RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO:
Asia Usb ha presentato questa mattina i contenuti
della seconda denuncia alla Procura della Repubblica relativa ai
quartieri di edilizia agevolata. In seguito alla prima, nel
2012, erano stati sequestrati 326 alloggi
Nei Piani di Zona romani non è ancora stata
riportata la legalità e questo potrebbe prefigurare un
ingente danno erariale. Ne è convinta Asia Usb
che questa mattina, alla presenza dell'avvocato Vincenzo
Perticaro, ha presentato con una conferenza stampa i motivi
della nuova denuncia che verrà depositata nei prossimi
giorni alla Procura della Repubblica.
“A molti dei quesiti
che abbiamo posto negli ultimi anni alle istituzioni a tutti
i livelli, a partire dal Comune di Roma, in relazione ai
quali sono state presentate anche interrogazioni e
interpellanze del Movimento cinque stelle, non è ancora
stata data risposta. Ancora oggi ci viene negato l'accesso
agli atti” ha spiegato Perticaro.
I Piani di zona sono quartieri di edilizia
agevolata nati con l'intento di dare una risposta a
famiglie in emergenza abitativa, con precedenza a
quanti hanno da poco subito uno sfratto. Per permettere che
queste case vengano affittate a prezzi più bassi di quelli
del libero mercato, al costruttore vengono messi a
disposizione una serie di finziamenti e agevolazioni
pubbliche (da parte di Comune, Regione e Stato). A seguito
di una denuncia di Asia Usb però, nel 2012, è stata
scoperchiata la
cosiddetta
'truffa dei Piani di zona'.
Partendo dalle segnalazioni degli inquilini di
alcuni di questi quartieri, il sindacato aveva denunciato
che al prezzo massimo di cessione, quello che
determina il canone di locazione o il prezzo di vendita
dell'immobile, non venivano sottratti i finanziamenti
pubblici. Partita dal Piano di zona di Spinaceto, la
denuncia si è allargata a macchia di leopardo in tantissimi
interventi sparsi sul territorio comunale “dove, in totale,
sono stati realizzati 102 piani di zona”. Svelato il danno,
alla fine del 2013 il Comune di Roma ha pubblicato le
tabelle con i prezzi corretti e negli scorsi mesi gli
assessori
competenti Giovanni Caudo e Alfonso Sabella,
rispettivamente Urbanistica e Legalità, si sono espressi
diverse volte sulla vicenda. Per Asia Usb, però, ci
sono ancora molti punti da mettere sotto la lente
d'ingrandimento.
“A distanza di anni dalla prima denuncia da noi
presentata, quella che ha dato avvio all'inchiesta e ha
portato al sequestro di 326 alloggi, secondo noi
persistono ancora delle irregolarità che potrebbero
prefigurare un danno erariale per il Comune, lo Stato e per
l'intera collettività” ha aggiunto Angelo Fascetti. “Un
danno che, in base al calcolo parziale che possiamo
effettuare con i documenti a nostra disposizione, potrebbe
anche raggiungere il miliardo di euro”. Con un collegamento
telefonico è intervenuta anche la deputata del Movimento
cinque stelle
Roberta
Lombardi che nei mesi scorsi, per bloccare uno sfratto, ha
trasferito la sua residenza parlamentare in un alloggio
dei piani di zona. In sala, anche molti degli
inquilini che, da Spinaceto a Pian Saccoccia, negli anni
hanno presentato denuncia e si sono mobilitati per chiedere
giustizia.
“E' tutto scritto negli atti. Tre in particolare:
la convenzione firmata con i costruttori, il disciplinare
e l'atto d'obbligo” esordisce l'avvocato
Perticaro. “In questi documenti ci sono degli obbloghi che,
in base ai documenti che siamo riusciti a raccogliere, non
sono stati rispettati”. Punti sui quali Asia Usb vuole
vederci chiaro. In primis il fatto che “questi immobili non
potevano essere affittati o venduti a chiunque ma, in quanto
beneficiari di finanziamenti pubblici, erano destinati a
persone con disagio abitativo o che avevano appena subito
uno sfratto. Nonostante la finalità 'sociale' di questi
alloggi e nonostante gli inquilini abbiano pagato per anni
canoni superiori a quelli che avrebbero dovuto versare,
oggi
molte famiglie sono sotto sfratto e l'amministrazione
comunale non sta facendo nulla per difenderli”.
Segue l'obbligo di “essere in possesso del
certificato di agibilità prima di affittare o vendere tali
immobili. A una nostra richiesta di accesso agli
atti agli uffici comunali ci è stato risposto che 'i
documenti richiesti sono in fase di istruttoria'. Com'è
possibile se sono già state affittate?” si chiede Perticaro.
“Molti di questi immobili di edilizia agevolata, inoltre,
sono stati anche venduti, alcuni dei quali a prezzi di
mercato. I notai hanno trasmesso al Comune tutti i documenti
prescritti per legge? Il Comune li ha controllati? Su questo
punto non ci è stata data risposta. Per questo chiediamo
alla magistratura di fare chiarezza”.
Altri interrogativi aprono la porta alla
possibilità di un danno erariale. “Il
disciplinare allegato alla convenzione prevede che le
imprese sei mesi prima della fine dei lavori presentino i
piani finanziari o le relazioni dimostrative con indicata la
determinazione del prezzo e le tabelle dei costi
riassuntive” spiega Perticaro. “Secondo quanto ci risulta,
la maggior parte delle imprese o delle cooperative
costruttrici non l'ha presentato nonostante siano passati
molti anni”. In questo caso la convenzione prevede
“l'applicazione di sanzioni che vanno dai 250 euro al giorno
per i primi 45 giorni ai 500 al giorno fino all'avvenuta
presentazione. E in alcuni casi si arriva anche a 14 anni di
ritardo” aggiunge Fascetti. Non solo. “Dopo due anni il
Comune può decidere di far decadere le convenzioni e
l'immobile torna in capo all'amministrazione. Il Comune ha
applicato queste sanzioni?”. Un eventuale calcolo fa
raggiungere cifre astronomiche: “Supera i 150 mila euro
all'anno per ogni immobile”.
Nel mirino anche il versamento degli oneri di
concessori e di urbanizzazione. “Sono stati
versati dai costruttori al Comune entro i cinque anni
previsti per legge? A noi non risulta. E in questo caso
ammontano in media a 500 mila euro per ogni palazzo i primi
e circa un milione di euro i secondi. Se consideriamo che in
media ci sono sette, otto palazzi per Piano di zona, per
ognuno di questi quartieri si parla di diversi milioni di
euro” denuncia Fascetti.
Un ulteriore punto riguarda il finanziamento
pubblico concesso con mutuo agevolato da restituire dopo
30 anni. “Esistono delle fideiussioni? Qualcuno
si è preoccupato di chiedersi se le società costruttrici
esisteranno ancora tra trent'anni per restituire questi
soldi? Cosa accade per gli immobili che da affitto
permanente sono passati a quello a 25 anni con successiva
vendita, così come concesso dalla Regione? Saranno quindi
gli attuali inquilini, futuri proprietari, a pagare?”. Tutte
domande, ricordano Petricaro e Fascetti, “contenute in
un'interrogazione depositata dal gruppo capitolino del
Movimento cinque stelle circa un anno fa e alla quale non è
ancora stata data risposta”.
La situazione, per Fascetti, “non interessa
solo gli inquilini direttamente coinvolti nella
vicenda”. Ma tutti i romani. “In primis
perché per questi piani vengono sottratti milioni di
euro alla comunità.
Poi perché per favorire questo tipo
di risposta all'emergenza abitativa, più funzionale ai
costruttori, è stata condizionata l'intera politica
abitativa con i risultati che conosciamo a partire da un
blocco dello sviluppo dell'edilizia pubblica”.