LE STORICHE QUERCIE DI GIARDINO DI FAONTE PRIMA DEL MASSACRO DA PARTE DEL SERVIZIO GIARDINI DEL COMUNE DI ROMA:
LE STORICHE QUERCIE DI GIARDINO DI FAONTE SUBITO DOPO IL MASSACRO DA PARTE DEL SERVIZIO GIARDINI DEL COMUNE DI ROMA:
LE STORICHE QUERCIE DI GIARDINO DI FAONTE OGGI, A SEI MESI DALA DEVASTANTE POTATURA:
La quercia di via delle Vigne Nuove, un anno dopo.
Ecco
che ne è della grande quercia di Vigne Nuove, a sei mesi
dall'intervento di capitozzatura, con i moncherini dei rami mozzi tesi
al cielo.
Rivedetevi il massacro qui.
Un'immagine
che parla da se. Quella che era una grande quercia maestosa, (o meglio
due grandi querce intrecciate assieme) nume tutelare del quartiere,
amata dai suoi abitanti come immagine familiare, all'angolo della via
delle Vigne Nuove con via della villa di Faonte, ridotta ad albero
insignificante, grigiastro, malato, incapace di trasmettere alcuna
emozione. Non è più un grande albero dalla grande chioma frondosa, ma
ora la vegetazione si è ridotta afflitta attorno al tronco e ai rami
mozzi, quasi che ci fosse un rampicante infestante.
Non
una vera necessità, che sarebbe stata sacrosanta, la condannò alla
capitozzatura. Quei grandi rami sanissimi e armoniosi, che non davano
fastidio a nessuno, sono stati infatti malamente potati. Ora sono un
ingresso ideale per parassiti e marciumi e probabilmente affretteranno
la fine dell'albero. Chi ha eseguito la potatura, poco sensibile alla
bellezza e alla storia, sapeva che la quercia era comunque tutelata. Per
lei (e anche per lei) il famoso piano di rivalutazione ambientale (PRU)
"Fidene Valmelaina" aveva previsto di salvare perlomeno quel fazzoletto
di prato col casale, quel che resta del "giardino di Faonte"
condannando tutto il resto del polmone verde alla lottizzazione. Poco
più avanti infatti, in via Passo del Turchino, ci sono i resti della
villa di Faonte, un criptoportico in opera reticolata, dove morì Nerone.
Non potendo toglierla di mezzo il potatore l'ha potata in modo
drasatico, con la sega elettrica, sformandone per sempre il portamento
naturale.
Speriamo
di riuscire perlomeno a salvare da interventi analoghi gli altri alberi
di Montesacro, per i quali occorre una forte presa di coscienza. In
altre capitali europee, ma anche altri quartieri della capitale, penso
all'XI Municipio di Roma, gli alberi sono trattati meglio e hanno tutti
una bella aiuola di protezione vicino alle radici. Ciò rende tra
l'albero più sano e stabile e meno soggetto ad ammalarsi e a indebolirsi
o peggio ad abbattersi su cose e persone.
Ma anche una potatura inutile può indebolire un albero, come quella di via delle Vigne Nuove.
Luigi Cherubini
1 commento:
E' veramente un'indecenza. Queste capitozzature avvengono purtroppo in tutta Italia, sembra che i Comuni lo facciano apposta, forse piu' alberi si ammalano e piu' devono appaltare e piu' si danno soldi agli amici?
O forse è solo ignoranza.
Sta di fatto che dovrebbero affidare le potature a dei botanici e non a dei generici operai!
Per ogni umano servono 33 alberi sul pianeta. Senza alberi non c'è ossigeno e non si respra piu'..ma forse nei Comuni pensano di poter respirare i soldi..?
Ricordatevelo quando votate!
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