"Al Nuovo Salario nella piccola area verde di Piazza Vinci è nato un cantiere di Natale. Quattro operai nei giorni fra il 25 dicembre e il capodanno sono intenti a tirare su una struttura in legno con tanto di tettoia che poggia su una colata di cemento. Il tutto all'interno dell'area verde che è recentemente oggetto di manutenzione ordinaria. I cittadini notano la scena e chiedono agli operai cosa stiano costruendo. La risposta è "un gazebo". A qualcuno dei residenti le spiegazioni devono convincere poco visto che la struttura non sembra proprio un gazebo che di solito è una struttura facilmente removibile. In questo caso, invece, si è in presenza di una vera e propria struttura con base in cemento. I primi ad essere contattati dai cittadini sono il vicepresidente del consiglio del IV Municipio Riccardo Corbucci e il consigliere capitolino Dario Nanni entrambi del Partito Democratico.
Il timore è che un privato stia commettendo un abuso all'interno di un parco pubblico.
"Quando siamo arrivati abbiamo subito cercato il cartello dei lavori per capire di cosa si trattasse" spiega Corbucci "e subito ci siamo resi conto che sul cartello erano assenti dati essenziali".
Infatti guardando la fotografia appare evidente come manchino riferimenti al numero di permesso di costruire o alla denuncia di inizio attività, ne tanto meno si conosca il committente dei lavori di manutenzione edile di Piazza Vinci. Non viene indicato nemmeno la durate dei lavori. Compaiono soltanto i nomi della impresa esecutrice la "Radiangelo srl" e del direttore e responsabile dei lavori.
"A questo punto abbiamo chiamato i vigili urbani affinchè una pattuglia potesse verificare il cantiere" ci racconta Corbucci. Ma i vigili rispondono che non manderanno nessuno. "Per telefono un funzionario ha anche schernito la nostra preoccupazione sul fatto che nel cantiere gli operai lavorassero senza le necessarie condizioni di sicurezza e senza caschi protettivi". Dalle fotografie infatti si vede chiaramente come i quattro operai siano a lavoro sul tetto della costruzione senza indossare caschetto protettivo e senza alcuna protezione. "A questo punto abbiamo interessato i carabinieri per certificare lo stato dei luoghi e abbiamo presentato un esposto" continua Corbucci. I lavori sembrerebbero promossi dalla società Zètema, una società partecipata al cento per cento dal Comune di Roma e che ha una mission votata ad ottenere una fruizione ottimale del patrimonio storico artistico della città ed un core business che consiste nella gestione di attività e servizi culturali e turistici, oltre che nella organizzazione di eventi.
Quindi in sostanza è il Comune a costruire tramite Zetèma all'interno di uno spazio comunale. Non si capisce, tuttavia, come mai quando un cittadino deve mettere una casetta degli attrezzi removibile nel proprio giardino debba chiedere un permesso di costruzione, in assenza del quale può andare incontro al sequestro del bene e ad una denuncia penale, mentre il Comune di Roma possa costruire prefabbricati con gettate di cemento, in barba persino alle indicazioni del proprio assessorato all'ambiente che per l'ultimo bando sui chioschi all'interno dei parchi, prescriveva addirittura il tipo di chiosco, rimovibile, da dover utilizzare.
"E' inaccettabile, inoltre, che imprese che lavorino per il Comune di Roma e su mandato di società partecipate dal Comune di Roma, non rispettino minimamente le regole di sicurezza. Bisogna dare per primi l'esempio" la chiosa di Nanni e Corbucci. Chissà cosa ne deve pensare il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli, un tempo presidente della commissione speciale Sicurezza.
"A questo punto abbiamo chiamato i vigili urbani affinchè una pattuglia potesse verificare il cantiere" ci racconta Corbucci. Ma i vigili rispondono che non manderanno nessuno. "Per telefono un funzionario ha anche schernito la nostra preoccupazione sul fatto che nel cantiere gli operai lavorassero senza le necessarie condizioni di sicurezza e senza caschi protettivi". Dalle fotografie infatti si vede chiaramente come i quattro operai siano a lavoro sul tetto della costruzione senza indossare caschetto protettivo e senza alcuna protezione. "A questo punto abbiamo interessato i carabinieri per certificare lo stato dei luoghi e abbiamo presentato un esposto" continua Corbucci. I lavori sembrerebbero promossi dalla società Zètema, una società partecipata al cento per cento dal Comune di Roma e che ha una mission votata ad ottenere una fruizione ottimale del patrimonio storico artistico della città ed un core business che consiste nella gestione di attività e servizi culturali e turistici, oltre che nella organizzazione di eventi.
Quindi in sostanza è il Comune a costruire tramite Zetèma all'interno di uno spazio comunale. Non si capisce, tuttavia, come mai quando un cittadino deve mettere una casetta degli attrezzi removibile nel proprio giardino debba chiedere un permesso di costruzione, in assenza del quale può andare incontro al sequestro del bene e ad una denuncia penale, mentre il Comune di Roma possa costruire prefabbricati con gettate di cemento, in barba persino alle indicazioni del proprio assessorato all'ambiente che per l'ultimo bando sui chioschi all'interno dei parchi, prescriveva addirittura il tipo di chiosco, rimovibile, da dover utilizzare.
"E' inaccettabile, inoltre, che imprese che lavorino per il Comune di Roma e su mandato di società partecipate dal Comune di Roma, non rispettino minimamente le regole di sicurezza. Bisogna dare per primi l'esempio" la chiosa di Nanni e Corbucci. Chissà cosa ne deve pensare il Presidente del IV Municipio Cristiano Bonelli, un tempo presidente della commissione speciale Sicurezza.
Nessun commento:
Posta un commento