domenica 1 luglio 2018

Dopo la sconfitta del M5S nei due municipi in cui si andava al voto, fra cui il Municipio III Roma-Montesacro, il sindaco Virginia Ragg invita il movimento a tornare per le strade. Ma il presidente Roberta Capoccioni questo l'aveva fatto, MA...dopo due anni la situazione per quel che riguarda rifiuti, gestione del verde, mezzi pubblici, è se possibile ancora peggiorata ! E' certo che non ci sono solo colpe del M5S in questo, MA...NON si vedono ancora segni di quel binomio competenza-trasparenza che avrebbe DOVUTO caratterizzare questa giunta !

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Come dopo la sconfitta al primo turno, il 10 giugno a Garbatella, ieri Virginia Raggi ha esortato i suoi a concentrarsi sul lavoro e a tornare nei territori: un monito a essere più presenti nei quartieri e vicini alla gente — sia in termini di visibilità, sia di dialogo — per recuperare il rapporto con la città. Se non fosse che, dopo il flop alle urne, c’è chi inizia a percepire i limiti dei social come canale preminente: «Virginia ci chiede di andare nelle strade — riflette Andrea Coia, presidente della commissione Commercio — ma il nostro attivismo c’è già...». Vi siete chiesti perché questa strategia non abbia fatto presa come speravate? «Ci siamo resi conto che rispetto ai partiti, più strutturati, i nostri strumenti di comunicazione non bastano». Altra considerazione, sulla doppia débâcle nei parlamentini locali: «Sicuramente dobbiamo tirare le somme. In VIII sono accadute cose per cui la gente ci dice: “Vi siete fatti male da soli”. Scontiamo la poca esperienza nel gestire le crisi che rischiano di minare la tenuta politica, oltre alla scelta di persone che poi si sono rivelate in malafede... Del resto siamo un Movimento giovane». È stato un errore ricandidare nel III l’ex minisindaca sfiduciata? «Roberta (Capoccioni, ndr) ha governato benissimo, mentre sui consiglieri di maggioranza passati al gruppo misto potrei dire cose molto cattive...». Si sfoghi. «Devo pensare che erano completamente ingenui, o già covavano dentro di loro l’idea di rompere, immagino in quanto non si riconoscevano nei nostri valori. La sfiducia era immotivata, dal momento che non si è votato alcun atto contrario alle nostre linee programmatiche».

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