LINK: https://bebeez.it/2017/09/28/ieri-ok-dei-creditori-riuniti-adunanza-salvataggio-dei-mezzaroma/
Si è tenuta ieri l’adunanza dei creditori della Impreme spa, la holding della famiglia di costruttori Mezzaroma, che ha dato il via libera formale all’accordo di ristrutturazione del debito siglato a inizio luglio con le banche finanziatrici alla luce dell’ingresso nel capitale del gruppo del fondo Varde.
La scorsa estate Varde si è accordato infatti per acquistare circa 200 milioni di euro di crediti vantati da Aareal Bank, Banco Bpm e UniCredit
(142,3 milioni da sola) verso il gruppo a un prezzo compreso tra il 40 e
il 75% del valore lordo, dopo aver acquistato 221 milioni di euro di
crediti in portafoglio a Mps (i Mezzaroma per alcuni
anni sono stati proprietari della squadra di calcio del Siena), di fatto
mettendosi in portafoglio il 100% dei crediti delle banche verso il
gruppo di costruzioni.
Dopodiché il fondo guidato in Italia da Luca Malighetti
si è impegnato a sottoscrivere un aumento di capitale nel gruppo
Mezzaroma e a iniettare 75 milioni di euro di nuova finanza per lo
sviluppo dei complessi residenziali, dopo averne acquistato i mutui. Il
tutto per un esborso complessivo di 110 milioni di euro e per il 40% del
gruppo. Per la precisione Varde non ha acquisito direttamente i crediti
dalle banche, ma lo ha fatto invece Morgan Stanley, assistita nell’operazione dallo studio Chiomenti.
Le tre sorelle, Barbara, Valentina e Alessandra, figlie del fondatore
Pietro Mezzaroma, conserveranno il 60% della compagnia e la ceo Barbara Mezzaroma manterrà
il suo ruolo.
Esce dalla compagine azionaria, invece, Massimo
Mezzaroma.
Il tutto mentre con i fornitori è stato raggiunto un accordo
transattivo, che consente loro di essere pagati in più tranche e
continuare i lavori.
Come riferito lo scorso luglio da MF Milano Finanza, Varde, assistita nell’operazione dalla banca d’affari Lazard e dallo studio legale Orrick, ha battuto in volata Oaktree (affiancato da Rothschild e BonelliErede) e anche l’outsider dell’ultima ora York,
che si era rivolto direttamente a Mps (assistita dallo studio Molinari e
Associati) senza condurre la due diligence per arrivare all’acquisto
del pacchetto di crediti vantato da Rocca Salimbeni.
Il blitz aveva
fatto scattare la contromossa da parte di Impreme, che si era rivolta
direttamente ai manager della banca senese, in particolare a Lucia Savarese,
responsabile della direzione Npl, per cercare di bloccare l’offerta di
York, segnalando il rischio dello stop dell’intera ristrutturazione e un
possibile aggravio di 100 milioni della situazione debitoria di
Impreme.
Varde è particolarmente attivo in Italia negli ultimi tempi.
Quest’anno ha infatti chiuso un’operazione simile per il salvataggio del
gruppo Boscolo (si veda altro articolo di BeBeez) e ha comprato il 33% del servicer Guber (si veda altro articolo di BeBeez).
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domenica 1 ottobre 2017
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