lunedì 16 marzo 2020

Ieri pomeriggio pellegrinaggio di papa Francesco alla icona miracolosa di Maria Salus Populi Romani a S. Maria Maggiore, ed al Crocefisso di S. Carlo al Corso, portato in processione durante la peste del 1522. Il papa ha in particolare pregato per la salvezza del popolo romano ed italiano, in questo momento drammatico per l'emergenza Coronavirus

Ieri pomeriggio pellegrinaggio di preghiera di papa Francesco  a Roma.
PRIMA alla icona miracolosa di Maria Salus Populi Romani a S. Maria Maggiore:



NOTIZIE QUI: https://it.wikipedia.org/wiki/Salus_populi_romani

L'icona è sempre stata oggettonei secoli di una particolare devozione da parte del popolo romano e del papi.
Nel 593 papa Gregorio I portò in processione l'icona mariana per far cessare la peste che in quel tempo imperversava su Roma.
Nel 1571 papa Pio V pregò l'icona per implorare la vittoria nella battaglia di Lepanto.
Nel 1837 Papa Gregorio XVI l'ha pregata per chiedere la fine di una epidemia di colera.
Altri esempi più recenti sono quelli di Paolo VI, Giovanni Paolo II, che l'ha indicata come protettrice delle GIORNATE MONDIALI DELLA GIOVENTU', Benedetto XVI, che ha venerato la Salus populi romani in diverse occasioni, nonché di Papa Francesco che ha effettuato la prima visita da pontefice in tale basilica per pregare innanzi a tale icona.

 POI  al Crocefisso di S. Carlo al Corso, portato in processione  durante la grande peste del 1522. 


NOTIZIE QUI:https://www.radiospada.org/2019/04/il-crocifisso-che-salvo-roma-dalla-peste/

Ma è nel 1522 che il popolo romano, flagellato dalla Grande Peste, ebbe modo di sperimentare quanto fosse miracoloso quel Crocifisso. Per sedici giorni, dal 4 al 20 agosto, l’Effigie percorse le strade di Roma per giungere finalmente alla Basilica di san Pietro. All’avanzare del Crocifisso, scemava la pestilenza. Quasi che il Crocifisso che compiva il prodigio per mezzo della sua rappresentazione lignea volesse fugare i timori delle autorità cittadine le quali avevano tentato di impedire la processione proprio per paura che il morbo si potesse maggiormente diffondere a causa degli assembramenti dei fedeli.
Così ogni anno, il Giovedì Santo, per quelle stesse vie del 1522, il venerato Simulacro veniva solennemente portato in processione in memoria ed in ringraziamento della liberazione dalla peste e per propiziare l’allontanamento di ogni male. Un appuntamento annuale di fondamentale importanza nella liturgia quaresimale romana, che assumeva un particolare fasto e una ancor più profonda devozione durante gli anni giubilari.

LA PROCESSIONE DEL 1931:

Il papa ha pregato, a tratti quasi travolto dalla commozione, in particolare per la salvezza del popolo romano ed italiano, in questo momento drammatico per l'emergenza Coronavirus !

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