FONTE: http://archiviostorico.corriere.it/2012/marzo/30/Mezzaroma_architetto_Dolce_centro_Area_co_10_120330064.shtml
L' imprenditore cercò di prendere la gestione del circOLO. Mezzaroma, l' architetto Dolce e il centro «Area» caro a Alemanno. La famiglia: è il 10% della nostra attività ma pensammo che era meglio averlo noi.
Nel panorama variegato dei punti verde qualità (Pvq), Massimo Dolce lo conoscevano tutti, da anni. Ovunque ci fosse una possibilità di infilarsi spuntavano lui e il socio Marco Bernardini, con la «Maspen center sport». Ci sono riusciti con Spinaceto, ci hanno provato con l' Olgiata e con Tor Sapienza. Ma, a cavallo tra il 2007 e il 2008, l' operazione è stata tentata anche sul punto verde «Madonna di Campiglio», tra via della Mendola e via Cortina d' Ampezzo. Un boccone prelibato, in una zona di pregio, frequentata da politici, magistrati, giornalisti famosi. Il centro si chiama «Area» ed è un luogo caro alla destra romana. Non solo per il nome, che richiama (anche se non ci sono legami diretti) l' omonima associazione creata una quindicina d' anni fa da Gianni Alemanno e Francesco Storace e che edita - ancora oggi - anche una rivista, ma perché il bando per l' assegnazione lo vinse Massimo Boni, classe ' 55, ex militante dell' Msi dove era noto col soprannome di «Cico», l' aiutante di Zagor. Boni, per fare i lavori, tirò dentro un' imprenditore, Carlo Corsini, col quale diedero vita alla società «Executive Sport Center»: 50% all' uno, 50% all' altro. Qui, però, iniziano i problemi. I due soci litigano, Boni denuncia Corsini alla procura per i costi schizzati alle stelle, le rate del mutuo non vengono più pagate. Tra i due litiganti, spunta Massimo Mezzaroma che, con la holding di famiglia «Impreme», a maggio 2006 rileva le quote societarie, sborsando circa 3,5 milioni per pagare gli arretrati del mutuo e realizzare una serie di lavori. Il centro - con piscina all' avanguardia (disinfettata con gli ultrasuoni anziché il comunissimo cloro), sale riunioni, ristorante - a maggio 2007 viene chiuso, tra le proteste dei cittadini (che raccolgono 1.300 firme per la riapertura) e anche di diversi politici. Tra questi, anche un Alemanno non ancora sindaco, che abita in zona e che ha scelto quella struttura come sede di allenamenti, cene elettorali, riunioni di corrente. È in questo periodo che si fa largo Massimo Dolce: l' imprenditore entra in contatto coi Mezzaroma, si offre di prendere la gestione del circolo. Il presidente del Siena Calcio conferma: «Dolce l' ho incrociato anni fa. Era uno di quelli alla caccia di punti verde qualità». L' operazione, inizialmente, sembra andare a buon fine, tanto che sul sito di quartiere Vignaclarablog, in un messaggio postato il 12 marzo 2008, un abitante scrive: «Grazie a voi e alla collaborazione di tutti i firmatari della petizione si sono fatti sentire diversi consiglieri del XX Municipio e soprattutto il "Nuovo concessionario" del Pvq Massimo Dolce con cui abbiamo un appuntamento venerdì prossimo per concordare l' apertura del percorso vita (un camminamento con area ludica per bambini e spazio per gli animali, ndr)». Poi, però, qualcosa nella scalata al centro sportivo va sorto. La famiglia Mezzaroma si insospettisce, comincia a controllare le fatture, non si fida più di Dolce. Massimo e la sorella Barbara si consultano con alcuni amici, fanno qualche domanda in giro e, alla fine, decidono che è meglio fare da soli. Come mai? «Non ricordo bene, quel centro rappresenta il 10% della nostra attività. Ma pensammo che era meglio gestirlo per conto nostro». RIPRODUZIONE RISERVATA
Menicucci Ernesto
Pagina 2(30 marzo 2012) - Corriere della Sera
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