domenica 9 gennaio 2011

UNA SITUAZIONE MOLTO SIMILE PER L'ESPLOSIONE DELL'EDILIZIA A QUELLA ITALIANA, LA SPAGNA: L'IMMOBILIARE ZAVORRA L'ECONOMIA SPAGNOLA. MEDITATE, GENTE MEDITATE... NON VI RICORDA QUANTO E' ACCADUTO ANCHE DA NOI ?

FONTE: SOLE 24 ORE.

Il mattone fa e il mattone disfa. Vale per i conti delle famiglie come per il bilancio nazionale. In Spagna più che altrove perché lì la bolla immobiliare esplosa due anni fa non si è ancora sgonfiata del tutto e le conseguenze della speculazione continuano a pesare sulla difficile ripresa economica.

«Nel 2007 venivano costruite 750mila nuove abitazioni all'anno, ora l'avvio di costruzioni è fermo a 137mila unità»,
spiegano Luis Angel Maza e Juan M. Peñalosa in un rapporto della Banca centrale spagnola. 
I cantieri si sono fermati ma i cartelli «se vende» si trovano dappertutto: in giro ci sono ancora 1,1 milioni di case invendute, rimaste sul groppone dei piccoli costruttori, dei giganti del real estate, delle banche o di sfortunati cittadini. 
Un'offerta enorme, già pronta, che impedisce al settore di riprendersi e che, assieme al taglio delle agevolazioni fiscali per le compravendite, potrebbe far scendere ancora del 20%, nei prossimi cinque anni, i prezzi delle abitazioni già crollati a partire dall'autunno 2008.
(MEDITATE GENTE, MEDITATE...SPECIE SE DOVESSE VENIRVI MALAUGURATAMENTE L'IDEA DI ANDARE AD INVESTIRE I VOSTRI RISPARMI IN APPARTAMENTI ANCORA NON COSTRUITI OPPURE IN COSTRUZIONE....)
Il mattone ha distrutto la vita di Fulanito Lopez e ha messo nei guai il governo di José Luis Zapatero.
(MEDITATE, GENTE, MEDITATE.....)
Lopez, distinto señor di mezza età, ha comprato una casa a Barcellona solo qualche anno fa per 150mila euro, ha chiesto un mutuo a una caixa per l'intero valore dell'immobile, convinto di riuscire a chiudere l'operazione con 40 anni di rate. Poi la crisi mondiale e il tracollo personale: è rimasto senza lavoro, del resto la disoccupazione è sopra il 20%, ha dovuto sospendere il pagamento della rata mensile, e la banca si è rifatta sull'immobile che tuttavia nel frattempo aveva perso il 15% del suo valore. Lopez, tranquillo señor, sposato con due figli, ha perso la casa e non sa come pagare il debito residuo vicino ai 20mila euro».

La Spagna non vuole sentire parlare di rischio default, si sforza di non guardare la lista che in Europa la mette tra i Pigs, dopo Grecia, Irlanda e Portogallo. Il premier Zapatero anche ieri ha tentato di calmare i mercati e la popolazione. «Il 2010 - ha detto nel discorso di fine anno - è stato un anno difficile, la ripresa è stata lenta e debole, ma nel quarto trimestre siamo tornati a crescere». Secondo le ultime previsioni di Eurostat il paese chiuderà comunque il 2010 con un calo del Pil dello 0,2%, nel 2011 resterà quasi fermo (+0,7%) e anche nel 2012 l'incremento sarà solo dell'1,7 per cento. Zapatero ha anche annunciato «un aumento dell'1,3% per pensioni e salari minimi», sottolineando che «nonostante la crisi continua lo sforzo di solidarietà».

Ma il fondo ancora non è stato toccato. «L'edilizia residenziale tra il 1998 e il 2007 aveva contribuito alla crescita del Pil per mezzo punto percentuale all'anno, quindi per almeno il 15% dell'incremento del decennio. Poi la contrazione, rapida e per questo più grave, ha pesato in negativo sul Pil per un punto nel 2008, per il 2% nel 2009, ancora per circa l'1% nel 2010. Inoltre, gli investimenti nel real estate che nel 2007 valevano il 9,5% del Pil ora contano meno della metà, il 4,5%», si legge nel bollettino dell'istituto centrale iberico che chiude con ottimismo segnalando «una graduale stabilizzazione, in parte già avvenuta, di tutti i parametri nel settore dell'edilizia residenziale».
Ma Fulanito Lopez si spaventa ancora guardando alle case invendute, ai prezzi delle abitazioni ancora in discesa, al milione di posti di lavoro scomparsi dai cantieri che stentano a riprendersi. Bloccando la ripresa di Zapatero.

Nessun commento: