L'ANNO ZERO DELLA POLITICA MUNICIPALE
Pubblicata da Enrico Pazzi il giorno giovedì 8 dicembre 2011 alle ore 14.55
La notizia più lieta in questo periodo nero per l'intero Paese, è che i municipi saranno a costo zero. Niente più emolumenti per i presidenti, per gli assessori di municipio, nessun gettone di presenza per i consiglieri, nessun rimborso a fronte di contratti di lavoro che, ad esempio, in IV municipio arrivavano alla cifra totale record di oltre 600mila euro l'anno.
Una riflessione che questa testata ha fatto in tempi non sospetti, con un'inchiesta pubblicata nel luglio e ampliata nel dicembre del 2010, che certificava i rimborsi folli ai datori di lavoro di alcuni consiglieri e la poca produttività del consiglio del IV municipio in fatto di attuazione dei tanti atti approvati. Roma2013.org aveva redatto un dossier, lo aveva stampato e fatto arrivare pro manibus ai gruppi consiliari, agli uffici tecnici e ai dirigenti del IV, così come a tutte le redazioni della cronaca di Roma dei maggiori quotidiani nazionali. Insomma, nessuno poteva a quel punto ignorare la cosa. Così, di lì ad alcuni mesi, tra febbraio e marzo del 2011, due grandi testate nazionali (Repubblica e il messaggero) avevano ripreso l'inchiesta. Qualche mese dopo, arriverà una querela al sottoscritto da parte di un consigliere municipale Pdl del IV. Insomma, ben poca cosa rispetto all'effetto domino che l'inchiesta di Roma 2013.org avrebbe di lì a poco creato.
La stessa cosa Roma2013.org la fece, nel marzo del 2011, sui rimborsi che riguardavano i datori di lavoro dei consiglieri della Provincia di Roma. L'inchiesta di Roma2013.org dimostrò, con carte alla mano, che alcuni datori di lavoro di consiglieri provinciali, riuscivano a farsi rimborsare dallo stato fino a 7.500 euro al mese. Anche sulle Province sappiamo com'è finita. Per la cronaca anche su questa inchiesta Roma2013.org ha ricevuto una richiesta di danni per 50mila euro da parte di un consigliere provinciale del Pdl. Fare libera informazione ha i suoi costi.
Il far-west dei rimborsi municipali
Prima dell'era Monti, i datori di lavoro dei consiglieri municipali potevano esigere dallo Stato il rimborso dello stipendio del proprio dipendente. Se un consigliere municipale era impegnato nelle sedute di consiglio (in IV si era arrivati sino a tre sedute settimanali) e in quelle di commissione, che arrivavano ad occupare le rimanenti due giornate lavorative, lo Stato doveva rimborsare al datore di lavoro lo stipendio per i giorni in cui il consigliere si era assentato dal lavoro. Il datore di lavoro poteva chiedere l'intero rimborso dello stipendio, al di là dell'ammontare della somma. Così succedeva che ad esempio, in IV municipio ci fossero consiglieri che arrivavano a farsi rimborsare sino a diecimila euro al mese.
L'emendamento di Cutrufo
L'effetto domino dell'inchiesta di Roma2013.org, arriva sino ai piani alti del governo nazionale. Roma2013.org sa per certo che il dossier pubblicato nel dicembre 2010 arriva sulla scrivania di Alemanno, il quale leggendo poi i richiami dell'inchiesta su Repubblica e il Messaggero, più qualche comunicato stampa di alcuni senatori della Repubblica, decide che qualcosa si deve fare. Infatti, nel marzo del 2011, il governo Berlusconi approvava il decreto milleproroghe, con l'abolizione di fatto dei rimborsi ai datori di lavoro, grazie all'emendamento dell'allora vice-sindaco di Roma Mauro Cutrufo. Come affermava l'ex vice-sindaco, "il mio emendamento taglia le spese". Difatti, il taglia sprechi aboliva i gettoni di presenza, rimborsi viaggi e rimborsi per i datori di lavoro dei consiglieri comunali, introducendo una diaria. Chi viene eletto, quindi, deve andare in aspettativa gratuita. Così la spesa media annua passava da 2,6 milioni di euro a 2,3. Nel decreto milleproroghe, in realtà, si parlava soprattutto proprio dei permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici che non potevano in nessun caso mensilmente, per ciascuno consigliere, superare l'importo pari alla metà dell'indennità di rispettiva spettanza. La stessa cosa valeva per i consiglieri municipali, come prevedeva espressamente l'art. 9quater del milleproroghe "in nessun caso gli oneri per i permessi retribuiti dei lavoratori dipendenti da privati o da enti pubblici potranno mensilmente superare, per ciascun consigliere circoscrizionale, l'importo pari ad un quarto dell'indennità prevista per il rispettivo presidente". In pratica non era più possibile richiedere rimborsi per l'intero stipendio nè per un dipendente pubblico con stipendio da 1.500 euro al mese, nè tanto meno per i super contratti da dieci mila euro al mese. Sarà stato un caso, ma Cutrufo sarà fatto fuori dalla Giunta Alemanno di lì a poco, con la Belviso che andrà a sostituirlo. Che qualcuno gli abbia voluto far pagare il suo emendamento taglia-spese? Questo rimarrà un mistero che solo lo stesso Cutrufo potrà svelare.
L'anno zero della politica municipale
Ed eccoci al decreto Monti che introduce le cariche onorifiche e l'azzeramento di qualsiasi rimborso di stipendio e gettoni di presenza con effetto immediato. Azzerando lo sperpero di denaro pubblico. Quali le immediate conseguenze? Innanzitutto, nessuno potrà vedere nella propria elezione alla carica municipale un mezzo per arricchirsi. Non ci saranno più rimborsi al proprio datore di lavoro, tali per cui poter percepire a spese dello Stato, in alcuni casi, stipendi d'oro. E quindi verrà meno la convenienza puramente economica della propria elezione. Chi si presenterà alle elezioni municipali, lo farà unicamente perché ci crede. E qui la nota dolente. Ma quanti ci credono veramente? Non si fa fatica a prevedere che molti dei presenti consiglieri municipali diserteranno le sedute di Consiglio. Così come, molti candidati in pectore, rinunceranno alle proprie aspirazioni a candidarsi. E vedremo se l'attività di questo o quel soggetto che opera sul territorio scemerà con l'eliminazione dei gettoni di presenza o dei rimborsi degli stipendi. Chi da ora in poi continuerà ad attivarsi, lo farà unicamente perché crede nella cosa pubblica.
Dall'altro lato, verrà meno il vincolo che vede alcuni consiglieri municipali legati agli esponenti comunali, regionali o nazionali di Partito. Cosa potranno promettere questi ultimi ai consiglieri municipali? Una futura candidatura a fronte di una carica che non prevede alcun corrispettivo economico? Chi sarà interessato alla cosa? I vecchi volponi che oramai da decenni animano la scena politica dei vari municipi, saranno ancora interessati? Saranno disposti a drenare i voti che detengono sul territorio al proprio referente politici o in cambio di un bel nulla?
Il modello "Cantera" catalana e la pratica del "giro-voto"
Lo scenario municipale si apre a nuove dinamiche. Molto verosimilmente la politica municipale sarà abbandonata da chi non ha necessità di vedere il proprio conto in banca crescere in virtù della carica municipale che ricopre. I volponi passeranno la mano, loro malgrado, ai più giovani o a cloro che si impegnano autenticamente per la comunità. Questi potranno permettersi il lusso di lavorare per la comunità senza pretendere i rimborsi dello stipendio. Le cariche municipali non saranno utilizzate dai partiti per sistemare quello o quell'altro personaggio a cui devono rimborsare i voti, ma saranno aperte a coloro che hanno seguito sul territorio in virtù non di vincoli di convenienza, ma in virtù della propria attività per la comunità. Finirà la compravendita dei voti municipali, così come finirà la pratica di "girare" i voti.
"Girare i voti" vuol dire che coloro che hanno seguito sul territorio in virtù del loro impegno (magari perché ricoprono ruoli che catalizzano consenso, come ad esempio essere già un consigliere municipale, presiedere comitati, associazioni, avere posizioni lavorative che ti mettono in contatto con molti cittadini) propongono ai candidati alle comunali, alle regionali, alle provinciali, di dare i propri voti in cambio di una candidatura al municipio. Io ti giro i miei 1000 voti e tu mi candidi al municipio. I miei 1000 voti serviranno a me per essere eletto al municipio e serviranno a te alle comunali, alle regionali o alle provinciali. I miei 1000 voti li posso anche girare a più di un candidato alle comunali, regionali e provinciali. Li posso suddividere. Tanto per capirci: se io detengo 1000 voti, li posso girare tutti e 1000 ad un solo candidato, oppure 500 ad uno e gli altri 500 ad un altro. Ma i miei mille voti possono anche diventare 2000, 3000, poiché posso girare al contempo i miei 1000 voti ad un candidato al comune e ad un altro alla Regione, così come ad un candidato alla Provincia.
Ma adesso, con le cariche municipali che diventano onorifiche, perché devo "girare" i miei voti ad un candidato comunale, regionale, se poi quest'ultimo non può garantirmi un bel nulla, visto che a fare il consigliere municipale non ci guadagno un bel nulla? Non ci sarà più la ressa a chiedere una candidatura. I capibastone non hanno più la merce di scambio.
Da qui si fa strada il concetto della politica municipale che diventa una scuola per le giovani leve. Appunto il modello "canterà" del Barcellona. Se a fare il consigliere, l'assessore, il presidente municipale non si guadagna nulla, i volponi, coloro che vedono nella politica una maniera per sistemarsi economicamente, rinunceranno. Così per conseguenza naturale, a fare politica nei municipi, saranno i giovani. Giovani che magari imparando la politica a livello territoriale, così da crescere per incarichi più importanti in un prossimo futuro.
Ulteriormente, a livello comunale, potranno sperare in un'elezione anche coloro che non possono "comperare" i voti dai mercanti municipali. Questi ultimi non glieli venderanno, poiché non saranno più sedotti dall'idea di fare politica a gratis o perché sanno che non c'è più ressa nel chiedere una candidatura. Così, ad esempio, sarà possibile essere eletti al Comune di Roma anche in virtù di un migliaio di voti o giù di lì. Come successe ad un giovane Fabrizio Panecaldo che, nelle elezioni del '96 poté essere eletto al Comune di Roma, tra le fila dei Verdi, con appena 500 voti. Come fu mai possibile? Fu possibile perché anche all'epoca le cariche municipali erano onorifiche. E quindi, mancando il vincolo della pecunia, i consiglieri municipali, così come i mercanti di voti territoriali, non avevano convenienza nel di "girare" i voti ai candidati comunali. E questi ultimi potevano contare unicamente sui loro voti guadagnati sul territorio in virtù della loro attività politica. Insomma, era una politica non dopata dalla pratica del "giro-voto".
Questo scenario che vi ho appena descritto non è legato alla volontà dei Partiti, ma è una conseguenza naturale. Dipendesse dai Partiti, continuerebbe il mercato dei voti, continuerebbero le spese folli nei municipi, continuerebbe il carrierismo politico a spese dei cittadini.
Ed invece, a quanto pare, i dinosauri della politica municipale sono destinati ad estinguersi. Il meteorite Monti si è abbattuto sui municipi. E nulla sarà come prima.
Roma2013.org festeggia con tutti i suoi lettori. Contenta di aver visto lo smantellamento di un sistema che aveva denunciato sin dal luglio del 2010.
E chiudo come già ho fatto mesi or sono "…far comprendere come anche da una piccola testata come la nostra si possano riuscire a portare avanti grandi battaglie. E magari anche a vincerle. Anche per mezzo di una redazione, che altro non è che un pc portatile di appena 350 euro. A volte non servono grandi mezzi, ma buona volontà e tanta, tanta voglia di rompere le balle. No per il solo gusto di farlo, ma per senso di giustizia ed equità.
Per il resto, come diceva El Chuncho, “Quién sabe?”.
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