Metro B1: le irregolarità del progetto non fermano l’appalto Jonio-Bufalotta
Intervista ad Andrea Staffa Presidente del Cdq “Salviamo Talenti”
di Concetta Di Lunardo - 27/02/2012
Non accennano a
placarsi in IV Municipio le polemiche tra Comune di Roma e gran parte
dei Comitati di quartiere sul prolungamento della Metro B1
Jonio-Bufalotta, che si vorrebbe finanziata ricavando 649 milioni di
euro da “valorizzazioni immobiliari” in un territorio stremato negli
ultimi anni da 20 milioni di metri cubi di edilizia residenziale con un
impatto ambientale paralizzante anche per la viabilità e la qualità
della vita. Il Coordinamento dei Comitati di quartiere del Municipio IV,
avvalendosi di un qualificato gruppo di esperti di professori
universitari produceva sul progetto e trasmetteva al comune di Roma
nell’ottobre 2011, un ponderoso documento di osservazioni, in cui
venivano segnalate numerose e rilevanti criticità a più livelli. Il
comune di Roma a gennaio 2012 pubblicava infine sul suo sito il
Documento della Partecipazione previsto dal Procedimento Partecipativo
in corso, ma a tale documento il Coordinamento replicava in data 31
gennaio 2012 segnalando ancora i principali limiti del progetto nel
Documento non chiariti.
Ne parliamo con Andrea Staffa Presidente del Cdq “Salviamo Talenti.”
Perché il coordinamento Cdq,
pur non dichiarandosi contrario alla Metro se finanziata con denaro
pubblico, ne contrasta il progetto?
Innanzitutto i costi elevatissimi di
costruzione, 649 milioni di euro per meno di 4 Km e tre fermate, un
costo quasi il doppio rispetto ad analoghi progetti italiani ed esteri e
che avrà un impatto forte sui costi di esercizio, per un’utenza stimata
da Roma di soli 9330 passeggeri all’ora, utenza che non giustifica le
cifre del progetto e che potrebbe essere ovviata con soluzioni meno
onerose, per esempio una tramvia di superficie in corsia protetta, con
un’adeguata frequenza, del tutto analoga a quella in via di
realizzazione da parte dello stesso Comune lungo il Corridoio del
trasporto pubblico dall’EUR a Tor Pagnotta.
L’aver denunciato irregolarità
del progetto non ha fermato l’assessore Aurigemma che dichiara a
Repubblica, prossimi l’appalto e l’avvio dei lavori.
Il progetto della Metro B1 nella tratta
Conca d’Oro-Jonio presenta rilevanti irregolarità, segnalate
dall’Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (delib. n. 31/2011),
che ha aperto anche procedure di verifica sul progetto in esame.
Nonostante rilievi e proteste della cittadinanza, nonostante l’elevato
costo e la mancanza di fonti di finanziamento certe e la necessità di
una variante urbanistica al vigente PRG (essendo mutato il tracciato) il
comune di Roma sta proseguendo come un treno sulla strada dell’appalto e
dell’avvio dei lavori.
Sui costi esagerati e ubicazione del’opera?
Circa 153 milioni di euro al Km, a
fronte di costi ben più ridotti sia a Milano che a Torino, mentre i
ricavi non sarebbero sufficienti a coprire le spese di esercizio, per
far fronte alle quali il comune di Roma dovrebbe in seguito farsi carico
annualmente di svariate decine di milioni di Euro all’anno, il che con
la situazione debitoria del comune di Roma, appare inaccettabile e
presupporrebbe ulteriori tagli a servizi dei cittadini ed aumenti di
tasse . Appare inoltre incredibile, e forse rivelatore di altri ancora
celati obiettivi, che il comune di Roma stia andando a portare i due
prolungamenti della Metro B, Metro B2 da Rebibbia a Casal Monastero, e
Metro B1 da Jonio a Bufalotta-Porta di Roma, quasi a toccarsi, in quanto
i due capolinea sono progettati in prossimità del G.R.A. a soli km 3,8
l’uno dall’altro, fatto trasportisticamente del tutto incongruo, se si
considera che avviene in un arco complessivo dello stesso G.R.A. di
oltre 60 km.
L’analisi costi-benefici sui trasporti?
Il programma di esercizio della linea
B1 evidenzia una portata massima di soli 9.330 passeggeri/ora, che
porterebbe un beneficio alla città in termini di spostamento modale
verso il trasporto pubblico molto ridotto, ossia di solo 1,5%. Il
prolungamento “pesante” della linea Metro B1 pesante che si vuole
realizzare appare quindi del tutto ipertrofico rispetto alle esigenze
trasportistiche dichiarate dell’area. Non è stata proposta alla
cittadinanza alcuna seria alternativa, che potrebbe consistere nella
realizzazione di una linea “tram veloce di superficie” in corsia
protetta, di minor impatto, con potenzialità di servizio più capillari, e
costi di esercizio minori. Particolarmente incongrua appare
l’attestazione del capolinea dell’opera non all’esterno del G.R.A., ove
potrebbe più facilmente attrarre il bacino di utenza della popolosa area
a nord del raccordo, ma all’interno dello stesso, con un prevedibile
aumento del traffico veicolare, tale da mettere in definitiva crisi
l’uscita Bufalotta .
I Comitati chiedono che il Comune ritiri subito il Progetto presentato o un terza fase del processo partecipativo?
Innanzitutto che si riapra una terza
fase di “progettazione partecipata”, al fine di procedere ad una più
ampia valutazione delle esigenze di mobilità di questa parte della
città, e delle possibili alternative alla scelta progettuale di
metropolitana pesante. Nel caso di prosecuzione dell’iter del progetto
di prolungamento così come attualmente previsto, nonostante le
inequivocabili carenze dei dati trasportistici, urbanistici, ed
economici messi in evidenza con le Osservazioni del 30 ottobre 2011,
ribadite a gennaio 2012 in risposta al Documento della Partecipazione,
il Coordinamento dei CDQ è pronto ad agire in tutte le sedi opportune al
fine di tutelare e garantire gli interessi della cittadinanza del
Municipio IV di Roma, procedendo in particolare a ricorsi formali nelle
sedi amministrative deputate avverso ogni ulteriore atto e/o passo
amministrativo che l’Amministrazione comunale di Roma intenda portare
avanti.
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