venerdì 8 giugno 2018

Si è tenuto ieri al Parco delle Sabine un incontro fra il gruppo M5S del Municipio III, presente il candidato consigliere FRANCO RAUCCIO, associazioni e comitati del Municipio III, e cittadinanza, occasione per ricordare ai cittadini che vanno alle urne COSA hanno fatto le giunte Capoccioni-Raggi per risolvere enormi problemi ed inadempienze dei palazzinari, nell'ambito di quegli accordi urbanistici su cui NON avevano vigilato le giunte Veltroni-Alemanno-Marino, in cui sedeva come assessore all'urbanistica quel Giovanni Caudo che vorrebbe essere eletto presidente.... Car lettori, NON dimenticate, e rivediamoci il caso VERGOGNOSO di Porta di Roma - Parco delle Sabine, di quei fratelli Toti amici di Veltroni, il cui più stretto collaboratore al PRG Modigliani INTERVISTAVA lo stesso Caudo in apertura del suo assessorato....

ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEL
PARCO DELLE SABINE
http://tutelaparcodellesabine.blogspot.it/
email: tutela.parco.sabine@gmail.com
pec: tutelaparcosabine@pec.it

Una storia di programmazione tradita: il Parco delle Sabine e la centralità Bufalotta.
Si premette che, con delibera del Consiglio Comunale di Roma, il giorno 13/08/1997 veniva approvato il progetto d’area della Bufalotta che autorizzava il Sindaco a sottoscrivere un accordo di programma ai sensi dell’art.3 della legge 396/90; a seguito della suddetta delibera, il giorno 25 gennaio del 2001 si è sottoscritta la Convenzione urbanistica tra il Comune di Roma e le società Porta di Roma srl e Edilmoderna srl denominata“Programma degli interventi Bufalotta” a rogito del notaio Pietro Mazza (repertorio n.90095 raccolta n.28219);
in base alla suddetta Convenzione Urbanistica si è realizzato un nuovo quartiere denominato Porta di Roma, con opere di urbanizzazione primaria in parte completate e in parte ancora da completare (Parco delle Sabine);
Il progetto originario, concepito dall’architetto Valle, consisteva nella realizzazione di una delle centralità urbane, detta centralità urbana Bufalotta, che s’ispirava ai più elevati standard nord europei con elevata qualità della vita e rapporto di aree verdi per residente.
Cuore del progetto, doveva essere il Parco delle Sabine, vasto polmone verde di circa 170 Ha, adiacente al parco regionale della Marcigliana, che avrebbe dovuto estendersi dal raccordo fino al quartiere Serpentara. e avrebbe dovuto rappresentare un elemento di integrazione tra vari quartieri adiacenti il parco: il costruendo quartiere Porta di Roma, Serpentara, Fidene, Colle salario casale Nei , Vigne nuove.
Parte del progetto prevedeva anche la realizzazione di servizi pubblici.
Ad oggi, solo la parte residenziale è stata realizzata e addirittura nell’aprile del 2013 l’allora giunta Alemanno approvava una delibera in base alla quale ben il 30% delle aree destinate a servizi venivano ridestinate ad ulteriore cubatura residenziale.
Il parco delle sabine resta largamente irrealizzato e, anzi, nel 2010, sotto la consiliatura Alemanno si è provato a far approvare dagli uffici una cosiddetta variante (variante Kipar), per fortuna non approvata, caratterizzata da una drastica riduzione delle alberature nella parte più ampia del parco (lasciata incolta alle sterpaglie e a fienagione) con eliminazione di ampie aree dal progetto del parco così da comprometterne l’unitarietà e frammentarlo in diverse piccole aree, facile preda della speculazione.
La variante riceveva solo un imprimatur “tecnico” da parte del dipartimento Tutela Ambientale al quale però non è mai seguita alcuna approvazione da parte del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica (PAU) del Comune di Roma, struttura in capo alla quale ricade l’onere della gestione della convenzione urbanistica. Lo stesso PAU richiedeva al Dipartimento Tutela Ambientale certificazione di congruità economica riguardante la variante rispetto al progetto approvato in convenzione, certificazione mai fatta pervenire allo stesso ufficio fino a luglio 2017.
Si vuole sottolineare la gravità dei fatti: a fronte di un progetto approvato in sede di convenzione urbanistica e sottoposto al voto dell’assemblea capitolina, progetto del quale si avevano a disposizione gli stralci esecutivi realizzati dall’architetto allora incaricato Bellomia, l’operatore ha tentato, senza alcun supporto di qualsivoglia atto o documento ufficiale amministrativo o politico (tantomeno di un voto) di modificare finanche il perimetro del Parco delle Sabine. Evidenziamo anche la scorrettezza dell’operato di parte
dell’amministrazione capitolina che tale tentativo ha in qualche modo avallato.

Inoltre, cosa molto grave, alcune parti del parco, sostanzialmente quelle corrispondenti al verde standard (che rappresenta una piccola percentuale di parco), sono state fatte secondo la suddetta variante mai approvata dal Comune da parte dell’operatore che ha agito abusivamente. Di conseguenza anche le aree corrispondenti al verde standard sono state dichiarate non collaudabili dalla commissione di collaudo. 
A questo proposito citiamo come particolarmente grave l’operato della commissione di Vigilanza, allora presieduta dall’ing. Paradisi, che non trovava nulla da eccepire sull’operato della Società Porta di Roma in sostanziale regime di abuso.
La nostra associazione ha operato sin dal 2013 per cercare di ricondurre in un ambito di correttezza amministrativa e politica la vicenda scandalosa del Parco delle Sabine. Abbiamo presentato nel 2015 una petizione popolare firmata da circa 2100 cittadini per il completamento del Parco secondo i principi del progetti approvato in convenzione urbanistica riguardanti l’estensione complessiva, l’interconnessione ciclo pedonale tra le varie parti di parco e la piantumazione degli alberi in modo da realizzare ampie superfici arboree come inizialmente previsto.
Abbiamo effettuato diversi accessi agli atti sia presso il PAU che il Dipartimento Tutela Ambientale recuperando tutto l’iter amministrativo di questa grande opera incompiuta.
A seguito di tutte le nostre azioni, già l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Marino, Prof. Caudo, dava indicazione agli uffici di correggere le storture denunciate e di dare corso al completamento del parco secondo i suddetti principi, ma senza risolutivo seguito. 
Stessa assicurazione e ricevevamo dalla gestione commissariale del Commissario Tronca.
SOLO con la nuova consiliatura il III municipio recepiva in pieno le nostre richieste riguardanti il Parco delle Sabine approvando la mozione n. 21 del 20 ottobre 2016.
Inoltre la Commissione urbanistica del Comune di Roma (Pres. Donatella Iorio), nel corso di tre riunioni dedicate al Parco delle Sabine e alla Centralità Urbana Bufalotta ribadiva, come indicazione inequivocabile agli uffici, di procedere al completamento del Parco secondo i principi del progetto approvato in convenzione con perimetro inalterato, interconnessione ciclo-pedonale tra le varie parti e ampie superfici alberate.
Tuttavia il procedimento amministrativo è rimasto al palo a causa del fatto che il
Dipartimento Tutela Ambientale, ripetutamente sollecitato sin dal 2010 dal PAU e richiesto ufficialmente più volte anche dalla nostra Associazione, non produceva il cosiddetto documento di congruità economica necessario per attestare l’ammontare delle cifre non spese da parte della soc. Porta di Roma per le OO.UU. destinate a verde nella centralità Bufalotta.
Tale documento fu più volte richiesto al servizio catasto del verde, oltre che, come già detto, dal PAU, anche dalla nostra associazione sia nel corso di un accesso agli atti del dicembre 2016 e sia nel corso delle suddette commissioni urbanistiche. La stessa Commissione urbanistica del Comune di Roma ha richiesto il documento al servizio Catasto del Verde
più volte, anche indicando la scadenza del 15 marzo 2017.
La nostra associazione ha quindi inviato formale diffida al Servizio Catasto del Verde minacciando una denuncia per omissione di atti d’ufficio. 
A seguito di ciò, e finalmente
dopo 7 anni, i cittadini di Roma hanno conosciuto l’ammontare dei fondi non spesi per le OO.UU. nella centralità Bufalotta.
Nel giugno 2017 è stato finalmente prodotto un documento di congruità economica da parte del Dipartimento Tutela Ambientale – Servizio Catasto del Verde (F.S.A. Massimo Lesti), che ha certificato in 5.750.000 euro circa l’ammontare dei fondi mai spesi dalla soc. Porta di Roma per realizzare il Parco delle Sabine, fondamentale opera urbanistica non realizzata.
C’è infine da sottolineare che la società Porta di Roma ha deciso da tempo (dall’estate del 2013) di interrompere ogni attività di manutenzione, seppure dovuta in base alla convenzione urbanistica, facendo precipitare l’intero quartiere nell’abbandono.
La decisione fu giustificata dalla società Porta di Roma invocando un presunto completamento del parco sin dal 2007 e la mancata presa in carico da parte del comune di Roma. Queste affermazioni, contenute addirittura in un atto di diffida al comune di Roma, si sono dimostrate del tutto infondate come attestato dagli organi di controllo (commissione di collaudo e di vigilanza) del comune di Roma. Inoltre la suddetta affermazione è in palese contrasto con la su menzionata proposta di variane presentata nel 2010 sotto la giunta Alemanno.
(OSSIA..DICHIARANO CHE I LAVORI ERANO STATI COMPLETATI NEL 2007...MA...NE CHIEDEVANO UNA VARIANTE NEL 2010 !!!!)
Lo stato attuale del parco è disastroso in considerazione del fatto che le ampie aree lasciate incolte sono di fatto non fruibili dalla popolazione e vengono addirittura utilizzate come riserva di fieno per la tenuta privata che è tuttora presente un un’ampia area centrale del parco e che è di proprietà dell’imprenditore Toti che partecipa alla Società Porta di Roma.
Dall’esperienza di questi anni è chiaro che se dovesse essere approvato il progetto Kipar, il destino del parco sarà di essere semplicemente un’area incolta a servizio di un privato che ne ricava fieno per cavalli anziché della popolazione residente nei quartieri adiacenti.
Il tutto condito dall’assenza della manutenzione ordinaria che dura da ormai oltre tre anni, da parte della società Porta di Roma, circostanza che ha anche causato la messa in mora della società da parte del Dipartimento PAU.
A partire da settembre 2017 la società Porta di Roma, dopo aver cambiato denominazione in Immobiliare Roma Nord, ha deciso di porsi in stato di liquidazione volontaria.
A fine 2017, la soc. Immobiliare Roma Nord ha chiesto al tribunale di Roma di essere ammessa al concordato preventivo. Tuttavia a gennaio 2017 il tribunale fallimentare di Roma ha dichiarato lo stato di fallimento della società a fronte di una sproporzione tra l’attivo e la situazione debitoria. 
E’ importante sottolineare che la dichiarazione di fallimento interviene esattamente 10 anni dopo la presunta conclusione dei lavori (lavori non conclusi per quanto riguarda il verde pubblico) teoricamente prevista per il 2008, secondo Convenzione Urbanistica (OSSIA...CI SAREBBE STATO TUTTO IL TEMPO PER UN COMPLETAMENTO DELLE OPERE SE LE GIUNTE VELTRONI-ALEMANNO-MARINO L'AVESSERO IMPOSTO !!! COSA CHE NON HANNO FATTO !!!!!).
Si rammenta cosa è accaduto, nel frattempo, delle società coinvolte:
  • La soc. Porta di Roma (ora Immobiliare Roma Nord) è stata dichiarata fallita dal tribunale di Roma con sentenza di gennaio 2018. In precedenza era stata posta dai soci in liquidazione volontaria. La società è un consorzio di Lamaro (Toti) e Parsitalia (Parnasi)
  • Dopo una lunga serie di diffide (2014-2016), arrivate alla messa in mora, da parte del Comune di Roma, nel luglio 2017 lo stesso comune certifica in circa 6 milioni di Euro l'ammontare di OO.UU. non realizzate nell'area di Porta di Roma dal suddetto consorzio di costruttori.
  • Per quanto riguarda Parsitalia (di Luca Parnasi-stadio della Roma), secondo notizie del 10 agosto 2017, essa viene posta in liquidazione sommersa dai debiti. Gran parte dei suoi beni vengono ceduti al primo creditore, Unicredit, cedendo a Capital Dev (di cui Unicredit detiene la totalità delle azioni) le sue partecipazioni immobiliari, dalla Parsec alla Samar, proprietaria di terreni al Fleming a Cave Nuove, titolare di un progetto di sviluppo del Pescaccio che puòraggiungere i 245mila metri quadrati. 
  • Tutti diritti edificatori che saranno messi in vendita da Unicredit per rientrare dalla esposizione del gruppo Parnasi, 700 milioni di Euro. Tutto ad eccezione dei terreni di Tor di Valle su cui Luca Parnasi, attraverso la sua Soc. Eurnova, conta di realizzare lo stadio della Roma. Percò dalle ceneri di Parsitalia emergono due realtà, una in capo a unicredit e l'altra in capo a Luca Parnasi.
DELLE OBBLIGAZIONI NEI CONFRONTI DEL COMUNE DI ROMA PER LE OO.UU NON REALIZZATE A PORTA DI ROMA SI PERDONO LE TRACCE
 
Lamaro
Il gruppo Lamaro dei fratelli Toti continua ad operare sul mercato dopo il fallimento di Porta di Roma-Immobiliare Roma Nord. 
In particolare è impegnato in un grosso intervento edilizio nella città di Milano- SEDE ENI (https://www.salini-impregilo.com/it/salastampa/
comunicati-stampa/salini-impregilo-si-aggiudica-un-contratto-da-171-milioni-dieuro-per-la-costruzione-della-nuova-sede-eni-a-milano.html);
Cosa ancora peggiore, è coinvolto nel progetto di riqualificazione dei Mercati generali di Roma (!!!)
(https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/17_febbraio_27/80mila-metri-quadrati-degrado-2116e23e-fd2b-11e6-8717-
6cdb036394a5_preview.shtml?reason=unauthenticated&cat=1&cid=8f4iOwyH&pids=FR&origin=http%3A%2F%2Froma.corriere.it%2Fnotizie%2Fcronaca%2F17_febbraio_27%2F80mil
a-metri-quadrati-degrado-2116e23e-fd2b-11e6-8717-6cdb036394a5.shtml) .
Infine, nella stessa area di Porta di Roma, il gruppo Toti, attraverso il consorzio Idea Fimit-Soc. Porta di Roma (ora fallita), ha ottenuto dal TAR LAZIO l'adozione di una delibera approvata sotto la giunta Alemanno per il cambio di destinazione d'uso di 235 mila mc di non residenziale in residenziale.
Toti e il gruppo Lamaro sono stati gli interlocutori del Comune di Roma in merito alle OO.UU. non realizzate nella zona di porta di Roma, interlocutori sempre ostruttivi e non ha mai risposto positivamente alle richieste del Comune di tenere fede alle obbligazioni per le oO.UU. non realizzate a Porta di Roma
Il comune di Roma, attualmente sta provando a rientrare dei 6 milioni di euro attraverso l'escussione delle fidejussioni oppure intervenendo nella procedura fallimentare della soc. Immobiliare Roma Nord.
Associazione per la Tutela del Parco delle Sabine

INOLTRE APPARE NECESSARIO CHE CITI LE COMPAGNIE ASSICURATIVE CHE STANNO RIFIUTANDO DI PAGARE LE FIDEJUSSIONI ALL'EPOCA RILASCIATE AI PALAZZINARI !!!
QUESTO POTREBBE PORTARE AL BLOCCO DI ULTERIORI AFFIDAMENTI !!!

1 commento:

emulsio ha detto...

Dopo aver passato l'intero pomeriggio del 6 giugno ad afiggere volantini per invitare i cittadini ad un confronto con la realtà Porta di Roma, ho trovato persone interessate, e giustamente avvelenate. Sono contento che la gente abbia interesse a partecipare con i politici NON COLLUSI a tutta una serie di affari che hanno portato la situazione di Porta di Roma a quello che è oggi. Abbiamo portato l'illuminazione e si dovrà alla fine risolvere il problema. Se saremo eletti nuovamente il mio personale impegno, e quello di Rauccio, sarà di fare il possibile per dare ai cittadini di porta di Roma la tranquillità da loro desiderata e voluta.