanza – con pubblicazione sul sito dedicato – i presupposti giuridici e amministrativi su cui si fonda l’azione dell’Amministrazione nell’attuale fase dell’iter del procedimento, in particolare su alcuni aspetti che appaiono assai poco chiari:
- La mancata chiusura del procedimento della conferenza dei servizi decisoria per l’esame del progetto scaturito dalla Delibera di Roma Capitale 132/2014. La seduta conclusiva della conferenza dei servizi indetta il 12.09.2016 si è tenuta il 3 marzo 2017 e il 5 marzo l’Amministrazione regionale ne ha determinato la chiusura con esito negativo, lasciando tuttavia aperto il relativo procedimento e concedendo al proponente il termine del 15 giugno per la formulazione di osservazioni. Risulta dalle ripetute dichiarazioni dell’Assessore Civita riportate da fonti di stampa – che l’Autorità procedente si appresterebbe ad aprire una nuova conferenza dei servizi all’interno dello stesso procedimento, coerentemente alla richiesta della soc. Eurnova che, nelle sue osservazioni in data 15 giugno, oltre ad affermare che “è assodato … che l’attuale fase procedimentale è ricompresa nel medesimo procedimento ex Legge 147/2013 …. avviato con la Delibera 132/2014”, chiede che “la nuova soluzione progettuale (denominata “Progetto definitivo adeguato”) sia esaminata e positivamente valutata da tutte le Amministrazioni interessate in una nuova seduta della conferenza dei servizi”.
Si chiede pertanto di esplicitare se e come l’Autorità procedente valuterà ammissibile il progetto adeguato scaturito dalle nuove determinazioni di Roma Capitale in un procedimento che, a nostro avviso, risulta del tutto estraneo al procedimento di valutazione in atto.
Si richiede inoltre in base a quali normative siano stati concessi al proponente settanta giorni per presentare osservazioni in merito al diniego espresso dalla conferenza dei servizi, invitandolo a consegnarle entro e non oltre il 15/06/2017 (termine ultimo previsto per la conclusione del procedimento avviato dal MiBACT – Soprintendenza ABAP di Roma – concernente la dichiarazione di interesse culturale sull’Ippodromo di Tor di Valle) anziché i dieci giorni previsti (dall’art. 10-bis L. 241/1990), che sarebbero scaduti il 15/04/2017.
- La mancata sottoposizione, da parte di Roma Capitale, del nuovo progetto alla Conferenza dei servizi preliminare. Considerando le consistenti modificazioni introdotte, compresa la cancellazione o la riduzione di molte infrastrutture pubbliche previste, che costituivano le motivazioni del conferimento dell’interesse pubblico della proposta precedente, l’iter comunale della nuova delibera (D.A.C. 32/2017) risulta incompleto. Infatti rispetto a quanto previsto sia dai vecchi commi della legge 147/2013 sia dai nuovi come riformulati dal D.L. 50/2017, è mancato il nuovo studio di fattibilità e relativa dimostrazione dell’equilibrio economico/finanziario dell’intervento ed è mancata anche la formale sottoposizione del nuovo progetto a nuove Conferenze dei Servizi preliminari. E tale ambiguità, la cui soluzione non è più rinviabile, è la stessa Direzione Regionale Territorio Urbanistica Mobilità (prot. 275110 del 30.05.2017 a firma Direttore Manetti e S.G. Tardiola ) a evidenziarla, in una risposta alla nota Dip. PAU con prot. 92820 del 25 maggio. Nella nota, gli uffici di Roma Capitale richiedevano, in riferimento ai pareri espressi nella Conferenza dei servizi preliminare svoltasi in data 31 luglio 2014 [sic] sullo studio di fattibilità, l’aggiornamento dei suddetti pareri e/o specifiche valutazioni sulla proposta progettuale adeguata alla indicazioni della Giunta con la Delibera n. 48 e la Memoria dell’11.05). La risposta degli uffici regionali è netta : “gli atti cui si fa riferimento attengono allo studio di fattibilità, si ritiene alquanto impropria la richiesta di valutazioni /osservazioni sia in ordine alla effettiva riconducibilità delle stesse nell’iter del procedimento in corso, sia con riferimento alla c.d.s. preliminare la cui avvenuta conclusione è peraltro sancita con vostra ormai nota deliberazione 132/2014”.
- L’annunciata (da parte del rappresentante unico di Roma Capitale) e richiesta (da parte del proponente) applicazione dell’art.62 della L.50/2017. Il provvedimento, che interviene sui precedenti commi della legge 147/2013, prevede che l’approvazione del verbale della Conferenza dei Servizi decisoria “costituisce, ove necessario, adozione di variante allo strumento urbanistico comunale ed è trasmesso al Sindaco, che lo sottopone all’approvazione del consiglio comunale nella prima seduta utile”.
1) nel caso che si decida per la prosecuzione del procedimento in corso, come verrà assicurato il rispetto del principio amministrativo tempus regit actum
2) come verrà garantito il rispetto dell’espletamento della fase pubblicistica prevista dalle leggi vigenti (e non derogata dalla legge speciale), da svolgersi all’interno della nuova conferenza, per quanto riguarda quando e come sarà possibile raccogliere le osservazioni alla variante urbanistica dei cittadini e di tutti i soggetti interessati, a chi sarà affidata l’elaborazione delle relative controdeduzioni, e in quale fase e con quali tempistiche, visti i termini ristretti stabiliti dalle citate normative.
Su tutti i punti registriamo che la stessa Direzione Regionale Territorio Urbanistica e Mobilità procedente, stando alla nota inviata ai Responsabili Unici il 22 giugno scorso (prot. 0319478), sembrerebbe non aver individuato un percorso procedurale univoco e scevro da dubbi e interpretazioni.
Infatti, per quanto riguarda la chiusura del procedimento, insieme ai nuovi elaborati depositati da Eurnova il 15 giugno come “Progetto allegato alle Osservazioni del proponente”, la Direzione Regionale invia, nella nota citata, agli stessi Rappresentanti Unici e alle Amministrazioni intervenuti, la richiesta di valutare, oltre alla “rispondenza alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi”, se “la diversa formulazione proposta consenta la prosecuzione nell’ambito del medesimo procedimento ex L.147/2013”. E anche sul voler considerare il nuovo progetto un adeguamento del precedente, gli stessi Uffici regionali manifestano delle perplessità, visto che sempre nella nota si legge: “…dall’esame della DAC 32/2017 [Raggi/Montuori] sembrerebbe emergere che il progetto alla base della dichiarazione del pubblico interesse sia difforme da quello attualmente all’esame degli uffici regionali” citando in proposito un parere dell’ Avvocatura Capitolina del 2014, in cui si affermava che, “trattandosi di normativa speciale [quella dei commi sugli stadi nella legge 147/2013], prevale su norme organiche ed ordinarie di settore, e per ciò che non risulta espressamente disciplinato occorrerà svolgere un lavoro di “ricucitura” di cui sopra nel contemperamento degli interessi coinvolti“.
Infine, per quanto riguarda la variante urbanistica, la stessa Regione, nella nota sopracitata del 22 giugno, ribadisce la necessità di espletamento della fase pubblicistica, laddove ricorda, tra i motivi ostativi all’approvazione del progetto [Marino/Caudo], il “mancato completamento del procedimento di variante Urbanistica, con particolare riferimento alla fase pubblicistica: l’omesso completamento delle procedure urbanistiche …è infatti impeditiva della conclusione positiva del procedimento…; inoltre l’omessa pubblicazione ai fini della raccolta delle osservazioni, momento tipico ed ineludibile di qualunque procedura urbanistica, ha sottratto ai soggetti interessati ed agli enti ed associazioni portatrici di interessi diffusi la possibilità di esercitare i propri diritti nel procedimento; del resto solo il completamento della procedura urbanistica da parte di Roma Capitale, comprensiva delle fasi partecipative, avrebbe comportato, all’arrivo di osservazioni e/o opposizioni, la possibilità di esame e controdeduzione delle stesse in sede di Conferenza”.
In conclusione, chiediamo al Responsabile del Procedimento arch. Gianfrancesco e al Direttore Manetti, nella qualità di Presidente della conferenza dei servizi, di voler provvedere affinchè siano pubblicati sul sito http://www.regione.lazio.it/rl
Al Presidente della Regione Lazio e all’Assessore competente, nonché alla Giunta regionale, che sarà chiamata a chiudere il procedimento con una propria determinazione e, nel caso di conclusione positiva della conferenza dei servizi, ad approvare definitivamente il progetto dello Stadio di Tor di Valle, chiediamo, ancora una volta, che venga garantito ai cittadini un percorso amministrativo all’insegna della trasparenza.
Su un tema oggetto di un così ampio dibattito pubblico, e su un intervento così impattante per la Città di Roma, ci sembra indispensabile che sia reso chiaro e pubblico ogni passaggio, compreso il citato “lavoro di “ricucitura” “per ciò che non risulta espressamente disciplinato”, che secondo l’Avvocatura Capitolina sarebbe stato necessario “nel contemperamento degli interessi coinvolti”.
In fede
Carteinregola
Cittadinanzattiva Lazio
CILD Centro di Iniziativa per la Legalità Democratica
OPA Osservatorio Pubblica Amministrazione
OPA Osservatorio Pubblica Amministrazione
VAS Verdi Ambiente Società Roma,
Nessun commento:
Posta un commento