ASSOCIAZIONE PER LA TUTELA DEL PARCO
DELLE SABINE
tutela.parco.sabine@gmail.com
Lo scandalo continuo del Parco delle
Sabine.
Lo scorso 5 maggio presso l’istituto Matteucci abbiamo avuto
il piacere di ascoltare l’Assessore alle Trasformazioni Urbane Prof. Caudo in
occasione della presentazione della Conferenza Urbanistica, strumento con il
quale l’attuale Amministrazione Capitolina ritiene di poter coinvolgere le
realtà territoriali nella condivisione delle scelte urbanistiche nel nostro
territorio.
Per quanto meritoria sia l’iniziativa, la realtà quotidiana,
purtroppo, sembra contraddire spietatamente tutte le buone intenzioni da cui
essa muove.
Si fa fatica a credere che le politiche di “rigenerazione
urbana” possano trovare terreno fertile in una città e in una realtà
territoriale come il III municipio in cui un intervento di urbanizzazione
razionale come la Centralità Urbana Bufalotta, pensato e progettato avendo come
riferimento elevati standard di sostenibilità ambientale ed urbanistica,
fallisce miseramente sotto i colpi di interessi particolari e non generali.
Come si può parlare di
“rigenerazione urbana” dell’esistente se non si è neanche in grado di garantire
il rispetto di una convenzione urbanistica, condivisa, approvata e sbandierata
ai quattro venti come il segno di una nuova politica dell’abitare nella città
di Roma?
Il Parco delle Sabine
rappresenta l’emblema di questo fallimento, frutto della debolezza del potere
pubblico che abdica al proprio ruolo di fronte alla forza di interessi
economici privati arrivando persino ad alienare pezzi di patrimonio pubblico
come nel caso vergognoso del centro sportivo Virtus privato, previsto in aree
del parco che sono anche di interesse
archeologico, e contro il quale l’associazione si opporrà in ogni modo
consentito dalla legge.
Le nostre ripetute denunce sullo stato di abbandono del parco
e sulla sua mancata realizzazione sono confermate dall’ultima, grave
circostanza dell’interruzione dell’irrigazione in tutte le aree del parco,
anche quelle aree minimali di verde attrezzato prospicienti al viale Carmelo
Bene.
Sollecitata più volte
a riattivare l’irrigazione, la Società Porta di Roma fa orecchie da mercante e
segna così il triste de profundis del Parco: decine di ettari destinati a
fornire solo foraggio per cavalli.
Davvero non si può
credere che l’inerzia dell’amministrazione pubblica sia tale da consentire alla
Società Porta di Roma, che solo temporaneamente ha la responsabilità della
manutenzione del parco, di decidere autonomamente dei destini di un parco
pubblico d’importanza vitale per tutto il III municipio, disattendendo in modo
così plateale tutti gli impegni sottoscritti e in base ai quali ha potuto
realizzare milioni di metri cubi di residenziale e lauti guadagni
Chiediamo a tutte le
autorità, sia del III municipio che del Campidoglio, di intervenire decisamente
per ripristinare un livello minimo accettabile di garanzie sulla gestione del
parco e le sollecitiamo ancora una volta ad assumersi tutte le responsabilità
che il ruolo pubblico elettivo impone loro. Il Parco delle Sabine deve finalmente
avviarsi ad essere a tutti gli effetti pubblico e se la Società che ha
attualmente in carico la gestione del Parco lamenta difficoltà finanziarie, è
ora che si proceda decisamente alla consegna del parco al Comune di Roma.
Associazione
per la Tutela del Parco delle Sabine
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