RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO DALL'AMICO FABRIZIO:
ROMA - La nuova Tia
(tariffa di igiene ambientale), che da quest’anno sostituisce la Tari,
non avrà un buon impatto sui romani.
Se l’assemblea capitolina
approverà le delibere propedeutiche al bilancio che riguardano l’Ama,
così come licenziate dalla giunta, i cittadini della Capitale quest’
anno pagheranno (in media) il 15,4 per cento in più del 2010. Colpa del
combinato disposto del ritorno dell’Iva per il 2011, degli arretrati
dello scorso anno sulla stessa imposta (che il Campidoglio ha deciso di
diluire in tre rate annuali) e di un lieve incremento dei «costi
necessari a garantire gli obiettivi dei servizi a tariffa». Insomma,
tanto per fare un esempio, una famiglia di tre persone che vive in un
appartamento di 70 metri quadrati, pagherà all’incirca 283,60 euro di
tariffa per i rifiuti, contro i 245,75 dello scorso anno: quasi 40 euro
in più.
Andiamo per ordine: nel 2010 Campidoglio e Ama, per affrontare
i crescenti costi, decidono di aumentare la Tari per le utenze private
di circa il 10 per cento. Ma le bollette dei romani sono rimaste
praticamente inalterate, grazie a un’interpretazione della legge che,
considerando la Tari un tributo, cancellava l’Iva (appunto del 10 per
cento) su questi versamenti, compensando così l’aumento della tariffa.
Dal Governo è però arrivata una doccia fredda: con una disposizione di
natura interpretativa, contenuta nella manovra correttiva dello scorso
anno, è stato stabilito che la tariffa di igiene ambientale non ha
natura tributaria, quindi è soggetta al pagamento dell’Iva.
Per questo
motivo, la bolletta ambientale di quest’anno subirà, per i romani, un
aumento del 10 per cento di natura fiscale. Non basta, la disposizione
del Governo chiarisce che l’Iva era sempre dovuta, quindi andava pagata
anche lo scorso anno. Questo crea un buco di 63 milioni di euro, pari
al 10 per cento del totale della Tari (630 milioni) incassata nel 2010.
Una delibera di giunta ad hoc, la numero 42 del 2011, chiede però all’
Ama, di richiedere questi arretrati «in misura rateizzata su un arco
temporale di tre anni». Quindi, un ulteriore incremento del 3,3 per
cento (un terzo di 10) sulle bollette 2011, 2012 e 2013.
A questo va
aggiunto che il piano finanziario dell’Ama, recepito nella delibera
numero 41 dell’esecutivo capitolino, «determina il costo complessivo
del servizio per l’anno 2011 in euro 643.801.574, sulla base di costi a
consuntivo dell’anno 2010 incrementati dei costi necessari a garantire
gli obiettivi dei servizi a tariffa». Rispetto ai 630 milioni netti
dello scorso anno, quindi, c’è un incremento dei costi vivi del
servizio del 2,1 per cento. Che, per il decreto Ronchi, va interamente
pagato dagli utenti. La somma dei rincari, di varia natura, è
complessivamente del 15,4 per cento.
Le delibere di giunta sono adesso
all’esame delle commissioni capitoline bilancio e ambiente. Poi, a
maggio, sbarcheranno nell’aula Giulio Cesare, insieme all’intero
pacchetto del bilancio di previsione 2011. Oggi i vertici dell’Ama
saranno ascoltati in audizione alla commissione bilancio, «dove
verificheremo non solo l’entità della tariffa ma anche la proporzione
tra qualità del servizio erogato e tariffa stessa - dice il presidente
Federico Guidi (Pdl) - In soldoni, la Tari verrà rimodulata solo se Ama
dimostrerà di migliorare la pulizia della città e di incrementare la
differenziata». Mercoledì prossimo, poi, è in programma l’audizione in
commissione ambiente, presieduta da Andrea De Priamo (Pdl): «Vogliamo
capire quali aumenti sono possibili, e soprattutto di fronte a quali
servizi per i cittadini», commenta De Priamo.
+15,4% - Una bella
mazzata, tanto lo stipendio è sempre quello anzi diminuisce per effetto
dell'aumento delle addizionali irpef comunali e regionali.
Poi c'è pure l'aumento della benzina (che per oltre il 70% è composta da tasse e
accise).
Direi che pure quest'anno non ci siamo fatti mancare nulla,
chissà come decolleranno ora i consumi delle famiglie!!!
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