Da “Abitarearoma.net” giornale on line dei Municipi romani
Mafia
Capitale.
Ci vuole una giunta di “salute pubblica”
Una
rottura radicale con un sistema di potere
germinato con le amministrazioni di
centrosinistra diventato metastasi con
Alemanno. I gattopardi già all’opera
di Aldo
Pirone - 5 dicembre 2014
Marino è un uomo
fortunato. Fino a due giorni fa stava annaspando
sepolto da sondaggi desolanti, con un picco
all’ingiù nel gradimento dei romani, e la
rivolta delle periferie promossa e guidata da
una destra ringalluzzita.
Ad aspettarlo al varco
c’era la gran parte del PD comunale pronta a
tirargli il collo per rientrare in possesso di
tutta l’amministrazione e della giunta
considerate poco organiche al sistema di potere.
Il segretario dei democrats romani Cosentino gli
aveva dato due settimane di tempo.
Poi, all’improvviso, il
cielo scuro di piombo è stato squarciato dal
raggio di sole di “mafia Capitale”, l’inchiesta
della Magistratura romana capitanata dal
procuratore Pignatone che ha messo a nudo un
sistema di potere gestito da pezzi importanti
del Pd e della destra. Una fogna a cielo aperto
i cui miasmi tutti sentivano da anni ma che da
quale scarichi provenissero nessuno era in grado
di certificare.
In un solo colpo la
retata promossa dai magistrati ha politicamente
azzerato la destra e anche il PD romano
prontamente, si fa per dire, commissariato da
Renzi nella veste di segretario nazionale di
quel partito. Il “rottamatore” si è però
dimenticato di commissariare il gruppo comunale
che è il vero posto dove si annodavano le
protezioni politiche della famigerata
cooperativa 29 giugno controllante il sistema
fognario del “mondo di mezzo”.
Il “marziano” Marino
che era stretto nell’angolo oscuro e penoso del
rimpastino ha visto all’improvviso aprirsi una
strada solatìa rilegittimato dalla sua
estraneità alla cloaca di Carminati, Ozzimo,
Gramazio, Odevaine, Coratti, Patanè, Alemanno e,
ultimo ma non per importanza, di quel Buzzi, il
“gran capo” come lo chiamava Micaela Campana
responsabile del welfare del PD romano, il
quale, non a caso, come risulta dalle
intercettazioni, invocava la cacciata di Marino
dal Campidoglio.
Una compagnia di giro,
politicamente bipartisan, di “stampo mafioso”
come la definisce l’inchiesta della
Magistratura.
Ora il Sindaco ha
davanti a sé un’occasione unica: mettersi in
sintonia con la città e con l’opinione pubblica
che chiede giustizia e pulizia, generale e a
fondo, oppure pensare di cambiare le dosi del
rimpastino mettendo dentro ingredienti più
“mariniani”.
Sarebbe un errore
madornale. Ciò che di nauseabondo sta venendo
fuori a Roma è un consolidato e senza frontiere
tumorale sistema di potere germinato e cresciuto
durante le amministrazioni del “modello romano”,
da Rutelli a Veltroni. Un sistema cancerogeno
diventato metastasi incurabile con il
centrodestra di Alemanno.
E’ con tutto questo,
non solo con l’ultimo pezzo terminale, che
occorre una rottura radicale.
Se Marino vuole
effettivamente essere all’altezza della
situazione deve abbandonare subito la
prospettiva di rimpasti e rimpastini e azzerare
l’attuale giunta. Non perché in essa non vi
siano anche brave e oneste persone, ma come atto
politico rifondativo del governo comunale e
metropolitano.
Da ciò ne trarrebbe forza anche
il cambio di passo politico urgente e
urgentemente richiesto dalla città degli onesti
con un ritorno alla coerenza di impegni
elettorali che in molti settori delle politiche
amministrative sono stati disattesi, per non
dire negati, in questi 15 mesi di vita della
giunta Marino. A cominciare da una strategia che
rimetta al centro dell’azione politica e
amministrativa la questione delle Periferie e
della loro riqualificazione.
La situazione di
malcostume e corruttela richiede, su questo
piano, misure straordinarie: la formazione di
una giunta di “salute pubblica” composta di
persone esterne ai partiti di maggioranza,
competenti, specchiate, tratte dalla società
civile che in questi anni ha combattuto il
sistema di potere venuto alla luce. Una giunta
straordinaria vera.
Non quella che in queste ore
reclama anche Rutelli immemore delle sue lontane
responsabilità politiche nel germinarsi del
sistema maleodorante venuto alla luce. Quella
sarebbe la giunta del Principe Salina, con il
marchio del gattopardo.
Accogliamo questo articolo, ma riteniamo che, proprio per i motivi evidenziati, l'unica strada sia restituire le decisioni al popolo in nuove elezioni comunali, in modo da AZZERARE questo mondo di corruzione !!!
Accogliamo questo articolo, ma riteniamo che, proprio per i motivi evidenziati, l'unica strada sia restituire le decisioni al popolo in nuove elezioni comunali, in modo da AZZERARE questo mondo di corruzione !!!
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