sabato 19 settembre 2009

ROMA, SENZATETTO, CASE VUOTE E TRACOLLO DELLA CITTA'. SE NE RENDONO CONTO I NOSTRI AMMINISTRATORI ?

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO DA M. PAOLOZZA:
Nel N. 36 di LEFT apparso in edicola l'11 settembre 2009 si trova questo articolo che vi invito a leggere.

Roma, senzatetto e case vuote.

In questi giorni a Roma è stato sgomberato l’edificio dell’ex ospedale Regina Elena, occupato da tempo da oltre cinquecento persone, in gran parte immigrati. Il terreno per l’intervento è stato preparato da una campagna di stampa orchestrata dal quotidiano Il Messaggero (proprietà Francesco Gaetano Caltagirone): tema della campagna “il ripristino dell’ordine in città” invocato a gran voce anche dal rettore dell’Università la Sapienza, Luigi Frati. L

a nobile campagna sulla legalità poteva iniziare dal degrado dell’Ospedale Policlinico di Roma: il prof. Frati è stato preside della facoltà di medicina, da cui dipende il Policlinico, per sedici anni a partire dal 1990. Non è passato anno che non scoppi uno scandalo: dalle condizioni igieniche, alla fatiscenza delle strutture.

Ma invece di affrontare il tema dell’uso delle risorse pubbliche, si è preferito scagliarsi contro chi non ha una casa. Tanto nessuna grande forza politica li difenderà.

Se lo facessero dovrebbero spiegare il mistero di tanta gente senza casa in una città dove negli scorsi anni è stato realizzato il più violento sacco urbanistico della storia.

Dovrebbero in altri termini prendere atto che le tante abitazioni costruite costano troppo per le fasce sociali deboli.

In Italia in questi anni la percentuale delle case pubbliche realizzate è dello 0,7 % sul totale. A Roma è addirittura più modesta. Nell’Europa civile supera il 30% con punte ancora più alte.

Per rispondere a questo fenomeno, un vasto mondo di associazioni che si battono per il diritto alla casa insieme a molti comitati di quartiere, ha redatto una legge di iniziativa popolare “sul diritto alla città e all’abitare”. Il diritto all’abitare si risolve costruendo 100 mila alloggi pubblici in sei anni. Soltanto le amministrazioni pubbliche possono risolvere l’emergenza abitativa.

Ma risolvere il problema casa non basta più.

Roma, infatti, si è spopolata e nei quartieri centrali chiudono i servizi per mancanza di popolazione.

In quindici anni sono stati espulsi trecento mila romani e sono stati costretti a trasferirsi lontano da Roma, in zone di “campagna urbanizzata”, dove non esiste la città, non ci sono infatti servizi sociali e scuole.

Ed ogni giorno, decine di migliaia di lavoratori sprecano altre due ore di pendolarismo per raggiungere la capitale. I

nsomma, il mercato senza regole ha aumentato i senza tetto e aggravato le condizioni di vita di decine di migliaia di famiglie.

La legge prevede dunque anche il “diritto alla città”. Reintroducendo residenza pubblica nella città esistenti ed incrementando le azioni di recupero del patrimonio pubblico dismesso o sotto utilizzato. In secondo luogo portando i servizi nelle desolate periferie metropolitane.

La legge prevede che venga redatto un piano di realizzazione di servizi pubblici al fine di fornire, per quanto possibile, a tutti i cittadini pari opportunità di accesso. I cittadini del Lazio hanno il diritto a vivere in città civili, con servizi, verde e luoghi di incontro.

Per raggiungere questo obiettivo c’è da chiudere per sempre la fase dell’espansione urbana: più si allargano i confini della città, più aumenta il disagio e la carenza di servizi.

La proposta punta a recuperare prioritariamente il tanto costruito inutilizzato all’interno delle città così da non costringere molte famiglie a vivere in case senza città.

Il diritto all’abitare si completa in tal senso con il diritto alla mobilità sostenibile. Le centinaia di migliaia di pendolari raggiungono il centro di Roma per motivi di lavoro impiegano tre ore al giorno per gli spostamenti.

Anche in questo caso è venuto il momento di far entrare l’Italia in Europa: nessun quartiere deve essere costruito se non esistono già linee di trasporto su ferro. Basta con i quartieri che nascono in ogni angolo della campagna e obbligano all’uso dell’automobile.

Di fronte al fallimento della deregulation del mercato edilizio che è sotto gli occhi di tutti, c’è bisogno di un deciso cambio di rotta. Per sostenere la proposta di legge (che è leggibile sul sito della Rete del mutuo soccorso) inizia in questi giorni la raccolta delle firme per portarla all’ordine del giorno del Consiglio regionale del Lazio.

Paolo Berdini