2.381 ettari di campagna minacciati da 22 milioni di
metri cubi di cemento: una nuova città grande come quattro Viterbo. Il
piano di housing sociale del Campidoglio prende forma. E tra comitati e
associazioni è subito rivolta. Legambiente: "Alemanno cede l'Agro romano
ai privati per recuperare voti". Tamborrino (Territorio Roma):
“Emergenza abitativa? Non si affronta così” DI AMBRA MURÈ
2.381 ettari di Agro romano minacciati da 22 milioni di
metri cubi di cemento. Oltre 190 mila nuove stanze. Là dove ora c’è
l’erba, rischia di esserci una città. Grande come quattro Viterbo !!!!!!
Un
tratto di biro e 160 aree agricole si preparano a diventare edificabili
grazie al piano comunale di “housing sociale” del Campidoglio. La causa è
di quelle buone, così almeno sostiene Gianni Alemanno. “L'effetto
finale di tutto questo – spiegava alcuni mesi fa il primo cittadino –
sarà che potremmo offrire sul mercato case con mutui e affitti a prezzi
molto più bassi di quelli che si sono mai potuti vedere in questa
città”. Ma secondo Legambiente Lazio quella dell’housing è solo
“un’orribile scusa” per dare il via a una “disastrosa cementificazione”
grazie alla quale un sindaco già proiettato in campagna elettorale
“tenta di recuperare voti nel più brutto dei modi”.
ANCHE AREE VINCOLATE
- “Dopo il tentativo sull'acqua – attacca il presidente di Legambiente
Lazio, Lorenzo Parlati – adesso Alemanno vorrebbe cedere ai privati
anche l'Agro romano”. Andando ben oltre le loro più rosee aspettative:
“i costruttori avevano chiesto l’1% del territorio comunale e Alemanno
ne elargisce quasi il 2%”. Dal bando per l'housing sociale (che risale
all’ottobre del 2008) gli ambientalisti non si aspettavano nulla di
buono. “Ma i risultati che Alemanno vorrebbe approvare sono peggiori di
qualsiasi incubo”. Basta infatti una rapida occhiata alla mappa diffusa
dal Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica per rendersi
contro che tra le proposte giudicate ammissibili ci sono “aree
bellissime e vincolate, adiacenti a pregiate aree protette: dall'Appia
Antica a Veio, alla Riserva del Litorale, alla Marcigliana, passando per
tanti altri parchi”.
COME NEGLI ANNI 70 – “Mi sembra di essere tornato indietro agli anni Settanta”, esclama sconsolato Parlati. Oggi come allora la strada scelta è quella del consumo di suolo, dell’espansione. Per di più, precisa Luigi Tamborrino, presidente dell’associazione “Territorio Roma”, tutto questo avviene “in deroga agli strumenti urbanistici vigenti: il Piano regolatore, innanzitutto, ma anche il Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) e quello territoriale provinciale generale (Ptpg)”. Il presidente di “Territorio Roma” non ha dubbi: “questa montagna di metri cubi creerà periferie indistinte in pieno Agro romano. Seppellendo la pianificazione urbanistica, insieme a qualunque possibilità di futura riqualificazione”.
IN NOME DELL’EMERGENZA CASA – Non è solo questione di scrupoli ambientalisti. Tra la difesa dell’Agro romano e il diritto all’abitare non c’è alcuna contrapposizione. Semplicemente perché la soluzione a questo “serio problema”, suggerisce la direttrice di Legambiente Lazio Cristiana Avenali, andrebbe piuttosto cercata “nell’enorme quantità di residenze esistenti e in costruzione ma invendute”. I numeri parlano da soli. Alemanno dice che a Roma servono 30 mila alloggi. Nessun problema, visto che, secondo Legambiente, le case vuote in città sono addirittura 245 mila. Peraltro, aggiunge Luigi Tamborrino, l’emergenza abitativa sarebbe “perfettamente affrontabile con gli attuali strumenti”. A partire dalla delibera 110 del 2005, che ha introdotto il principio del canone concordato (di fatto, il fratello gemello dell’housing sociale). E previsto l’istituzione di un’Agenzia degli affitti col compito di coordinare e conciliare domanda e offerta di abitazione. “Se Alemanno ha così a cuore il problema della casa, perché dopo sette anni l’Agenzia non è ancora stata istituita?”.
COME NEGLI ANNI 70 – “Mi sembra di essere tornato indietro agli anni Settanta”, esclama sconsolato Parlati. Oggi come allora la strada scelta è quella del consumo di suolo, dell’espansione. Per di più, precisa Luigi Tamborrino, presidente dell’associazione “Territorio Roma”, tutto questo avviene “in deroga agli strumenti urbanistici vigenti: il Piano regolatore, innanzitutto, ma anche il Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr) e quello territoriale provinciale generale (Ptpg)”. Il presidente di “Territorio Roma” non ha dubbi: “questa montagna di metri cubi creerà periferie indistinte in pieno Agro romano. Seppellendo la pianificazione urbanistica, insieme a qualunque possibilità di futura riqualificazione”.
IN NOME DELL’EMERGENZA CASA – Non è solo questione di scrupoli ambientalisti. Tra la difesa dell’Agro romano e il diritto all’abitare non c’è alcuna contrapposizione. Semplicemente perché la soluzione a questo “serio problema”, suggerisce la direttrice di Legambiente Lazio Cristiana Avenali, andrebbe piuttosto cercata “nell’enorme quantità di residenze esistenti e in costruzione ma invendute”. I numeri parlano da soli. Alemanno dice che a Roma servono 30 mila alloggi. Nessun problema, visto che, secondo Legambiente, le case vuote in città sono addirittura 245 mila. Peraltro, aggiunge Luigi Tamborrino, l’emergenza abitativa sarebbe “perfettamente affrontabile con gli attuali strumenti”. A partire dalla delibera 110 del 2005, che ha introdotto il principio del canone concordato (di fatto, il fratello gemello dell’housing sociale). E previsto l’istituzione di un’Agenzia degli affitti col compito di coordinare e conciliare domanda e offerta di abitazione. “Se Alemanno ha così a cuore il problema della casa, perché dopo sette anni l’Agenzia non è ancora stata istituita?”.
Ambra Murè - Giovedì, 24 Maggio 2012
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