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Crac Di Mario, commissariata Banca Tercas (ovvero Bankitalia va ancora al traino dei pm)
l crac immobiliari fanno male, e le banche cercano di evitarli
come la peste. Prova ne è la determinazione che Unicredit e altre banche
stanno mettendo per evitare il fallimento delle società Imco e Sinergia
dei Ligresti. O l’impegno che ci ha messo Intesa Sanpaolo per salvare
dal fallimento la società Risanamento (ex gruppo Zunino).
Il connubio con gli immobiliaristi, comunque, continua a fare danni alle banche. Segno che negli ultimi dieci anni si è davvero esagerato. L’ultima tegola si è abbattuta sull’ex Cassa di risparmio di Teramo, oggi Banca Tercas, appena commissariata dal Tesoro, su proposta della Banca d’Italia.
L’istituto è stato sottoposto ad amministrazione straordinaria «per gravi irregolarità e violazioni normative, ai sensi del Testo Unico Bancario». Stando al comunicato diffuso dal commissario Riccardo Sora (che ha ricoperto analogo incarico nel commissariamento della riminese Banca Carim), «la proposta è stata formulata a seguito delle risultanze di accertamenti ispettivi di vigilanza disposti anche a seguito del coinvolgimento di Tercas in un procedimento penale della Procura di Roma, relativo al fallimento di un gruppo immobiliare». Trattasi della Di.Ma Costruzioni, il gruppo dell’immobiliarista romano Raffaele Di Mario, che a quanto pare avrebbe creato un buco da circa 800 milioni. Dagli accertamenti di Bankitalia sono emersi «l’inadeguatezza degli assetti di governance e dei controlli interni nonché gravi irregolarità operative». Banca Tercas è esposta per circa 23 milioni, e pochi giorni fa aveva annunciato un aumento di capitale di 60 milioni.
Vale la pena di notare che ancora una volta la Banca d’Italia, che pure avrebbe tutti gli strumenti per vigilare, si muove al traino di un’indagine penale. Anche stavolta, infatti, gli “accertamenti” sono stati condotti «nella più ampia collaborazione istituzionale con la Procura di Roma». Come è accaduto anche con i casi Delta e Banca Carim. Una formula elegante per dire: siamo intervenuti perché ci hanno chiamato i pm.
P.S. «La clientela può quindi continuare a rivolgersi agli sportelli della banca, che prosegue regolarmente la propria attività».
Il connubio con gli immobiliaristi, comunque, continua a fare danni alle banche. Segno che negli ultimi dieci anni si è davvero esagerato. L’ultima tegola si è abbattuta sull’ex Cassa di risparmio di Teramo, oggi Banca Tercas, appena commissariata dal Tesoro, su proposta della Banca d’Italia.
L’istituto è stato sottoposto ad amministrazione straordinaria «per gravi irregolarità e violazioni normative, ai sensi del Testo Unico Bancario». Stando al comunicato diffuso dal commissario Riccardo Sora (che ha ricoperto analogo incarico nel commissariamento della riminese Banca Carim), «la proposta è stata formulata a seguito delle risultanze di accertamenti ispettivi di vigilanza disposti anche a seguito del coinvolgimento di Tercas in un procedimento penale della Procura di Roma, relativo al fallimento di un gruppo immobiliare». Trattasi della Di.Ma Costruzioni, il gruppo dell’immobiliarista romano Raffaele Di Mario, che a quanto pare avrebbe creato un buco da circa 800 milioni. Dagli accertamenti di Bankitalia sono emersi «l’inadeguatezza degli assetti di governance e dei controlli interni nonché gravi irregolarità operative». Banca Tercas è esposta per circa 23 milioni, e pochi giorni fa aveva annunciato un aumento di capitale di 60 milioni.
Vale la pena di notare che ancora una volta la Banca d’Italia, che pure avrebbe tutti gli strumenti per vigilare, si muove al traino di un’indagine penale. Anche stavolta, infatti, gli “accertamenti” sono stati condotti «nella più ampia collaborazione istituzionale con la Procura di Roma». Come è accaduto anche con i casi Delta e Banca Carim. Una formula elegante per dire: siamo intervenuti perché ci hanno chiamato i pm.
P.S. «La clientela può quindi continuare a rivolgersi agli sportelli della banca, che prosegue regolarmente la propria attività».
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