Roma,
Talenti. Come degradare un quartiere eccellente: fotografia della
situazione a oggi, fra sbandati, acqua fangosa e spazzatura (galleria
foto a fine testo)
Mancheranno
pure i denari ma, come nelle famiglie che devono barcamenarsi con
bilanci sempre più magri, si dovrebbe aguzzare l'ingegno e provvedere al
meglio delle possibilità.
Il
quartiere romano di Talenti/Monte Sacro Alto è stato da sempre fra
quelli d'élite, ha un'importante e grande strada commerciale come via
Ugo Ojetti, il valore delle case è stato sempre parecchio alto anche se
in questo momento di crisi economica accusa il colpo.
In tre decenni il quartiere ha cambiato aspetto.
Anzi, è bene essere più precisi, la mutazione vera è avvenuta negli
ultimi quasi quattro anni con una forte accelerazione nell'ultimo anno. Talenti si sta letteralmente sgretolando sotto i “colpi” di un sempre maggiore e sempre più rapido degrado.
Intanto
nell'area abbandonata che si affaccia su piazza Primoli, quella con i
parcheggi sotterranei, fanno la loro comparsa stendini con biancheria
sopra, mutande, calze, camicie e pantaloni appesi ad asciugare non
appena spunta il sole (vedi foto d'apertura dell'articolo).
Sotto la tettoia di uno dei passaggi al parcheggio sotterraneo, c'è il bivacco notturno, coperte, scarpe e masserizie varie.Non
riesce ad averla vinta neppure un minimo senso di umanità e senso del
decoro: il riferimento è alla situazione di quel gruppo di sbandati e
alcolizzati fra piazza Primoli e largo Pugliese. Possibile che
in una città così enorme e in municipio equivalente a Bologna, non si
possa trovare una sistemazione diversa e più sicura per queste persone? Eppure c'è già scappato il morto (vedi articolo “Roma, quartiere Talenti: muore un senzatetto”). E il quartiere deve avere per forza un dormitorio/lavanderia/latrina all'aperto?
Non
c'è mai stata un'autorità o un ente che, da anni, sia riuscito a
risolvere questa situazione. Questi senzatetto rimangono degli
invisibili per tutti, a prescindere dal colore politico e dall'eventuale
credo religioso.
Più
vicino al supermercato Carrefour, sulla piazza-parcheggio a pochi passi
dalla parrocchia di San Mattia, panchine utilizzate solo da questi
“invisibili”, accanto alle loro collezioni di cartoni e bottiglie di
vino e birra. A terra c'è di tutto, anche in quelle che dovevano essere
delle aiuole.
Ma il degrado non è solo questo.
Degrado
è anche incuria, è veder trasformare, per esempio, via Arturo Graf in
un fiume di fango per quell'annoso problema che ne vede sprofondare le
carreggiate, l'asfalto che si spacca a zolle e l'acqua piovana,
passando, dilava il terreno sottostante e diventa marrone.
Chi redige questo articolo, ha scritto per la prima volta su questo caso nel 1998, eppure dopo lavori che, a volte, sono stati presentati (con presunzione) come
"strutturali e risolutivi", nulla è cambiato: ogni nuova asfaltatura
fatta da almeno vent'anni a questa parte, dura solo pochi mesi, poi ecco
riapparire nuovi avvallamenti, le spaccature lungo la carreggiata
(soprattutto su quella in direzione Nomentana) e il processo di
decadimento ricomincia.
Caditoie e tombini? Inefficienti.
Metà
strada è invasa dall'acqua anche in una giornata di pioggia normale e
neppure continua, come fra il 13 e il 17 gennaio (le foto di questo
articolo si riferiscono a quei giorni): niente acquazzoni, non
c'è stato alcun violento e sovrabbondante rovescio, ma fiumi e laghetti a
terra sono comparsi ugualmente, compresa la spazzatura in ammollo,
visto che i secchioni Ama continuano a essere svuotati con estrema
difficoltà.
Tutta l'acqua di via Graf, per “naturale” pendenza, si riversa sull'incrocio con la Nomentana,
strada che è già in crisi di suo, che di tombini otturati ne ha già
troppi, che di pendenze sballate ne ha ancora di più, tanto che solo una
minima parte delle acque fangose sono incanalate verso alcune grate,
come accade ai ben tre chiusini che stanno quasi di fronte alla salita
di viale Rousseau (al marciapiede di fronte). Così l'acqua fa grandi
pozze anche per deboli piogge, anche qui c'è spazzatura in ammollo e,
sempre come in via Graf, a ogni auto e bus di passaggio, i pedoni sui
marciapiedi devono essere pronti allo scatto atletico, alla fuga dallo
spruzzo copioso e terroso.
LEGGETE L'INTERO ARTICOLO DI GIUSEPPE GRIFEO AL LINK SOPRA PROPOSTO.
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