ROMA - Il comparto dell'edilizia a Roma e nel Lazio è in uno stato di crisi preoccupante: persi 5.832 posti di lavoro, 3,5 milioni di ore lavorate in meno e il 6,2% in meno di imprese attive sul territorio del Lazio tra il 2009 e il 2010. A lanciare l'allarme sono le associazioni sindacali di categoria, Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil. Secondo i sindacati, «ogni giorno nel Lazio tre imprese del settore edile chiudono le loro attività. Ciò significa che ogni giorno ci sono 22 operai che perdono il lavoro. Se l'attuale trend negativo del mercato rimarrà costante, si stima che entro fine anno potrebbero esserci altri sei mila lavoratori edili disoccupati».
I lavoratori rischiano di perdere il posto (Ansa) |
«SERVONO PIU' CONTROLLI E INVESTIMENTI» - Forti di questi numeri i sindacati confederali dell'edilizia laziale in un documento chiedono alle imprese «maggiori investimenti e risorse umane sulla bioedilizia», mentre alla pubblica amministrazione domandano di «superare il ritardo sistematico nei pagamenti alle imprese», di rilanciare «gli investimenti pubblici» e di avviare «l'attuazione del piano casa per l'housing sociale». Al presidente della Regione Lazio invece i sindacati degli edili chiedono un impegno per «la costituzione di un coordinamento degli organismi di controllo sulla sicurezza nei cantieri edili» e «l'assunzione di nuovi ispettori SPreSAL», con i numeri attuali infatti è possibile controllare ogni cantiere una sola volta in trent'anni. Le sigle sindacali inoltre richiedono un incontro con tutti i gruppi politici che siedono all'interno del nuovo Consiglio regionale del Lazio per illustrargli nel dettaglio i numeri della crisi del settore.
Redazione online
06 luglio 2010
06 luglio 2010
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