venerdì 28 novembre 2008

LA VERA STRADA PER USCIRE DALL'EMERGENZA RIFIUTI A ROMA E' LA RACCOLTA DIFFERENZIATA-A PROPOSITO DELLA TRASMISSIONE "REPORT" SU L'ORO DI ROMA

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO.
"L'Associazione Rete Nuovo Municipio IV, che ha aderito alla Campagna "Non bruciamoci il futuro" riceve ed inoltra a tutti, l'e-mail ricevuta dal portavoce della campagna stessa, nella profonda convinzione che sia necessario sviluppare immediatamente un'ampio dibattito tra i cittadini ed i comitati e le associazioni impegnate sui problemi dei nostri quartieri intorno alla questione rifiuti a Roma e nel Lazio e alle possibili e reali alternative alla disastrosa gestione che ne hanno fatto sinora la Regine Lazio ed il Comune di Roma. Per l'Associazione Rete Nuovo Municipio IV " .
Sent: Tuesday, November 25, 2008 11:01 AMSubject: I: I: Ultimi sviluppi su Malagrotta
" Dopo la puntata di Report su Malagrotta è opportuno precisare che una rappresentazione da un lato efficace di una lobby politico-affaristica in atto da molto tempo non esime dal rilevare il taglio ambiguo che l'inchiesta ha condotto sul piano del preteso confronto con un modello "avanzato" di Berlino che non aiuta certamente la popolazione a prendere atto dei termini della questione rifiuti in Italia. Non è certamente con una migliore gestione pubblica degli inceneritori che si risolve il problema di una tecnologia che rappresenta oggi la peggiore soluzione in termini economici-industriali-ambientali-sanitari alla più ampia problematica di una gestione scellerata di risorse e materie prime limitate da parte del mondo cosiddetto "industrializzato". Report ha perso infatti l'occasione di ampliare l'informazione sulla reale alternativa industriale al problema rifiuti soffermandosi solo sulla prima fase, la raccolta differenziata, in cui è apparso chiaro che esiste una contraddizione evidente a Berlino tra una pratica di differenziazione diffusa da ben venticinque anni ed un risultato attuale operativo di un deludente 41%. Non solo questa rappresentazione ingenera una opinione sbagliata sui risultati ottenibili con una differenziata porta a porta razionale, ma non mostra il vero motivo di questo misero risultato: la scelta di incenerire e quindi distruggere è antagonista alla differenziazione ed al recupero di materie prime, relegando questa ultima ad un ruolo di "immagine" ma limitandone per ovvi motivi l'estensione. A tale proposito infatti un ragionamento sui numeri contenuti nel Piano regionale rifiuti di Marrazzo mostra una conferma a questo concetto come di seguito":


Campagna Pubblica “Non bruciamoci il futuro” La verità nascosta nei numeri…: prospettive e scenari nella gestione dei rifiuti nel Lazio, in particolare a Roma e Provincia.
"Rispetto alle proposte contenute nelle “Linee guida per un Piano alternativo dei rifiuti del Lazio” occorre oggi sintetizzare anche la nostra iniziativa sul piano di un bilancio di materia che permetta il rapido raffronto tra lo scenario governativo ed il nostro. Si ricorda pertanto che attualmente la città di Roma ed i Comuni di Fiumicino e Ciampino e lo Stato del Vaticano producono una quantità giornaliera di circa 4.500 tonnellate/giorno di rifiuti, tra quelli indifferenziati e la quota attuale di circa un 15% di differenziati, e che tale cifra rappresenta circa il 55% del totale dei rifiuti prodotti in tutto il Lazio. Quindi annualmente stiamo parlando di circa 1.500.000 tonnellate di rifiuti (RSU) che, depurati del 15% circa di differenziato, produce una quantità di rifiuti da trattare pari a 1.275.000 t/anno: riportando al totale rifiuti Lazio sviluppa una quantità pari a 2.700.000 t/anno, quantità però soggetta a rapida decrescita a causa dell’attuale crisi economica e dei relativi consumi in picchiata.
Posto che la quantità media di C.D.R. (plastiche, carta e cartone) che si può ricavare dal trattamento di separazione è pari a circa un terzo dell’indifferenziato trattato stiamo parlando per Roma e contermini di una possibilità produttiva di CDR pari a circa 450.000 t/anno che verrebbe lavorato con gli impianti di selezione attualmente in funzione a Malagrotta, Rocca Cengia e Salaria, previsti invece per una capacità operativa a regime di ben 960.000 t/anno di CDR (il doppio del necessario).
Mentre per il restante territorio del Lazio il quantitativo di CDR producibile, che ammonta a circa 350-400.000 t/anno, sarebbe prodotto attraverso l’impianto di Albano-Roncigliano (RM) con una capacità pari a 180.000 t/anno, quelli di Colleferro e Bracciano che prevedono ciascuno una capacità di 100.000 t/anno e quelli di Latina e Guidonia con altrettanti 140.000 t/anno di capacità prevista, e quindi con una capacità operativa totale a regime di ben 655.000 t/anno (il doppio del necessario), non calcolando gli impianti di Colfelice (FR) e Casale Bussi (VT) che svolgerebbero solo funzioni di preselezione e compostaggio (?).(Fonte dati: Decreto Commissario rifiuti Lazio n. 24 del 24/6/2008 ).
Quindi a fronte di una produzione regionale possibile di C.D.R. da indifferenziato (in decrescita) pari a circa 900.000 T/Anno si sono previsti impianti di C.D.R. per una capacita’ complessiva pari a ben 1.615.000 tonnellate/anno !!!!
Dal momento che il gassificatore di Malagrotta è stato progettato per lavorare C.D.R. per circa 180.000 t/anno, i due impianti di Colleferro per un totale di circa 180.000t/anno, quello di S. Vittore (FR) è in fase di potenziamento per arrivare ad un totale di circa 190.000 t/anno e quello di Albano risulta progettato per circa 320.000 t/anno ne consegue un totale capacità di incenerimento pari a 870.000 T/ANNO di CDR.
Ora se la produzione attuale a regime di C.D.R. (non considerando la ormai certa decrescita dei rifiuti e con una R.D. al 15% ) è esattamente pari alla potenzialità di incenerimento, ne consegue che qualunque ulteriore aumento di raccolta differenziata di sicuro andrebbe a “danneggiare” i conti dei gestori e dei Comuni vincolati agli stessi.
Però se per i gestori il danno è solo ipotetico perche’ protetti dai contratti, per i Comuni , dovendo comunque pagare il conferimento di un quantitativo “contrattato”, i costi della differenziata sarebbero a questo punto costi aggiuntivi e non sostitutivi, di fatto rendedola quindi impraticabile sul piano finanziario e contabile !!!
Questo quadro numerico apparentemente incoerente dimostra che:
1. L’attuale scelta impiantistica di produzione di C.D.R. in relazione alla realizzazione dei nuovi megaimpianti di incenerimento di Malagrotta ed Albano, oltre quelli già esistenti, COPRE E RADDOPPIA il quantitativo di rifiuti trattabili nel Lazio. Visto che per caratteristiche tecnologiche e per motivi contrattuali, gli inceneritori NON possono essere spenti e riaccesi, NE’ lavorare a regime ridotto (pena la produzione di maggiori quantità di diossine e di minori entrate da energia elettrica immessa in rete ) questo meccanismo pone inquietanti interrogativi in merito a possibili accordi sottobanco con altre Regioni (prevedendo una sorta di lavorazione conto terzi, oggi illegittima…ma domani??);
2. Corrisponde alla precisa scelta di NON VOLER procedere ad un incremento della raccolta differenziata nel Lazio (che rimarrebbe attestato alla quota attuale con un lieve ritocco forse al 20%) ed ad un ciclo di recupero di materie prime dal momento che il “fabbisogno” di C.D.R. è soddisfatto solo se rimangono le condizioni attuali di una bassa e cattiva differenziazione effettuata con massiccia raccolta stradale ed episodico porta a porta (vedi imponente acquisto da parte di A.M.A. S.p.a di nuovi cassonetti e degli attuali grandi mezzi compattatori);
3. E’ quindi assolutamente destituita di fondamento la pubblica dichiarazione di voler raggiungere entro il 2012 la quota del 50% di raccolta differenziata nel Lazio (spendendo oltretutto cifre enormi in spot di chiaro esito elettorale).
CONSIDERAZIONE FINALE
I numeri dimostrano che che l’Incenerimento e la Raccolta Differenziata sono antagonisti ed incompatibili, per cui i cosiddetti “Piani Integrati Regionali” sono una truffa per i cittadini che credono nella soluzione antiemergenza condotta costruendo impianti destinati a durare decenni e che bruciano la speranza futura di una diversa scelta che oggi la legislazione in vigore sia comunitaria che nazionale invece prescrive ed impone: la Riduzione , il Recupero, il Riuso, il Riciclaggio delle materia prime raccolte, e solo in ultima ipotesi l’incenerimento.
E che conviene ai cittadini anche economicamente: riducendo la tassa di smaltimento, finanziando la raccolta con la rivendita dei materiali riciclati e destinando finalmente il CIP6 ed i certificati verdi alel vere energie rinnovabili e non più all’incenerimento.
Ribadiamo pertanto quanto contenuto nelle Linee guida del nostro Contropiano dei rifiuti del Lazio, in quanto oggi siamo in una fase in cui un altro ciclo dei rifiuti è possibile se riusciamo a fermare l’onda degli inceneritori attraverso:
-Estensione della raccolta differenziata porta a porta spinta;
-Compostaggio sia domestico che industriale che produca un compost di qualità agronomica; -Conversione degli impianti di C.D.R. in veri impianti T.M.B. (Trattamento meccanico biologico) in cui si opera la separazione a freddo di tutte le frazioni secche e di quella organica, Centri di Riciclo tipo Vedelago che consentono il riciclaggio quasi completo delle plastiche differenziate in materie prime seconde chiudendo un processo finalmente circolare".
Fiumicino 24 novembre 2008 - Il portavoce della Campagna Pubblica www.nonbruciamocilfuturo.org
Massimo Piras

UN DOCUMENTO MOLTO APPROFONDITO E DETTAGLIATO, CON DATI ELOQUENTI, SU CUI BISOGNA RIFLETTERE !!!