mercoledì 15 giugno 2011

Campidoglio, sondaggio segreto Alemanno netto calo, Zingaretti al top, anzi vincerebbe al primo turno, se si dodvessero tenere ora le elezioni comunali del 2013 !

FONTE: http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/05/18/news/le_elezioni_nella_regione-16417002/

Da Pd a Idv: "È cambiato il vento". Sondaggio top secret sul Campidoglio: Zingaretti vincerebbe al primo turno, netto calo per Alemanno. Al centrosinistra 11 comuni in più. Il presidente della Provincia "Ora è il momento di tirare fuori le idee"

di GIOVANNA VITALE
È stato un brutto risveglio per il sindaco Alemanno. La deludente performance del Pdl nel Lazio, specie nell'area metropolitana di Roma, dove la maggioranza capitolina non è riuscita a tirare la volata ai comuni dell'hinterland, ha confermato il peggiore dei sospetti: 
il partito di governo non va più e pure il suo leader (locale) non si sente tanto bene. Un problema serio in vista della ricandidatura nel 2013. Dubbi peraltro già certificati in un sondaggio segretissimo effettuato a marzo da Ipsos, l'istituto incaricato di rilevare ogni tre mesi il gradimento del primo cittadino e della giunta, che i big del Campidoglio hanno deciso di non divulgare.

Chi ha avuto modo di vederlo racconta il precipizio sul quale Gianni Alemanno è ormai incamminato: 
rispetto al dicembre 2008, i romani che gli tributano un voto positivo sono scesi progressivamente dal 60 al 42%. 
Risultato confermato dalle intenzioni di voto, che restituiscono un finale di partita a dir poco clamoroso: 
se si votasse oggi, infatti, il sindaco uscente non andrebbe oltre il 44,2% dei consensi, due punti sotto le sue liste (al 46,3) mentre il probabile sfidante del centrosinistra, Nicola Zingaretti, vincerebbe al primo turno con il 55,8%, due punti sopra la coalizione che lo sostiene.

Un combinato disposto, il sondaggio e il test amministrativo, sufficiente ad agitare i sonni di Alemanno. Consapevole di quanto la strada per la rielezione a Palazzo Senatorio si sia fatta in salita. Tant'è che mentre l'opposizione denunciava "ha paura, non sa più come fare per arrivare al 2013", lui ieri ha replicato secco a chi gli chiedeva se queste comunali avrebbero potuto compromettere la sua riconferma tra due anni: "Le analisi si faranno dopo il ballottaggio".
La prova, attaccarsi alle otto città rimandate al secondo turno, di una palese difficoltà. Rivelata peraltro dalle cifre: su 111 centri chiamati alle urne nel Lazio, il centrosinistra rispetto al centrodestra ha conquistato 11 comuni in più; cinque anni fa ne governava 57, adesso sono 68, sei dei quali strappati in provincia di Roma. 
"Una vittoria che segna una decisa inversione di tendenza, numerica e politica", ha spiegato il coordinatore regionale del Pd Francesco D'Ausilio, "individuata nell'arretramento del centrodestra: se avesse infatti preso gli stessi voti delle Regionali 2010, il centrosinistra avrebbe perso nel 60% dei Comuni".

Un refrain ribalzato per tutto il giorno nelle dichiarazioni di Pd, Idv, Sel e Fds: "È cambiato il vento", "Alemanno ha i giorni contati", "il centrosinistra unito ha l'opportunità di vincere le elezioni nel 2013". A malapena rintuzzato da un Pdl ancora sotto shock: "Tirare per la giacchetta il sindaco di Roma per risultati conseguiti in altre realtà è una speculazione bella e buona", ha tagliato corto il consigliere Marco Di Cosimo. Ma gli avversari non vogliono più perdere tempo. "Il candidato sindaco, per la rinascita della capitale, non potrà essere che Zingaretti: assuma subito il comando della coalizione per mettere insieme quell'alternativa di cui la città ha bisogno", ha esortato il segretario cittadino dei socialisti, Atlantide Di Tommaso. E in fondo a crederci, adesso, è pure il presidente della Provincia: "Ora è il momento di tirare fuori le idee", s'è sbilanciato ieri Zingaretti. 
"È tempo che il centrosinistra ritrovi un progetto positivo su Roma, lo metta in campo, lo discuta con la città e si prepari ad affrontare la campagna comunale fra due anni". 

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