PROLUNGAMENTO B1: così nessuno lo
vorrebbe ma…
Nonostante
le numerosissime e fondate perplessità del territorio, abbiamo scoperto che il
progetto sta andando avanti senza che i
cittadini ne sappiamo nulla. Scopriamo come
di Luca
Coniglio
Ci eravamo lasciati addirittura prima di Natale 2011, con
l’ultima assemblea partecipativa riguardo il famigerato Prolungamento Metro B1
da Jonio a Bufalotta. L’unione degli attivissimi comitati di quartiere del
nostro territorio -oggi consolidatasi nella Comunità Territoriale del Municipio IV- aveva consegnato all’Amministrazione ben ventiquattro pagine
di dettagliate e fondate osservazioni che mettevano in luce le mille zone
d’ombra di questo progetto. Perplessità che partivano da un tracciato di poca efficacia
trasportistica, passando per un sistema di finanziamento davvero poco trasparente
e che concludevano mettendo seriamente
in discussione l’utilità di un’opera che, come la vuole il Comune, sembra
davvero costosissima (650.943.000,00 milioni di euro) di dubbia utilità per la collettività.
Sono passati oramai cinque
mesi, ma dagli uffici del Campidoglio mai nessuna risposta anzi, la beffa. L’
Assessorato alla Mobilità del Comune di Roma, nella persona di Antonello
Aurigemma, titolare di Via Capitan Bavastro e talentino puro sangue, ha chiuso
deliberatamente e unilateralmente il famoso processo partecipativo senza che di
fatto questo sia mai stato completato.
Infatti, come ci spiega il presidente
del Comitato Serpentara, Mimmo D’Orazio: “
La delibera comunale n.57 del 2006 prevede che il processo partecipativo
riguardo un’opera di interesse generale si componga di tre step: parte
informativa, parte consultiva e in fine il pezzo più importante, la
progettazione partecipata. Ebbene quest’ultima parte manca completamente,il
Comune ci ha chiuso la porta in faccia, rifiutandosi di renderci partecipi
della parte più importante”.
Effettivamente dalle riunioni prenatalizie
alle quali i cittadini hanno partecipato è sempre emersa chiaramente una palese
ambiguità dei nostri amministratori i quali, da una parte ci tenevano,
soprattutto in un periodo così vicino alla campagna elettorale, a mostrare il
volto collaborativo e partecipativo ma, dall’altra parte, erano determinati ad
andare per la loro strada sapendo che tutto era già stato deciso a tavolino. A
confermare questa sinistra ma consueta impressione è arrivata, come al solito,
la super beffa finale. Il Sindaco e l’ Assessore hanno infatti firmato l'ordinanza n.425 del 31 gennaio 2012
pubblicata all'albo pretorio prot.SC/2012/39980 del 1 febbraio 2012 dove
autorizza il prolungamento della metro B1 da Piazzale Ionio alla Bufalotta per
un importo totale di 650.943.000,00. Il tutto è accaduto GUARDACASO il
31/01/12, proprio il giorno in cui scadeva il termine per fare ricorso e
GUARDACASO la firma dell’ordinanza è stata affissa solo sull’ Albo Pretorio,
cioè la bacheca “fisica” che si trova in Campidoglio, difficilmente accessibile
e visibile dai residenti del nostro Municipio e invece, GUARDACASO, non è stata
pubblicata sul sito internet del Comune di Roma dove solitamente vengono
pubblicati tutti gli atti ufficiali dell’amministrazione capitolina e, a
maggior ragione, sarebbe stato doveroso inserire anche una delibera così
fondamentale. La situazione, come si può intuire, è davvero paradossale.
Si va
avanti nonostante tutto. Si va avanti nonostante di quei 650 milioni di euro
più di 400 verranno ottenuti grazie alle ennesime valorizzazioni immobiliari
(sigh…) le cui aree però verranno individuate SOLO DOPO LA PROGETTAZIONE.
Si
va dritti per la propria strada nonostante gli altri oltre 2 milioni dovranno
essere finanziati grazie alla stipula di un mutuo da parte di un
Comune che, come noto, è con l’acqua
alla gola da anni. “Abbiamo intenzione di
non arrenderci. Faremo un esposto alla Corte dei Conti perché, palesemente,
manca la copertura economica dell’opera. Inoltre ci appelleremo contro questo
processo di partecipazione farsa che non si è mai concluso ed è stato chiuso
unilateralmente. Questa volta non permetteremo all’Amministrazione di compiere
scelte scellerati, contro l’interesse della collettività, che rischiano di
gravare enormemente sulle generazione future.”
Certamente, come traspare
dalle parole di D’Orazio, ma anche di tutti i comitati che stanno portando
avanti questa lodevole battaglia, il senso di amarezza è grande.
Ancora una
volta, l’ennesima, si fanno le cose sottobanco, cercando di fare uscire alla
luce del sole il meno possibile, per avere meno problemi possibili, con
l’imperdonabile aggravante che in questo caso la politica ci ha voluto anche
dare l’illusione che contassimo qualcosa. Purtroppo, almeno per adesso, sembra
il contrario.
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