Da Pd a Idv: "È cambiato il vento". Sondaggio top secret sul Campidoglio: Zingaretti vincerebbe al primo turno, netto calo per Alemanno. Al centrosinistra 11 comuni in più. Il presidente della Provincia "Ora è il momento di tirare fuori le idee"
di GIOVANNA VITALEÈ stato un brutto risveglio per il sindaco Alemanno. La deludente performance del Pdl nel Lazio, specie nell'area metropolitana di Roma, dove la maggioranza capitolina non è riuscita a tirare la volata ai comuni dell'hinterland, ha confermato il peggiore dei sospetti:
il partito di governo non va più e pure il suo leader (locale) non si sente tanto bene. Un problema serio in vista della ricandidatura nel 2013. Dubbi peraltro già certificati in un sondaggio segretissimo effettuato a marzo da Ipsos, l'istituto incaricato di rilevare ogni tre mesi il gradimento del primo cittadino e della giunta, che i big del Campidoglio hanno deciso di non divulgare.
Chi ha avuto modo di vederlo racconta il precipizio sul quale Gianni Alemanno è ormai incamminato:
Chi ha avuto modo di vederlo racconta il precipizio sul quale Gianni Alemanno è ormai incamminato:
rispetto al dicembre 2008, i romani che gli tributano un voto positivo sono scesi progressivamente dal 60 al 42%.
Risultato confermato dalle intenzioni di voto, che restituiscono un finale di partita a dir poco clamoroso:
se si votasse oggi, infatti, il sindaco uscente non andrebbe oltre il 44,2% dei consensi, due punti sotto le sue liste (al 46,3) mentre il probabile sfidante del centrosinistra, Nicola Zingaretti, vincerebbe al primo turno con il 55,8%, due punti sopra la coalizione che lo sostiene.
Un combinato disposto, il sondaggio e il test amministrativo, sufficiente ad agitare i sonni di Alemanno. Consapevole di quanto la strada per la rielezione a Palazzo Senatorio si sia fatta in salita. Tant'è che mentre l'opposizione denunciava "ha paura, non sa più come fare per arrivare al 2013", lui ieri ha replicato secco a chi gli chiedeva se queste comunali avrebbero potuto compromettere la sua riconferma tra due anni: "Le analisi si faranno dopo il ballottaggio".
Un combinato disposto, il sondaggio e il test amministrativo, sufficiente ad agitare i sonni di Alemanno. Consapevole di quanto la strada per la rielezione a Palazzo Senatorio si sia fatta in salita. Tant'è che mentre l'opposizione denunciava "ha paura, non sa più come fare per arrivare al 2013", lui ieri ha replicato secco a chi gli chiedeva se queste comunali avrebbero potuto compromettere la sua riconferma tra due anni: "Le analisi si faranno dopo il ballottaggio".
La prova, attaccarsi alle otto città rimandate al secondo turno, di una palese difficoltà. Rivelata peraltro dalle cifre: su 111 centri chiamati alle urne nel Lazio, il centrosinistra rispetto al centrodestra ha conquistato 11 comuni in più; cinque anni fa ne governava 57, adesso sono 68, sei dei quali strappati in provincia di Roma.
"Una vittoria che segna una decisa inversione di tendenza, numerica e politica", ha spiegato il coordinatore regionale del Pd Francesco D'Ausilio, "individuata nell'arretramento del centrodestra: se avesse infatti preso gli stessi voti delle Regionali 2010, il centrosinistra avrebbe perso nel 60% dei Comuni".
Un refrain ribalzato per tutto il giorno nelle dichiarazioni di Pd, Idv, Sel e Fds: "È cambiato il vento", "Alemanno ha i giorni contati", "il centrosinistra unito ha l'opportunità di vincere le elezioni nel 2013". A malapena rintuzzato da un Pdl ancora sotto shock: "Tirare per la giacchetta il sindaco di Roma per risultati conseguiti in altre realtà è una speculazione bella e buona", ha tagliato corto il consigliere Marco Di Cosimo. Ma gli avversari non vogliono più perdere tempo. "Il candidato sindaco, per la rinascita della capitale, non potrà essere che Zingaretti: assuma subito il comando della coalizione per mettere insieme quell'alternativa di cui la città ha bisogno", ha esortato il segretario cittadino dei socialisti, Atlantide Di Tommaso. E in fondo a crederci, adesso, è pure il presidente della Provincia: "Ora è il momento di tirare fuori le idee", s'è sbilanciato ieri Zingaretti.
Un refrain ribalzato per tutto il giorno nelle dichiarazioni di Pd, Idv, Sel e Fds: "È cambiato il vento", "Alemanno ha i giorni contati", "il centrosinistra unito ha l'opportunità di vincere le elezioni nel 2013". A malapena rintuzzato da un Pdl ancora sotto shock: "Tirare per la giacchetta il sindaco di Roma per risultati conseguiti in altre realtà è una speculazione bella e buona", ha tagliato corto il consigliere Marco Di Cosimo. Ma gli avversari non vogliono più perdere tempo. "Il candidato sindaco, per la rinascita della capitale, non potrà essere che Zingaretti: assuma subito il comando della coalizione per mettere insieme quell'alternativa di cui la città ha bisogno", ha esortato il segretario cittadino dei socialisti, Atlantide Di Tommaso. E in fondo a crederci, adesso, è pure il presidente della Provincia: "Ora è il momento di tirare fuori le idee", s'è sbilanciato ieri Zingaretti.
"È tempo che il centrosinistra ritrovi un progetto positivo su Roma, lo metta in campo, lo discuta con la città e si prepari ad affrontare la campagna comunale fra due anni".
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