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Parnasi, il palazzinaro 2.0 finanziatore della Lega. Il Ritratto. Figlio di Sandro, il rampante Luca ha solo debiti - ceduti a Unicredit - e il sogno dello stadio - di Massimo Franchi
Luca Parnasi è l’unico figlio di Sandro, morto due anni fa, creatore
dal nulla di un impero immobiliare tirato su assieme alle migliaia di
palazzine disseminate nella sterminata periferia romana nel dopoguerra.
Il metodo è lo stesso usato dal nemico Caltagirone, l’unico
superstite di una generazione che sta pian piano affondando nei debiti:
Armellini, Mezzaroma, Scarpellini e compagnia.
Lotti e locazioni pubbliche ottenuti a prezzi stracciati e rivendute a prezzi di mercato.
Messe da parte le simpatie di sinistra che lo portarono ad aiutare Paese Sera ed essere vicino a comprare l’Unità,
Parnasi junior ha iniziato a foraggiare tutta la politica, arrivando a
finanziare con 250 mila euro la Lega di Salvini tramite la onlus «Più
Voci», cavallo vincente, come scoperto dall’Espresso ad aprile. Tanto che ieri è subito arrivata la difesa del ministro degli Interni: «È una persona perbene».
«Sviluppatore di progetti» era la dizione che chiedeva fosse usata
per spiegare il suo lavoro. Da ieri sappiamo meglio cosa significa.
Rispetto all’impostazione del padre, Luca Parnasi decide di
concentrarsi sui grossi colpi: i centri commerciali (l’EurRoma 2
costruito per le Coop e Pescaccio), i grattacieli (le torri dell’Eur e
la nuova sede della Bnl a fianco della stazione Tiburtina) e soprattutto
lo stadio della Roma.
Niente nella capitale è più sentito del calcio e riuscire ad essere
il costruttore che finalmente porta a termine lo stadio promesso dal
1997 diventa l’obiettivo di una vita.
L’area c’è, è quella dell’ex ippodromo di Tor di Valle ormai
inutilizzata da un decennio che lambisce il Tevere lungo la via del Mare
che porta ad Ostia.
Parnasi si è accaparrato i diritti per tempo da una società fallita e li gioca al massimo su tutti i tavoli.
L’alleato migliore lo trova subito in una banca, quella Unicredit che ha già salvato la Roma dalla bancarotta e vuole rifarsi.
Gli anni però passano a causa dei tempi biblici di burocrazia e della
stessa politica. I debiti di Parnasi si accumulano allo stesso modo e
Unicredit diventa l’unica ancora di salvezza per il rampante costruttore
romano.
Il gruppo Parsitalia fondato dal padre Sandro va in liquidazione,
oberata da tutti i buchi nell’acqua collezionati dal figlio negli ultimi
anni.
La via d’uscita trovata è mettere assieme tutte le aziende del gruppo
e tutte le partecipazioni immobiliari per cederle direttamente a
Unicredit.
La Capital Dev, detenuta completamente dalla banca milanese, cercherà
di rivendere tutto sperando di rientrare dei 700 milioni finora
prestati a Parnasi junior, nel frattempo alleatosi con l’altro
costruttore Pizzarotti.
Una situazione contabile disperata è la miglior spiegazione della strategia di Parnasi sull’ultima campagna elettorale.
Finanziare tutti, promettere a tutti – M5s in primis – per
assicurarsi che lo Stadio della Roma si faccia al più presto. E
ringraziare anche del compromesso spuntato l’anno scorso quando, fatto
fuori l’arcinemico Paolo Berdini, la giunta Raggi ha detto sì, seppure
con un taglio, alle torri dell’archistar Libeskind e alle cubature extra
stadio: 20mila per l’area commerciale e 139mila per il cosiddetto business park.
Sono quelle da cui Parnasi conta di fare soldi per ripagare
Unicredit. Risparmiando nel frattempo sulle opere pubbliche da
realizzare: niente potenziamento della derelitta ferrovia Roma-Lido e
ponte di Traiano – collegamento all’autostrada Roma-Fiumicino – che sarà
costruito a carico dello stato.
RICORDIAMO QUALI "FINANZIAMENTI" ILLEGALI DI PARNASI RISULTANO SU ROMA...
Un blog che vuole essere fonte informativa e riferimento per segnalazioni,proposte,proteste nel quartiere Monte Sacro Alto,ossia Talenti di Roma, e per il Municipio III. Ha combattuto contro le degenerazioni del c.d."Modello Roma", e vuole operare, senza condizionamenti,nell'interesse della gente e della vivibilità dei nostri quartieri.
lunedì 18 giugno 2018
Parnasi, il palazzinaro 2.0, quasi l'ultimo superstite di una generazione di palazzinari che...STA AFFONDANDO NEI DEBITI.... segno che il loro dissennato modello di sviluppo, appoggiato da tante giunte precedenti Virginia Raggi, è stato anzitutto BOCCIATO dalle leggi dell'economia...
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