domenica 15 dicembre 2013

ATTENZIONE: arrivano nuove norme di materia di "tutela del diritto d'autore in rete", che potrebbero nella sostanza IMPEDIRE quell'utilizzo "di brani, o di parti di opera", ad esempio ARTICOLI DI GIORNALE, "e la loro comunicazione al pubblico", usi che "sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione" !!! E che riguarderebbe anche la VOSTRA pagina Facebook !!! Incredibilmente un governo che continua a restare al servizio di una classe politica screditata e dei soliti poteri forti, tenta di sottrarre al controllo del parlamento una materia delicatissima per la libera informazione in rete !!



Cari amici lettori, questo blog, che NON ha alcun fine di lucro, UTILIZZA, ad evidente scopo di critica e di discussione, articoli da quotidiani presenti sia in rete che in edicola.
Tale utilizzo, che -ripetiamo- NON ha alcun fine di lucro, viene effettuato ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche ed integrazioni (in particolare Legge n. 43/2005; D. Lgs. n. 118/2006, legge n. 2/2008, art. 70 comma 1), che prevede che:
 Il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se effettuati per uso di critica o di discussione, nei limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all'utilizzazione economica dell'opera”.
Ebbene ORA, unico caso in Europa in cui la regolamentazione di una materia così delicata, INVECE di essere oggetto di decisione da parte del parlamento, ossia degli eletti del popolo, viene LASCIATA ad una Autority, ossia un ente burocratico NON eletto dai cittadini, la Autorità per la vigilanza delle telecomunicazioni, che sta per tirare fuori un Regolamento MOLTO MOLTO RESTRITTIVO, che lascia il campo a possibili  forme di abuso da parte di CONTROINTERESSATI ad una libera informazione, richiedendo per la libera informazione in rete forme complesse e costose di replica !
Leggete qui:
  L'AG-COME - Autorità per la vigilanza per le comunicazioni- agirà "dietro istanza del titolare del diritto", e poi direttameNte provvederà ad ORDINARE al provider alla rimozione del contenuto !!
A chi magari ha utilizzato copia di un articolo da un o più quotidiani -COME IN QUESTO CASO- semplicemente per farne una discussione, magari ad approfondimento di aspetti poco trattati, e male trattati, oppure per segnalare ai cittadini problematiche varie -come noi spesso facciamo- NON verrà dato alcun modo per difendere quell'utilizzo "per scopo di critica e di discussione", che è espressamente AUTORIZZATO dalla suddetta normativa !!!
ANCHE DA PARTE DEL GOVERNO LETTA DUNQUE, NON POSSIAMO CHE CONSTATARE L'INTENTO DI LIMITARE E RENDERE PROBLEMATICA LA LIBERA INFORMAZIONE IN RETE !!! 
CITTADINI LETTORI, ANCHE PER QUESTO QUESTA CLASSE POLITICA VA MANDATA A CASA, !!!

P.S. - ATTENZIONE, SONO GLI STESSI CHE STANNO STUDIANDO...COME TASSARE ANCHE GLI SMARTPHONE....
LINK:  CORRIERE DELLA SERA.
E NON SOLO.....CI SONO ANCHE ALTRI PROVVEDIMENTI, CHE SAREBBERO DEVASTANTI !!!

LEGGETE QUI DA FATTO QUOTIDIANO: 
Bye bye Internet, la settimana nera delle nuove tecnologie.
LEGGETE QUI DA FATTO QUOTIDIANO:
Nessuno avrebbe mai potuto pensare che in un Paese già fanalino di coda europeo in termini di diffusione di Internet ed appena uscito da quasi un ventennio di governo del Signore del telecomandoSilvio Berlusconi, sarebbe stato possibile allontanare ancora di più i cittadini e le imprese dalle nuove tecnologie e dal futuro.
Eppure ci siamo riusciti.
Sono bastati una manciata di giorni a Parlamento, ministri, Governo ed Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per riuscire in un’impresa inedita e, probabilmente, unica al mondo: mettere Internet in un sacco tricolore e gettarla lontana dai cittadini e dalle imprese del Bel Paese.
Un’asciutta rassegna di quanto accaduto nell’ultima settimana è, purtroppo, sufficiente a supportare una tanto amara conclusione.
La Camera dei Deputati, ieri, ha detto si alla c.d. webtax – creatura dell’On. Francesco Boccia (Pd) – che impone alle imprese italiane di acquistare servizi online solo ed esclusivamente da soggetti dotati di una partita Iva italiana.
(IL SOLITO BEN NOTO, ED ORMAI FAMIGERATO FRANCESCO BOCCIA, DEL PD !!!!)

Un’iniziativa, quella del parlamentare del Partito democratico, duramente criticata dallo stesso Ministero dell’Economia che l’aveva bollata come incostituzionale e contraria al diritto europeo.
Ora tra i fornitori di servizi online del mondo intero e il nostro Paese c’è un fossato fatto di burocrazia e un indistricabile – persino per un’impresa italiana – groviglio di leggi e leggine fiscali che, difficilmente, contribuirà a rendere l’Italia una meta ambita delle grandi Internet company.

ANCHE IL FATTO QUOTIDIANO SI OCCUPA DELL'INCREDIBILE INIZIATIVA CENSORIA DELL'AG-COM:
Il 12 dicembre, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha varato la sua personalissima nuova legg(ina) sulla tutela del diritto d’autore online, attribuendosi – in un’inedita sintesi dei tre poteri dello Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario, ndr) – il potere di vita o di morte su qualsiasi genere di contenuto pubblicato online e ripromettendosi di esercitarlo nell’ambito di procedimenti sommari da codice militare di guerra e previo sostanziale esautoramento dei Giudici che, sino ad oggi, si sono occupati di far rispettare le leggi in materia online come offline.
(QUESTA NORMATIVA RIGUARDERA' -TENETELO BEN PRESENTE- ANCHE LE VOSTRE PAGINE FACEBOOK !!!!)
L’Autorità potrà anche ordinare ai nostri Internet services provider di dirottare il traffico diretto verso talune piattaforme, contribuendo così – se la web tax non bastasse – all’ulteriore isolamento telematico del nostro Paese.
Altro che Internet nuova agorà e piazza pubblica telematica: chiunque potrà ottenere la rimozione della nostra “parola in digitale” in una manciata di ore, semplicemente scrivendo all’Agcom e sostenendo – a torto o a ragione – che stiamo usando un sottofondo musicale che gli appartiene.
Sempre ieri, frattanto, il Consiglio dei ministri ha approvato il c.d. Decreto Destinazione Italia, titolo che suona quasi ironico, almeno in relazione alle cose di Internet.
Anche se il testo del provvedimento – nel pieno rispetto delle politiche di open gov (!!!) – non è ancora noto, nel pacchetto ci sono due disposizioni che lasciano senza parole.
Una prima stabilisce che per linkare, indicizzare, embeddare, aggregare un contenuto giornalistico occorre prima chiedere il permesso alle associazioni di categoria degli editori e pagare il prezzo che dovrà essere concordato con queste ultime o, qualora ciò non risultasse possibile, stabilito dalla solita onnipresente Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni
 Una manciata di caratteri per riscrivere radicalmente le dinamiche di circolazione delle informazioni online e trasformare la Rete in una piccola – e neppure troppo moderna – televisione nella quale pochi decidono chi può dire cosa.
L’altra disposizione contenuta nel piano “Destinazione italia”, nato per attrarre le imprese estere verso il nostro Paese, dice, più o meno, che la lettura dei libri verrà incentivata attraverso un opportuno programma di benefici fiscali che, tuttavia, non riguarderanno i libri elettronici. 
Davvero una disposizione illuminata in un’epoca storica nella quale, ormai, ci siamo tutti abituati a leggere, quel poco che leggiamo, su un tablet. C’è solo da chiedersi quale impresa editrice di carta straniera si voglia invitare a far rotta sul nostro Paese attraverso una simile corbelleria protezionistica.
Una pioggia di provvedimenti che basterebbero a fare di quella che si sta per concludere la settimana nera di Internet in Italia, ma non basta ancora.

ANCHE IL FATTO QUOTIDIANO SI OCCUPA DELL'INCREDIBILE IDEA DELLA SIAE DI TASSARE GLI SMARTPHONES !!!
Negli stessi giorni, infatti, è trapelata anche la notizia che il Ministro dei beni e delle attività culturali, Massimo Bray, stia per varare un nuovo decreto – sembrerebbe trasmessogli via mail con tanto di correzioni in rosso – dalla Siae, attraverso il quale, nelle prossime ore, stabilirà che, nel 2014, i prezzi di smartphones, tablet e PC – oltre ad una lunga serie di altri supporti e dispositivi di registrazione – in Italia, aumenteranno complessivamente, di oltre cento milioni di euro.
Un’altra misura illuminata in un Paese di analfabeti digitali e che sconta un gap senza eguali in Europa in termini di uso delle nuove tecnologie.
Tutto considerato, pare proprio che la novella Arca di Noè che traghetterà il mondo verso il futuro e lontano da un sistema economico e politico prossimo alla fine, salperà senza il nostro Paese a bordo.
Altro che “Yes we can”, in Italia stiamo dicendo, a voce alta, “Bye, Bye Internet!”.

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