Un "treno volante" intorno Roma: si potrebbe già fare sulla Togliatti
Una "circolare" che corre sospesa tra il Gra e la ferrovia interna collegando tutte le periferie romane. Questo il progetto allo studio dell'assessorato ai Lavori pubblici e alle Periferie di Roma Capitale illustrato dal direttore del dipartimento Francesco Coccia, nel corso del convegno all'Ara Pacis "Ritorno alla citt&agrae;", "Back to the city life", con architetti e urbanisti di fama internazionale, invitati dal Comune di Roma a formulare proposte progettuali sulle periferie della città.
L'idea del treno, che Repubblica.it mostra in anteprima, sarebbe già concretizzabile nel tratto della Palmiro Togliatti che va da Cinecittà a Ponte Mammolo. "Si tratta di un treno automatico una sospeso a 5- 6 metri da terra che non toccherebbe il suolo e non avrebbe interferenze con il traffico - spiega Coccia - Si è pensato di fare un anulare, come le vecchie circolari che giravano intorno alla città, una monorotaia su gomma dislocata tra la ferrovia interna e il Gra che serva tutti i quartieri principali della periferia romana distribuendo i traffico delle metropolitane che vanno verso il centro".
Il treno automatico, il primo realizzato in Italia in ambito metropolitano, correrebbe dalla Cassia ai Prati Fiscali, da Colli Aniene a Pietralata, dalla Casilina alla Prenestina per arrivare alla Tuscolana, all'Eur, alla Magliana e ai Colli Portuensi. "Sul tratto della Palmiro Togliatti il progetto è già concreto - spiega il Direttore del dipartimento per le Periferie - perché esiste già la sede. Si chiamerebbe 'Gronda Orientale' e sarebbe realizzabile in 3-4 anni e costerebbe, per otto chilometri, circa 500 milioni da finanziare con progetto di finanza".
All'incontro, che riprenderà domani, partecipano tra gli altri l'assessore capitolino ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera, l'assessore regionale alla Casa, Teodoro Buontempo, gli architetti Leon Krier, Paolo Portoghesi, Franco Purini. "Vogliamo avviare un percorso con gli architetti - ha detto Ghera - per dare delle linee guida per far crescere la città, recuperando le aree degradate senza però occupare nuovi spazi verdi". Ghera pensa ad interventi di "microchirurgia urbana", in grado di riqualificare le periferie, inserendo nuovi servizi nelle zone in cui mancano. Per ora l'obiettivo del Campidoglio è raccogliere idee dagli architetti. "Poi - ha aggiunto Ghera - vedremo come applicare i vari progetti". Oltre alle proposte di ricucitura delle periferie, Buontempo ha rilanciato l'idea del "ricostruire per demolire, che avviene in tutto il mondo e solo in Italia ancora fa fatica a trovare spazio".
A questo proposito l'architetto Cristiano Rosponi ha spiegato che anche l'intero complesso di Corviale, come le "torri" di Tor Bella Monaca, potrebbe in futuro essere demolito per lasciar spazio alla "ricostruzione di un quartiere tradizionale sul modello della città giardino, con case al massimo di quattro piani, piazze e aree verdi". Il professor Paolo Portoghesi ha pensato ad una piazza nel quartiere di Torrenova, "centro civico-commerciale- istituzionale" separato dal parcheggio intermodale di fronte alla stazione da una torre di 25 piani simbolo della "nuova centralità".
Una 'promenade' alberata potrebbe invece unire la nuova piazza del quartiere Alessandrino a edifici per attività culturali (mediateca, sala conferenze, centro sociale), nell'idea di Franco Purini. Ci sono poi la demolizione e ricostruzione (affidata all'architetto Leon Krier) di Tor Bella Monaca. Progetti su cui i rappresentanti delle istituzioni sono chiamati a confrontarsi con gli stessi urbanisti, ciascuno dei quali ha "adottato" una periferia della capitale: tra gli altri, Marco Romano per il quadrante Alessandrino, Lucien Kroll e Wittfrida Mitterer per Primavalle, Francesco Cellini per Case Rosse e Montespaccato, David Dernie per Primavalle e Trullo, Peter Calthorpe e Andrea Ponsi per Centocelle e Torrenova.
Fonte roma.repubblica.it
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