mercoledì 12 agosto 2009

COMUNICATO STAMPA DI ITALIA NOSTRA SUL PIANO CASA DELLA REGIONE LAZIO

Riceviamao e volentieri pubblichiamo:
ITALIA NOSTRA
Associazione Nazionale per la Tuteladel Patrimonio Storico, Artistico e Naturale S ezione di Roma0 0192 - Roma – Via dei Gracchi 187Tel. 06/45439118 - Fax 06/45439048 e-mail: italianostra@italianostraroma.it Regionale Lazio

COMUNICATO STAMPARoma, 29.07.09 ITALIA NOSTRA HA CHIESTO OGGI ALLE DUE COMMISSIONI DELLA REGIONE LAZIO URBANISTICA E CASA DI MODIFICARE IL PIANO CASA PROPOSTO DALLA GIUNTA

Oggi le due Commissioni regionali Urbanistica e Casa congiunte hanno ascoltato le osservazioni e le richieste delle associazioni sulla proposta della Giunta Marrazzo per il Piano casa che deve andare al voto del Consiglio del Lazio. Italia Nostra ha esposto le ragioni delle sue critiche chiedendo di modificare le parti più preoccupanti prima di votare la legge. Infatti mentre alcuni articoli sono positivi altri peggiorano addirittura la proposta governativa. Sono valide le prescrizioni che non permettono gli interventi nei centri storici, nelle aree protette, sulle coste, le sopraelevazioni ed inoltre la possibilità per gli inquilini degli alloggi pubblici di poterli riscattare. E’ positivo l’obbligo di rispettare gli standards di verde, servizi e parcheggi, ma non certamente la possibilità di andarli a reperire nelle aree agricole. Italia Nostra ha chiesto in particolare che vengano modificati i seguenti punti : per la giusta esclusione dagli interventi nelle zone “A” di piano regolatore ( centro storico ) - va precisato che per Roma vale la classificazione zona “città storica” del nuovo piano che purtroppo ha eliminato la zona “A” - i 38 mesi ( tre anni) previsti come scadenza per usufruire di tutti gli interventi sono eccessivi : è necessario ridurre i termini come ha scelto la regione toscana (31.12.2010) o come hanno previsto le altre regioni visto che il provvedimento riguarda un’emergenza temporaneaintrodurre, la norma che l’edificio deve essere accatastato e non devono essere conteggiate le parti che in passato sono state oggetto di condono edilizio.di eliminare la possibilità di consumare aree agricole sia con la norma di trovare gli standards in quelle aree sia di prevedere l’ampliamento dei confini dei nuclei abusivi facendo passare, nel relativo articolo un vero e proprio strisciante premio alle attività abusive. Oltre al fatto che non c’entra con l’emergenza abitativa o con lo sviluppo edilizio è un’ulteriore incentivo a proseguire con l’abusivismo.eliminare la possibilità di ampliamenti delle strutture diverse dalla residenza ( capannoni ecc.) in quanto il piano doveva riguardare solole destinazioni abitative. Per Italia Nostra questa legge poteva diventare, e ancora lo potrebbe, l’occasione per un modello di sviluppo del territorio che invece di continuare a consumare suolo e a distruggere quello che resta del nostro patrimonio paesaggistico creasse occasioni di vero recupero e riuso degli edifici in degrado e specialmente delle aree dismessee..Sull’impostazione generale della proposta si è fatto presente che il grave problema sociale di risolvere l’emergenza abitativa delle famiglieche non possono affrontare i forti costi degli attuali affitti non sembra potere trovare una risposta valida in quanto si fa riferimento al consenso dei privati di accettare quote di affitti concordati in cambio di premi di cubatura o attraverso quelle compensazioni che stanno producendo gravi compromissioni sul territorio.La proposta non privilegia la costruzione di edilizia residenziale pubblica, l’unica veramente che potrebbe offrire alloggi utili per l’emergenzae calmierare i prezzi gonfiati del mercato immobiliare. Perché non si prevede di utilizzare tutte le aree libere e disponibili dei vecchi piani di zona o quelle dell’ATER per una quota consistente di alloggi pubblici ? Esiste un censimento fatto ci sembra dall’Università Roma3 già disponibile per questa decisione.L’equazione che si fa tra emergenza abitativa e necessità di nuove edificazioni con enorme consumo di suolo e specialmente di suolo agricolo non ha mai risolto in tutti questi anni il problema della casa.Mentre cresce l’invenduto non si finanzia in prevalenza l’edilizia di proprietà pubblica né si prevedono seri piani di recupero delle numerose aree dismesse o in degrado.L’emergenza sociale non può essere usata come grimaldello per giustificare e permettere di continuare la cementificazione del territorio. Italia Nostra, infine, ha informato le commissioni che appoggia la legge di iniziativa popolare promossa da comitati e associazioni di cittadini “sul diritto ad abitare” e che ritiene un dovere da parte delle forze politiche regionali di confrontarsi con i cittadini su quella proposta prima di portare al voto in Consiglio la proposta della Giunta ITALIA NOSTRACONSIGLIO REGIONALE LAZIO E SEZIONE DI ROMA Per informazioni : 338.1137155