Il timore è che un privato stia commettendo un abuso all'interno di un parco pubblico.
"Quando siamo arrivati abbiamo subito cercato il cartello dei lavori per capire di cosa si trattasse" spiega Corbucci "e subito ci siamo resi conto che sul cartello erano assenti dati essenziali".
"A questo punto abbiamo chiamato i vigili urbani affinchè una pattuglia potesse verificare il cantiere" ci racconta Corbucci. Ma i vigili rispondono che non manderanno nessuno. "Per telefono un funzionario ha anche schernito la nostra preoccupazione sul fatto che nel cantiere gli operai lavorassero senza le necessarie condizioni di sicurezza e senza caschi protettivi". Dalle fotografie infatti si vede chiaramente come i quattro operai siano a lavoro sul tetto della costruzione senza indossare caschetto protettivo e senza alcuna protezione. "A questo punto abbiamo interessato i carabinieri per certificare lo stato dei luoghi e abbiamo presentato un esposto" continua Corbucci. I lavori sembrerebbero promossi dalla società Zètema, una società partecipata al cento per cento dal Comune di Roma e che ha una mission votata ad ottenere una fruizione ottimale del patrimonio storico artistico della città ed un core business che consiste nella gestione di attività e servizi culturali e turistici, oltre che nella organizzazione di eventi.
Quindi in sostanza è il Comune a costruire tramite Zetèma all'interno di uno spazio comunale. Non si capisce, tuttavia, come mai quando un cittadino deve mettere una casetta degli attrezzi removibile nel proprio giardino debba chiedere un permesso di costruzione, in assenza del quale può andare incontro al sequestro del bene e ad una denuncia penale, mentre il Comune di Roma possa costruire prefabbricati con gettate di cemento, in barba persino alle indicazioni del proprio assessorato all'ambiente che per l'ultimo bando sui chioschi all'interno dei parchi, prescriveva addirittura il tipo di chiosco, rimovibile, da dover utilizzare.
"E' inaccettabile, inoltre, che imprese che lavorino per il Comune di Roma e su mandato di società partecipate dal Comune di Roma, non rispettino minimamente le regole di sicurezza. Bisogna dare per primi l'esempio" la chiosa di Nanni e Corbucci. Chissà cosa ne deve pensare il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli, un tempo presidente della commissione speciale Sicurezza.
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