Metrò B1 e disagi: l'ambizione sbagliata. La nuova linea riassume lo stato marcescente del trasporto pubblico a Roma e Alemanno rischia di legare la sua stagione in Campidoglio alla B1.
Di MAURIZIO CAPRARA«Sta venendo fuori con chiarezza il quadro della situazione con cose gravi e inspiegabili», ha detto ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno dopo essere stato a dare un'occhiata al tratto di metropolitana B1 tornato celebre, l'ennesima volta, a causa di un disservizio: un'ora di blocco dovuta, secondo l'Atac, alla mancanza di addetti a uno scambio. Giudizio ponderato, lo si potrebbe definire.
Che quelle tre fermate tra Conca d'Oro e piazza Bologna costate 733 milioni di euro per quattro chilometri in tutto - proprio una Conca d'Oro per qualcuno, è il caso di dire - siano un concentrato dei difetti possibili nella pubblica amministrazione era già apparso evidente al passeggero medio dopo l'inaugurazione voluta da Alemanno il 13 giugno. Nel giorno d'avvio, meno corse del necessario. Il 14 giugno un blocco di 40 minuti. Poi un braccio di ferro tra sindacati dei macchinisti e Atac, partenze saltate, ritardi. Ci voleva così tanto per la (enigmatica) «chiarezza» riscontrata ieri?
Di fronte a casi come questo, la stampa ha davanti a sé una facile scorciatoia: scannare virtualmente un capro espiatorio, chiudere gli occhi sul resto. Invece non sta a noi adesso decidere se il blocco di ieri è stato davvero colpa di un addetto allo scambio che si sarebbe messo in ferie da solo, come accusa l'Atac, o se l'assenza era autorizzata, come risponde il segretario della Filt Cgil Alessandro Capitani informando che il dipendente è del suo sindacato.
Senza processi sommari, si può procedere a una constatazione: la B1 riassume lo stato marcescente del trasporto pubblico a Roma. Il problema è un sistema disastroso, sia stata ieri colpa di un singolo o meno. Non esiste più alcuna strategia per ridurre il traffico privato e potenziare i mezzi pubblici. Il problema è che si crede sia possibile governare la capitale di uno Stato dell'Unione europea regalando a inizio mandato un po' di strisce bianche gratuite per i parcheggi, come fosse grano per i piccioni, e poi abbandonando le strade a doppie file tollerate da vigili assenti e permettendo agli autobus di partire quando capita.
Per «individuare le cause di ritardi, disservizi e malfunzionamenti» sulle linee B e B1, Alemanno ha istituito «una commissione tecnica». Eccola, se serviva, la prova di quanto è fracico il sistema: dovrebbe essere la struttura, non la neo-commissione di turno, a correggere le storture. Se non ci riesce, è inadatta.
Chi scrive, ieri, ha ritenuto opportuno andare a Conca d'Oro. Nello «scalo» di piazza Bologna, sul cartello vicino ai binari il tratto chiamato dai romani B1 risulta B. Che per individuare la direzione giusta occorresse affidarsi al cartello luminoso, privo di scritta fissa, lo ha suggerito un passeggero, Roberto Vincenzini. Così: «Sbagliano quasi tutti. C'è chi è impanicato. Tocca saperlo».
Tanti imperatori romani hanno legato per l'eternità i propri nomi a opere pubbliche. Con un orizzonte temporale un po' più ristretto, Alemanno rischia di legare la sua stagione in Campidoglio alla B1. Roma, forse, meritava che l'ambizione di un suo sindaco fosse maggiore.
6 luglio 2012 | 15:06
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