SIAMO LIETI DI PRESENTARE AI CITTADINI ANCHE QUI L'INTERVISTA AL NUOVO PRESIDENTE DEL MUNICIPIO III EX IV PAOLO MARCHIONNE DI LUCIANA MIOCCHI, GIA' PUBBLICATA DAL GIORNALISTA GIUSEPPE GRIFEO DI PARTANNA SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK; LI RINGRAZIAMO AMBEDUE:
Alcune
domande al neo presidente del III Municipio – ex IV – di Roma Capitale,
Paolo Emilio Marchionne, trentaduenne, consigliere municipale dalle
elezioni del 2006, nell’ultima consiliatura capogruppo Pd, eletto tale
dopo due predecessori decaduti per essere passati al gruppo misto.
Vita reale: Marchionne di cosa si occupa, oltre che di politica?
Ho
lavorato all’Istat, all’Anci, in una società che si occupava di
allestimenti e organizzazione di convegni per grandi società, per la
federazione del Partito. Come spesso capita a quelli della mia
generazione, sempre con contratti da precario, a partire dai primi
Co.co.pro.
Elezioni appena svolte: se l’aspettava una vittoria cosi netta del mondo della sinistra, sia in Municipio che al Comune?
Ci
speravo ma non era per nulla scontato. Penso che sia ampiamente
meritata anche per via del lavoro che c’è stato per arrivare alle
primarie sia sul presidente del Municipio sia per il Sindaco. Con tanti
dei ragazzi che oggi sono stati eletti sono cresciuto politicamente,
lavorando insieme fianco a fianco ormai nell’arco di più di dieci anni.
Quando ha cominciato a fare politica?
Nel 2001 mi sono iscritto ai democratici di sinistra.
Progetti per il Municipio:
- Nei primi cento giorni cosa vorrebbe realizzare?
Innanzitutto,
va subito rimesso in piedi il piano regolatore sociale, quindi una
ricostruzione larga di quelli che sono i bisogni di questo territorio e
di conseguenza, una nuova elaborazione dei servizi. Contemporaneamente
dobbiamo metterci subito al lavoro per l’inizio del nuovo anno
scolastico per far si che quando riapriranno, le nostre scuole siano
delle istituzioni vere. È complicato, non si può fare tutto in tre mesi
però bisogna iniziare.
- E i soldi chi ve li dà?
Dobbiamo
programmare, quello che non si è fatto in cinque anni, non inseguire le
emergenze, che pure ci sono. Questa è la sfida di un governo che sa che
davanti a se ha cinque anni, per questo dico che ripartiamo dalle
scuole, dal sociale, in primis . ovviamente non ci sono solo questi due
temi ma su questo vogliamo lavorare in maniera più immediata. Sapendo
che per alcune cose gli investimenti sono più grandi bisogna trovare i
soldi, chiedere le risorse, fare gli avvisi pubblici, avvisi di gara,
quindi è necessaria la programmazione, perché bisogna dare delle
certezze, non raccontare storie. Ci sono duecentomila euro per una
scuola, poi non ci sono più, poi ritornano. Mi pare poco dignitoso per i
cittadini, vogliamo essere un po’ più seri di chi ci ha preceduto.
- Come la pensa sul reperire fondi dai privati con le sponsorizzazioni?
Va bene, ci sono delle strutture che devono ricompensare la comunità locale per i lavori che fanno. L’unica cosa è che mi sembra che fino a qui i contributi dei privati siano andati per lo più su progetti mediatici
– per esempio sul comitato olimpico - che non su quelli che hanno una
ricaduta più immediata. Noi vorremmo che il privato sociale ci aiutasse a
fare delle cose che durino nel tempo.
- E qui in Municipio?
Bisogna fare delle gare, anche per i privati che danno sponsorizzazioni.
- Anche chi fornisce dei servizi gratis?
Il privato che vuole dare dei servizi, lo può fare ma bisogna vedere quali. Sul
sociale il volontariato non può sostituirsi all’assistenza, la può
aiutare, può integrare ma un servizio è un servizio, servono i soldi
pubblici. Sulla manutenzione del verde, alcune attrezzature
scolastiche, su alcune cose si può lavorare sapendo però che sono
interventi ragionati.
- Sulle somme che si possono assegnare senza bando?
Faremo
solo bandi pubblici, per rientrare nella legalità. La somma urgenza
deve essere somma urgenza. Non può essere una scusa per dare tutto in
trattativa privata. Se ci fossero dei locali a disposizione? Su questa
cosa qui abbiamo preso un impegno chiaro, ne facciamo una questione
programmatica. Non è che se una scuola ha una stanza vuota si offre al
primo che capita. Alla stessa maniera, i locali municipali vanno rimessi
a sistema. Dobbiamo pensare ad un insieme di servizi che stanno in una
programmazione di una idea. Prima si dice quello che serve poi si
trovano le realtà che possono occuparsene. Bisogna utilizzare almeno un avviso pubblico, magari scegliere un concorso di idee.
- Politica municipale: la presidenza del consiglio la lascerete all’opposizione?
Si
tratta di una figura di garanzia ma che credo che la maggioranza debba
dire la sua. Lasceremo tutti gli spazi necessari alle varie anime
dell’opposizione, questo assortimento è un elemento di novità, segno di
vivacità istituzionale, che esce dalla logica un po’ sclerotica e
monotona degli ultimi anni.
Questioni dal territorio:
- La vicenda della scuola di Settebagni e i lavori che servono a mantenerla agibile, ancora non terminati. Cosa accade ora?
Saranno
una priorità. Dobbiamo fare il punto, capire quale è la disponibilità
attuale e eventualmente trovare i soldi che servono.
- L’asilo nido di Castel giubileo?
Va riaperto. Ristrutturato e riaperto, senz’altro.
-
Lo sgombero della struttura di prima accoglienza di via Salaria.
È rientrata l’emergenza sanitaria? Non si parla più di trasferimento dei
nomadi presenti?
No, era un colpo di genio per speculare una volta in più sui nomadi e tra l’altro sarebbe costato una tombola, settemila euro al giorno perché andavano in una struttura privata dell’Arci Confraternita di S. Giovanni , 350 persone per venti euro al dì.
Qui almeno non paghiamo l’affitto perché la struttura è pubblica. Non è
un argomento di diretta competenza municipale ma vorremmo affrontare il
discorso con la giunta capitolina in maniera nuova. Almeno con le
persone che vogliono uscire da questo sistema qui vorremmo utilizzare
delle risorse, invece che impegnarle in campagna elettorale. Stiamo
parlando di circa settemila persone che vivono in campi autorizzati. Su
circa tremilioni di persone credo che possiamo trovare una soluzione
diversa.
- Senza dargli la casa, come paventa una parte dell’opinione pubblica?
Il
tema della casa.. credo che invece di pagare 24000 euro al mese per la
struttura della Cesarina si possono pensare dei progetti diversi, si possono creare delle aziende, delle attività lavorative che con gli stessi soldi anziché assistenza creano sviluppo.
- E gli altri romani che sono rimasti fuori dal sistema del lavoro?
Non si tratta di fare differenze tra romani e rom, il problema già esiste
. Ora abbiamo un costo per l’assistenza secca. Alcuni sono qui da più
di dieci anni. Spendiamo molti soldi per ospitarli in una struttura come
Cesarina, dove l’acqua è razionata, la corrente pure, le roulotte sono
fatiscenti. Penso che possiamo permetterci di invertire un po’ i
ragionamenti. Non si tratta di dare le case ai rom, questi sono
ragionamenti che nascono dall’idea di dover speculare molto.
Naturalmente servono dei progetti veri di uscita dal campo.
- E chi non si volesse adeguare?
Continueremo
magari con i più anziani nel sistema tradizionale. Ma nei campi ci sono
più della metà di bambini e ragazzi con la voglia di cambiare.
Vent’anni fa si è iniziato con la scolarizzazione, i campi attrezzati. Io
vorrei proporre al sindaco di iniziare proprio con il nostro
territorio, con la Cesarina in particolare, un percorso di uscita dai
campi con chi è sempre stato qua, in modo da andare ad esaurimento degli
assistiti.
Luciana Miocchi
CONFIDIAMO CHE IL NUOVO PRESIDENTE MARCHIONNE VOGLIA PRESTO RILASCIARCI UNA INTERVISTA VIDEO.
Tg Roma Talenti
CONFIDIAMO CHE IL NUOVO PRESIDENTE MARCHIONNE VOGLIA PRESTO RILASCIARCI UNA INTERVISTA VIDEO.
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