UN'AMARA LEZIONE PER ALEMANNO ! NON GLI E' SERVITO A NULLA TENTARE DI NASCONDERE LA VORAGINE DEL DEBITO LASCIATAGLI DA VELTRONI PER POTER FARE LE ASSUNZIONI NELLE MUNICIPALIZZATE ! NE' DICHIARARE, COME AVEVA FATTO UN MESE FA, CHE AVEVA "RIDOTTO IL DEBITO DI 3 MILIARDI !
Rileggetevelo:
LA DURA LEGGE DEI NUMERI LO TRAVOLGE ED APPARE ORMAI EVIDENTE CHE IL COMUNE DI ROMA E' AL DISSESTO !!!
LEGGETE IN PROPOSITO IL FATTO QUOTIDIANO ON LINE .
IL TESTO:
Una denuncia pesante sul buco di bilancio di Roma, arrivata dal gruppo
di Sel in Campidoglio – che punta il dito sui conti comunali e sulla
gestione della giunta di centrodestra – è arrivata dopo l’incontro tra Gianni Alemanno e Mario Monti. “Abbiamo un piano di rientro oscuro, nascosto agli stessi consiglieri capitolini – ha spiegato il consigliere Gemma Azuni
– su cui si sono spesi fiumi di inchiostro tra interrogazioni,
richieste di Assemblea straordinaria e interrogazioni parlamentari”.
Atti rimasti senza una risposta.
Con una spada di Damocle appesa al
sottile filo del giudizio di costituzionalità sul decreto del 2008 che
salvò Roma dal dissesto ereditato anche dalle giunte di centrosinistra,
su cui la Consulta si dovrà esprimere a breve.
Per ora di certo c’è solo l’allarme sui bilanci della capitale, appesantiti da un debito pregresso e salvati, almeno per il momento, da una decisione di tre anni fa di Silvio Berlusconi, che, con un decreto legge, ha affidato i debiti alla gestione commissariale. “Quell’accordo prevedeva nel contempo l’erogazione annua di 500 milioni di euro – spiega al fattoquotidiano.it Gemma Anzuni - per almeno dieci anni, a copertura di un buco di bilancio accumulato nel passato che non ci è mai stato ufficialmente comunicato in Consiglio”. Di quei soldi, Roma ha visto solo la prima tranche nel 2009: “Per gli anni successivi – prosegue Anzuni – vi è stato un accordo per valorizzare quindici ex caserme, originariamente concesse in riqualificazione al comune di Roma. Ma il governo non ha mai trasferito la proprietà all’amministrazione di Roma”. E oggi i conti non tornano.
Questo è il dossier che Gianni Alemanno ha discusso con Monti lunedì scorso, in un colloquio privato, dove si è parlato – secondo un comunicato di Palazzo Chigi – della possibile crisi di liquidità di Roma.
Per ora di certo c’è solo l’allarme sui bilanci della capitale, appesantiti da un debito pregresso e salvati, almeno per il momento, da una decisione di tre anni fa di Silvio Berlusconi, che, con un decreto legge, ha affidato i debiti alla gestione commissariale. “Quell’accordo prevedeva nel contempo l’erogazione annua di 500 milioni di euro – spiega al fattoquotidiano.it Gemma Anzuni - per almeno dieci anni, a copertura di un buco di bilancio accumulato nel passato che non ci è mai stato ufficialmente comunicato in Consiglio”. Di quei soldi, Roma ha visto solo la prima tranche nel 2009: “Per gli anni successivi – prosegue Anzuni – vi è stato un accordo per valorizzare quindici ex caserme, originariamente concesse in riqualificazione al comune di Roma. Ma il governo non ha mai trasferito la proprietà all’amministrazione di Roma”. E oggi i conti non tornano.
Questo è il dossier che Gianni Alemanno ha discusso con Monti lunedì scorso, in un colloquio privato, dove si è parlato – secondo un comunicato di Palazzo Chigi – della possibile crisi di liquidità di Roma.
Una situazione che potrebbe aggravarsi, con due pericoli imminenti. Il primo riguarda i bilanci delle municipalizzate (Atac e Ama, le principali, e una quota nella società mista Acea, oltre ad una miriade di controllate), vere mine che alla fine potrebbero esplodere all’interno delle casse comunali.
La seconda spada di Damocle riguarda proprio il decreto di commissariamento dei conti del 2008, che all’epoca salvò la giunta capitolina dal crack.
La seconda spada di Damocle riguarda proprio il decreto di commissariamento dei conti del 2008, che all’epoca salvò la giunta capitolina dal crack.
Quel provvedimento prevede che tutti i debiti
dell’amministrazione comunale precedenti il 28 aprile del 2008 non siano
più imputabili alle casse comunali, ma alla struttura commissariale.
In
sostanza si è creata una cassa apposita che dovrà occuparsi di saldare
gli arretrati ai fornitori, con tempi e modi da stabilire.
Il Consiglio di Stato
lo scorso novembre ha però aperto una possibilità a un gruppo di
aziende che vantano ancora oggi 20 milioni di credito, sollevando un
dubbio di costituzionalità che ora la Consulta dovrà dirimere. Se quel
decreto del 2008 dovesse essere giudicato incostituzionale – come
sospettano i giudici amministrativi – sulla giunta Alemanno si
riverseranno in un sol colpo i tantissimi milioni di arretrati mai
pagati a centinaia di fornitori. E a quel punto per le casse capitoline
sarebbe una catastrofe.
“Il vero problema – sottolinea ancora Azuni – è non aver mai comunicato ufficialmente a quanto ammonta questo debito”. Un passaggio che non è stato mai fatto, assicura il consigliere di Sel, neanche dall’attuale commissario straordinario che ha in mano i debiti passati, Massimo Varazzani.
“Il vero problema – sottolinea ancora Azuni – è non aver mai comunicato ufficialmente a quanto ammonta questo debito”. Un passaggio che non è stato mai fatto, assicura il consigliere di Sel, neanche dall’attuale commissario straordinario che ha in mano i debiti passati, Massimo Varazzani.
Un manager dai molteplici incarichi, un eclettico amico di Giulio Tremonti,
capace sedere ai vertici di Fintecna, di Sogei, dell’Enav e della Stt,
la società che gestisce il patrimonio del comune di Parma. “Il solo
incarico di commissario straordinario a Roma – aggiunge Emma Anzuni –
gli vale 250 mila euro all’anno, soldi messi nel capitolo di bilancio
del costo del personale del Campidoglio”.
Quel decreto firmato da Berlusconi nel 2008 gli dà un preciso mandato: effettuare “la ricognizione della situazione economico-finanziaria del Comune e delle società da esso partecipate, con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati”. Andare a vedere i conti, non solo del bilancio del Campidoglio, ma anche di colossi come Atac e Ama, società poi entrate nello scandalo parentopoli. Numeri ancora oggi non sono stati resi pubblici.
COMPRESO BENE ?
IL COMUNE DI ROMA -ORMAI IN DISSESTO- HA GRAVISSIMI PROBLEMI DI CASSA, CHE POTREBBERO DIVENTARE DRAMMATICI PER UNA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO !
Quel decreto firmato da Berlusconi nel 2008 gli dà un preciso mandato: effettuare “la ricognizione della situazione economico-finanziaria del Comune e delle società da esso partecipate, con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati”. Andare a vedere i conti, non solo del bilancio del Campidoglio, ma anche di colossi come Atac e Ama, società poi entrate nello scandalo parentopoli. Numeri ancora oggi non sono stati resi pubblici.
COMPRESO BENE ?
IL COMUNE DI ROMA -ORMAI IN DISSESTO- HA GRAVISSIMI PROBLEMI DI CASSA, CHE POTREBBERO DIVENTARE DRAMMATICI PER UNA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO !
MA NON ERA MEGLIO SE ALEMANNO FOSSE STATO SINCERO E TRASPARENTE CON LA SUA CITTADINANZA SIN DAL 2008, E SE DA QUEL MOMENTO IN POI AVESSE TENUTO VERAMENTE CONTO DELLA DRAMMATICA CONDIZIONE DEBITORIA DEL COMUNE ???
RIVEDETEVI UN NOSTRO VIDEO CON IL QUALE SEGNALAVAMO QUESTA SITUAZIONE, RIPRENDENDO UNA CONFERENZA STAMPA DI ASSOCIAZIONE ANTIGENE E FEDERCONSUMATORI SIN DAL LUGLIO 2011:
Nessun commento:
Posta un commento