domenica 8 maggio 2011

SOLO LUNEDI 2 MAGGIO SCORSO AVEVAMO PUBBLICATO QUESTO NOSTRO POST SU MONTE PASCHI DI SIENA: ALLA FINE, PER SALVARE LA BANCA, SPROFONDATA NELLA VORAGINE DELLA FINANZA CREATIVA E DELLA BOLLA IMMOBILIARE E QUINDI CARICATASI DI BEN 1,9 MILIARDI DI TREMONTI BONDS, IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DECIDE UN IMPONENTE RICAPITALIZZAZIONE, OSSIA UN AUMENTO DI CAPITALE FINO A 2,5 MILIARDI ! RICOMPARE FRA L'ALTRO SULLA SCENA UN VECCHIO BOND, "FRESH 2033", CHE LA BANCA VUOLE OGGI RIMBORSARE AGLI ACQUIRENTI SOLO AL 44% DEL PREZZO NOMINALE ! EVIDENTE LA PROFONDA INSODDISFAZIONE ALL'INTERNO DELLA FONDAZIONE MONTE PASCHI, MA CI CHIEDIAMO: ALLA FINE PAGHERA' QUALCUNO, PER QUESTI RISULTATI DI GESTIONE COSI' DRAMMATICAMENTE INADEGUATI ? INTANTO IL GRUPPO CALTAGIRONE SEMBRA ANCORA INCERTO SE PARTECIPARE O MENO ALL'AUMENTO. MERCOLEDI' 4 MAGGIO, A SOLI 2 GIORNI, LE STESSE IDENTICHE DIFFICOLTA' DA NOI SEGNALATE EMERGONO SUL SOLE 24 ORE DA UN COMUNICATO DELLA STESSA FONDAZIONE !

QUESTO IL POST SU MONTE PASCHI SIENA DI LUNEDI 2 MAGGIO SCORSO-
Lo ritrovate qui.

RICORDATE BENE ? 
LA BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA HA RESISTITO PER MESI ALLE PRESSIONI CHE LE GIUNGEVANO DA BANCA D'ITALIA E DAL MINISTRO DELL'ECONOMIA GIULIO TREMONTI PER UNA RICAPITALIZZAZIONE ADEGUATA A FAR FRONTE ALL'ENORME CARICO DI TREMONTI BONDS RICEVUTI DALLA BANCA, IL PIU' ELEVATO, CIRCA 1,9 MILIARDI DI EURO !
Rivedetevi il sito Cittadino on line del novembre 2010, ed Corriere della Sera del 4 febbraio 2011:
 E ORA, APRILE 2011 ? COSA SUCCEDE ?
ARRIVA UN BELL'ENORME AUMENTO DI CAPITALE, FINO A 2,4 MILIARDI DI EURO, DI CUI CIRCA LA META' DOVRA' ESSERE SOSTENUTO DALLA FONDAZIONE MONTE DEI PASCHI DI SIENA, UNO SFORZO ECONOMICO INCREDIBILE PER UNA NOBILE CITTA' E SUO TERRITORIO !
Leggete in proposito Corriere della Sera del 12 aprile 2011, articolo di Federico De Rosa (leggetelo anche sul Corriere on line, con altre interessanti notizie), e La Repubblica-Imprese e Mercati sempre del 12 aprile 2011, articolo di Andrea Greco (leggetelo anche su La Repubblica on line, con altre interessanti notizie).
E QUANTO SIA AMPIO, QUASI AI LIMITI DEL INSOPPORTABILE, LO SFORZO CHE SI CHIEDE A QUESTA CITTA' E A QUESTO TERRITORIO CON QUESTO IMPONENTE AUMENTO DI CAPITALE PER FAR FRONTE ALLA GESTIONE DELL'IMMEDIATO PASSATO, RISULTA EVIDENTE DA QUESTO SPECIALE DEL SOLE 24 ORE-SUPPLEMENTO SETTIMANALE CENTRO-NORD DEL 20 APRILE 2011:
APPENA DELIBERATO IL FATICOSISSIMO AUMENTO DI CAPITALE ECCO PARTIRE SULLA STAMPA AMICA,, IN PARTICOLARE SUL MESSAGGERO DEL VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE FRANCESCO-GAETANO CALTAGIRONE, E SU QUELLA MENO AMICA, UNA BELLA CAMPAGNA PER RASSICURARE IL MERCATO, IN PARTICOLARE QUEL POPOLO BUE DEI RISPARMIATORI ITALIANI CHE DETENGONO OGGI CIRCA 1,5 MILIARDI DEI BEN NOTI BONDS "CASAFORTE" DI CUI CI SIAMO GIA' PIU' VOLTE OCCUPATI IN PASSATO !
Ecco il Messaggero del 13 aprile 2011:
Un bello specchietto per le allodole questo annuncio sul fatto che "nei prossimi 5anni la banca preede di distribuire più di 2 miliardi in dividendo", e come tale viene ripreso dalla stampa locale, ad esempio nella Rassegna Stampa della Provincia di Siena:  
 http://www.provincia.siena.it/rassegnastampa/20110413/SIJ3089.pdf
Ma in questo articolo, contemporaneamente, CALTAGIRONE MANDA UN ELOQUENTISSIMO MESSAGIO, DA NON TRASCURARE ASSOLUTAMENTE !!!:
Nel riferire della dichiarazione da parte dell'amministratore delegato di Monte Paschi Giuseppe Mussari, nella quarta colonna del testo, l'articolo (a firma Umberto Mancini), così riporta: "Axa -ha spiegato Mussari- si è detta disponibile a sottoscrivere l'aumento di capitale, mentre NON HO INFORMAZIONI su ciò che fara' Francesco Gaetano Caltagirone".
UNA FRASE COSI' ELOQUENTE, SCIRITTA POI IN UN ARTICOLO COSI' DELICATO, IN UNA SEDE DI STAMPA CHE E' VERAMENTE ISTITUZIONALE DEL GRUPPO CALTAGIRONE VUOL DIRE CHE:
neanche il Gruppo Caltagirone aveva ancora deciso -almeno al  13 aprile 2011- se partecipare o meno all'imponente aumento di capitale !

Ben più prudente il Corriere della Sera sempre del 13 aprile 2011, nell' articolo di un esperto, Federico De Rosa:
E QUI VIENE IL BELLO:
Nello colonna centrale il giornalista riferisce che "il direttore generale Antonio Vigni ha spiegato che il business plan è si ambizioso (AMBIZIOSO ?), ma parte "" dagli ottimi risultati ottenuti dal gruppo che nel triennio 2008-2010 ha migliorato di 150 punti base la quota di mercato nei depositi, la produttività commerciale, e l'efficienza, con una riduzione dei costi di 530 milioni. Nei prissimi tre anni il Monte continuerà su questa strada" !
OTTIMI RISULTATI PER IL TRIENNIO 2008-2010 ???? 
RILEGGETEVI ANCORA UNA VOLTA NELL'0RMAI BEN NOTO ARTICOLO DI ALESSANDRO PENATI DI LA REPUBBLICA QUALI SONO STATI IN REALTA' I RISULTATI DI QUESTO TRIENNIO:
PER CORRETTEZZA DI INFORMAZIONE RIPORTIAMO QUI ANCHE LA REPLICA DI MONTE PASCHI SIENA DEL GIORNO DOPO, 16 GENNAIO 2011, E LA  CONTROREPLICA DI PENATI, CHE CONFERMA PIENAMENTE TUTTI I PRINCIPALI PUNTI OGGETTO DEI RILIEVI:

REPLICA 16 GENNAIO 2011  DI MONTE DEI PASCHI AD ARTICOLO PENATI DEL 15 GENNAIO 2011

CARO direttore, l'articolo a firma di Alessandro Penati, pubblicato il 15 gennaio, richiede numerose precisazioni.

Nel periodo considerato, la banca ha ridotto di 500 milioni il proprio livello strutturale di costi annui, migliorando, anche in termini comparativi, la propria posizione: il rapporto costi-totale dell'attivo si è ridotto, nel triennio, di 46 bp e da 184 a 138, contro una media di sistema passata da 191 a 176, come evidenziato da numerosi recenti report di analisti.

Il rapporto tra profitti operativi su totale attivo è calato di 3 bp contro i 21 delle principali banche. Riguardo alle plusvalenze, va ricordato che sono frutto di una logica industriale che prevedeva la focalizzazione sul core business e la scelta di partner di livello. I benefici correlati hanno finanziato anche oneri di integrazione - che sottintendono investimenti e ritorni futuri per la banca - di 470 milioni di euro.

Da fine 2007, la quotazione del titolo è calata del 70,4%, posizionandosi, in un periodo non facile per il settore, sostanzialmente in linea con la media delle prime 6 banche italiane (-66%) e non peggio di diversi competitor europei.

Il titolo Casaforte Classe A, emesso da Casaforte S.r.l., una tipica società utilizzata per la cartolarizzazione dei crediti, è stato collocato con un rendimento a tasso fisso del 3,00% fino al 30 giugno 2012 e successivamente a tasso variabile (Euribor 6 mesi + 1,05%) con un piano di ammortamento che comporta una scadenza attesa al 31 dicembre 2030. Tali rendimenti erano, alla data di collocamento e dato il livello rischio e di liquidabilità del titolo, al di sopra dei valori di mercato.

La piattaforma di negoziazione (DDT) permette condizioni di smobilizzo favorevoli grazie al fatto che MPS Capital Services ne sostiene la liquidità attraverso prezzi di riacquisto predeterminati. In particolare, il prezzo del titolo sul mercato secondario sarà costantemente valorizzato allo stesso spread fissato al momento dell' emissione.

Quindi, anche in situazioni di stress di mercato, il prezzo non subirà variazioni legate a movimenti dello spread creditizio dell'emittente al rialzo o al ribasso, mentre sarà naturalmente influenzato dalle variazioni dei tassi di mercato.

Pertanto Casaforte Classe A presenta una volatilità significativamente inferiore rispetto allo stesso titolo valutato in assenza del servizio di riacquisto. I titoli hanno una pluralità di garanzie reali che includono, tra l' altro, un'ipoteca di primo grado su un patrimonio immobiliare (683 tra uffici e filiali, tutti in locazione al Gruppo) e la cessione in garanzia dei canoni di locazione.

Fitch ha attribuito al titolo un rating uguale a quello di Banca MPS (A- ) Casaforte Classe A è stato quindi collocato con successo unicamente nel rispetto dei principi di in consulenza, con verifica di adeguatezza in relazione alle caratteristiche del cliente e del portafoglio.

Per una corretta diversificazione degli investimenti al cliente, sono stati definiti anche specifici limiti di dimensione in relazione al patrimonio del cliente stesso.

L' operazione, anche se tecnicamente complessa, è una normale cartolarizzazione nel completamento del progetto di dismissione immobiliare avviata, senza alcuna urgenza di bilancio, addirittura a fine 2008 e illustrata alle autorità di vigilanza nei primi mesi dell' anno successivo.

Il collocamento è avvenuto correttamente su clientela con caratteristiche adeguate, offrendo, dato il livello di rischio, peraltro contenuto, rendimenti superiori a quelli di mercato con un orizzonte minimo di detenzione di breve medio termine.

Pur riconoscendo le difficoltà di sintetizzare oltre 300 pagine di prospetto, i contenuti oggettivi dell' operazione sono questi e non lasciano dubbi sulla piena trasparenza e attenzione nei confronti dei propri clienti da parte del Gruppo Montepaschi".


REPLICA DI  A. PENATI:

"CONFERMO l'esattezza di tutto quanto ho scritto, come qualunque lettore che volesse leggere il prospetto informativo e i bilanci di Mps potrà verificare.

In particolare, Mps non smentisce che:

(1) La "normale" cartolarizzazione aveva un rendimento atteso inferiore a un titolo privo di rischio per ammissione dell'emittente stesso ed era quindi fuori mercato.

(2) Questo spiega perché è stata collocata esclusivamente attraverso la rete di sportelli Mps.

(3) L'unico scopo dell' operazione era di contabilizzare una plusvalenza.

(4) La necessità di "fare" plusvalenze a fine anno è la prova che la redditività operativa di Mps è insufficiente.

(5) Mps è tra le banche peggio capitalizzate in Europa, come certificato dagli stress test ufficiali. Nonostante i Tremonti bond, che però dovranno essere restituiti: come? quando?

(6) Un aumento di capitale è osteggiato dalla Fondazione che non ha i soldi per sottoscriverlo e non vuole essere diluita.

Sarebbe ora che le banche italiane smettessero di risolvere i loro problemi di bilancio alle spalle dei risparmiatori".

In questo caso si conferma la "legge giornalistica" per cui una rettifica è una notizia (di solito anche bella) data due volte!


CERTO APPARE RISCHIOSO CHE IL MONTE PROSEGUA, COME VORREBBE IL DIREETTORE GENERALE VIGNI, SULLA STRADA, BEN DESCRITTA DA PENATI, GIA' PERCORSA PROPRIO NEGLI ANNI 2008-2010 !
E' LA STESSA STRADA CHE HA PORTATO MPS:
  • A DOVER RICHIEDERE IN PRESTITO ALLO STATO PER BEN 1,9 MILIARDI DI TREMONTI BONDS;
  • AD AFFITTARE AD UN CONSORZIO DA LEI STESSA COSTITUITO I PROPRI SPORTELLI PER UN PERIODO DI 24 ANNI, PER POI RICOMPUTARE COME PLUS VALENZA DA METTERE A BILANCIO, L'AFFITTO DA QUELLO STESSO CONSORZIO CORRISPOSTO;
CARI AMICI DI MONTE DEI PASCHI DI SIENA, NON CI SIAMO, PROPRIO NON CI SIAMO !
E mentre ci sarebbero tanti di quei seri problemi da affrontare questi scienziati che hanno amministrato Banca Monte dei Paschi negli ultimi anni che fanno ?
  • Se ne vanno alla City di Londra a "far lezione ai banchieri della City, come riporta l'articolo sotto riproposto ! Ci chiediamo, cosa devono spiegare ? Come hanno fatto a trovarsi nella condizione di doversi far prestare dallo Stato ben 1,9 miliardi di Termonti Bonds (Corriere della Sera-Economia del 24 gennio 2011) e di doversi anche affittare gli sportelli ad un consorzio da lei stessa costituito e foraggiato, per realizzare la plusvalenza necessaria a chiudere il bilancio 2010 ?:
  •  Si mettono a commerciare vino (Messaggero 24 aprile 2011):
  • Addirittura si buttano nel settore dell'abbigliamento con apposite linee dedicate della Jaggy, "la nuova collezione fashion "L'Italia ha i numeri 1472", e speriamo che quegli stessi numeri ce l'abbia anche Monte dei Paschi:
A LORO FIANCO UN FINE CONSIGLIERE, "UN COMUNICATORE RINASCIMENTALE CALATO NEL FUTURO", MA SE DA COMUNICARE CI SONO LA BEN NOTA VICENDA DEI BOND CASAFORTE, ILLUSTRATA SOPRA NELL'ARTICOLOSU LA REPUBBLICA DI A. PENATI DEL 15 GENNAIO 2011, E QUELLA EMERSA IN QUESTI GIORNI DELL'ALTRO BOND "FRESH 2003", POCO SOTTO ILLUSTRATA, LA VEDIAMO DURA, MOLTO DURA.....
Leggetevi un fine articolo da Style, il mensile di tendenza del Corriere della Sera del maggio 2011 (n. 5):
DELLA COMUNICAZIONE DI MONTEPASCHI DI SIENASI OCCUPA CON BEN ALTRA AUTOREVOLEZZA IL WALL STREET JOURNAL, CHE NON CAPITA ANALIZZI MOLTO SPESSO CON QUESTA ATTENZIONE I PIANI INDUSTRIALI, E CHE VIENE RIPRESO ANCHE IN UN INTERESSANTE BLOG.

QUESTI I LINK:
ECCO L'ANALISI  -  martedì 19 aprile 2011
Ambizione 2015 e realismo 2011?

Non capita molto spesso che il Wall Street Journal analizzi i piani industriali di società italiane: in questo articolo discute quello del Monte dei Paschi di Siena. Vista l'importanza dell'argomento per il paese e per la mia città (Siena) lo riproduco qui integralmente:

"Italy's Banca Monte dei Paschi di Siena SpA is very old, but it doesn't quite go back to the days of mythology and heroes. 
Hard to see, then, how MPS can justify the heroic assumptions made in the 2011-2015 business plan launched last week. 
Easy, however, to see why they called it "Ambizione 2015" when it foresees 26.5% compound growth in income based on just 6.2% revenue growth and a massive drop in costs. Ambitious is right.
MPS plans to slash its cost-to-income ratio to 44% from 62% last year and raise return on equity to over 15% from a pathetic 4% in 2010. The problem is that Italian economic growth looks meager, and the bank seems to be pinning its hopes on higher interest rates.
Operationally, there is much talk of repositioning and redefinition and, in order to cut costs, rationalization and reorganization leading to more than €400 million of cost reductions in 2015.
MPS also announced a capital raising of as much as €2.47 billion ($3.58 billion). This is designed to pay back the so-called Tremonti Bonds—a €1.9 billion capital fix received from the government in 2009 on which MPS has been paying €160 million a year in interest. Another €471 million from the rights issue will buy back a hybrid 2003 issue that had been counted as core capital by the Bank of Italy but which wouldn't have been so under Basel III.
The process, therefore, adds nothing to MPS's base core-capital numbers other than avoidance of the interest and a potential capital gain on the hybrids buy-back which, it says, may add between 0.16 percentage points and 0.18 percentage points to core Tier 1 capital, which stood at 8.1% at the end of 2010.
In its plan, MPS promises it will pay dividends of more than €2 billion over the five-year business plan, with a payout ratio—the dividend as a percentage of net income—of between 40% and 50%. 
This will be impossible without the capital hike if the bank is to maintain its capital ratios at a level sufficient to satisfy regulators. Remember that Bank of Italy Governor Mario Draghi in February urged Italian banks to retain earnings to build their capital base rather than pay dividends. So, clearly, MPS is looking to have the best of both worlds—capital adequacy and happy shareholders.
Assuming consensus net-income forecasts, a 45% dividend payout and 3% annual growth in risk-weighted assets, MPS can reach a 9.2% core Tier 1 ratio by 2015. Consensus forecasts translate into a 26.1% compound annual growth rate for net income, little different from MPS's target. MPS says the Basel III hit to these numbers after adjustments to capital and assets will be 0.20 percentage points, leaving a neat 9% ratio. That's the bull case.
Under a bear case of compound annual net income growth of 15% to 2015, and all other things being equal, the core Tier 1 ratio drops 0.50 percentage points to 8.7%, and to 8.5% after adjusting for Basel III.
Last week, the U.K.'s Independent Banking Commission said British banks' retail operations should carry a core Tier 1 ratio of at least 10%. If that is applied to MPS. It would take €1.25 billion of capital to get the ratio under the bull case to that level. But there are other levers, of course.
One reason MPS is so keen to raise its dividend payout is to please the foundation that owns 46% of its shares. Given the choice, it will favor a high payout.
The other lever in the capital equation is assets, and, in common with most banks, MPS thinks it can control asset growth. 
This and the whole MPS story is one of execution. It will take fine judgments not to end up with gobbledygook.

Se non sapete cosa vuol dire gobbledygook siete in buona compagnia. Ho messo apposta il link a Wikipedia che discute questa parola in dettaglio. 
Tra le traduzioni italiane consigliate c'è  parlare arabo, burocratese e politichese, ma anche un pittoresco supercazzola
Come se fosse Antani?



A QUESTO PUNTO SULLA STAMPA, IN PARTICOLARE SUL CORRIERE DELLA SERA, EMERGONO FORTI E REITERATI MESSAGGI CHE LA FONDAZIONE MONTE PASCHI DI SIENA, ED IN PARTICOLARE IL SUO PRESIDENTE GABRIELLO MANCINI, INIZIANO AD INVIARE AL MANAGEMENTE DELLA BANCA, DOPO ESSERSI DOVUTI FAR CARICO DI UNO SFORZO COSI' IMPONENTE (Corriere della Sera del 22 e 30 aprile 2011):
FRA GLI EVIDENTI MESSAGGI CONTENUTI INCOMUNICATI DELLA FONDAZIONE EVIDENTEMENTE DIFFUSI ALLA STAMPA SEGNALIAMO:
  • La Fondazione sottoscriverà l'aumento di capitale, ma questo "comporterà dei sacrifici sul fronte erogazioni" (CdS: 22 aprile), e dunque si scordassero i promessi 2 miliardi di dividendi in 5 anni di cui parla Il Messaggero !
  • "Il nuovo piano industriale dovrà essere puntualmente attuato compiento tutte le conseguenti e coerenti scelte finanziarie...affinchè la banca torni a crescere e a riprendere a distribuire dividendi adeguati" (CdS 22 aprile).
  • Il presidente della Fondazione Gabrielli invita la banca ad "individuare chiaramente i business sui quali puntare per il proprio futuro, i finanziamenti alle imprese, come pure la bancassicurazione o il credito al consumo", e basta per il resto con i trastulli !
MA NON E'  FINITA QUI ! ALTRI PROBLEMI SULL'ORIZZONTE DI MPS !!
  • Anzitutto il Corriere della Sera del 14 aprile, che segnala come sia stato chiesto da parte della Procura della Repubblica di Firenze, nell'ambito sull'inchiesta sui c.d. Derivati, il rinvio a giudizio per 18 funzionari di varie banche, fra cui appunto Monte dei Paschi di Siena, che avrebbero mancato ai loro "doveri di diligenza, correttezza, e trasparenza, omettendo di comportarsi nell'interesse dei clienti, e di informarli adeguatamente" in merito ad investimenti nei famigerati Derivati, "in tal modo inducendoli in errore circa i rischi potenziali dei contratti ed i loro effettivi costi". CAPITO BENE ?
  • Poi il Messaggero dell'11 aprile 2011, che nel riferire della convocazione dell'assemblea del 6-7 giugno prossimo che dovrà deliberare l'imponente aumento di capitale già deciso, riferisce di una notizia sinora oggetto di scarsa attenzione sulla stampa: oltre al previsto aumento di capitale "da almeno 2 miliardi", "verrà inoltre proposta anche un'ulteriore delega per 471 milioni di euro per RIACQUISTO di "TITOLI FRESH 2003" !
PER AVERE NOTIZIE PIU' PRECISE IN PROPOSITO DOBBIAMO ANDARE SU ALCUNI SITI INFORMATIVI:
"In aggiunta all'aumento di capitale, il cda ha deliberato un ulteriore aumento di capitale fino a 471 milioni. La relativa dotazione finanziaria sarà utilizzata ai fini del riacquisto dei titoli irredimibili Floating Rate Equity-linked Subordinated Hybrid (Fresh), convertibili in azioni ordinarie Banca Mps, emessi nel dicembre 2003. Il riacquisto di tali strumenti avverrà ad un prezzo pari al 44% del relativo valore nominale. 
L'aumento di capitale che lo sostiene sarà conseguentemente deliberato fino ad un massimo di 471 milioni di Euro, in funzione del valore nominale dei titoli che la Banca (Valencia: 51.VA - notizie) riacquisterà.
Il riacquisto consentirà, in ottica Basilea III, un rafforzamento della qualità e della quantità del capitale della Banca, grazie alla sostituzione di tali strumenti con le azioni ordinarie di nuova emissione rivenienti dal contestuale aumento di capitale e alla potenziale plusvalenza, che genererà a sua volta un incremento del Core Tier I di circa 16 - 18 bps (in caso di integrale riacquisto dei Fresh 2003).
La Banca acquisterà i titoli da Mediobanca (Francoforte: 851715 - notizie) , la quale, in nome e per conto proprio, li reperirà sul mercato con modalità tali da assicurare la parità di trattamento degli investitori e, quindi, eventualmente anche mediante la promozione di un'offerta pubblica di acquisto e/o scambio indirizzata alla generalità dei portatori dei titoli, vendendo successivamente alla Banca i titoli conferiti in adesione a tale offerta secondo il prezzo predeterminato.
Mediobanca determinerà i tempi, i modi e le condizioni dell'offerta, che sarà comunque promossa prima dell'esecuzione dell'aumento di capitale, in modo tale da poter definire l'ammontare finale di quest'ultimo anche in funzione del valore nominale dei titoli Fresh 2003 che la Banca acquisterà da Mediobanca in esito all'offerta.
(Per i tecnici precisiamo che si tratta di:
 titoli irredimibili Floating Rate Equitylinked Subordinated Hybrid convertibili, emessi nel dicembre 2003 da Mps Capital Trust ed in circolazione per circa 471 milioni).
CAPITO BENE ? SI TRATTA DI TITOLI MONTE PASCHI DEL 2003 CHE OGGI -2011- CHI S'ERA ALL'EPOCA FIDATO DELL'OFFERTA DELLA BANCA DOVREBBE CEDERE A MEDIOBANCAM PERCHE' LI RESTITUISCA A MPS, A SOLO IL 44% DEL VALORE NOMINALE !
INSOMMA 8 ANNI, UNA PERDITA SECCA DEL 56% !

MA NON E' FINITA !
FONTE: Il Sole 24 Ore - Finanza e Mercati on line.
«In aggiunta - si legge nella nota del Consiglio di Amministrazione - il Consiglio di Amministrazione ha deliberato un ulteriore aumento di capitale fino a 471 milioni di euro». Questi fondi saranno utilizzati per il «riacquisto dei titoli irredimibili Floating Rate Equity-linked Subordinated Hybrid, convertibili in azioni ordinarie Banca Mps, emessi nel dicembre 2003 dalla controllata Mps Capital Trust LLC, II, in circolazione per un valore nominale complessivo pari a circa 471 milioni di Euro (i titoli Fresh 2003)».
«Il riacquisto consentirà, in ottica Basilea III (l'accordo che ha ridefinito i criteri di patrimonializzazione delle banche, ndr), un rafforzamento della qualità e della quantità del capitale della Banca, grazie alla sostituzione di tali strumenti con le azioni ordinarie di nuova emissione rivenienti dal contestuale aumento di capitale e alla potenziale plusvalenza, che genererà a sua volta un incremento del Core Tier I di circa 16-18 punti base (in caso di integrale riacquisto dei Fresh 2003)».
La banca senese spiega nel comunicato che «il riacquisto di tali strumenti avverrà ad un prezzo pari al 44% del relativo valore nominale. L'aumento di capitale che lo sostiene sarà conseguentemente deliberato fino ad un massimo di 471 milioni di Euro, in funzione del valore nominale dei titoli che la Banca riacquisterà».
L'operazione di aumento di capitale, di cui si vocifera da giovedì 7 aprile, sarebbe stata sbloccata dopo il via libera del Tesoro a far indebitare la Fondazione fino a 1 miliardo per finanziare eventualmente l'aumento.

Insomma bei ricordi e residui di una stagione di finanzia creativa, costata ai risparmatori che s'erano fidati oltre la metà del loro investimento nell'arco di 8 anni !
E qui non deve essere finita, probabilmente c'è altro che DEVE ANCORA EMERGERE, come risulta evidente da un breve passo del comunicato stampa della Fondazione Monte Paschi ripreso nell'articolo del Corriere della Sera del 30 aprile 2011 sopra segnalato: La Fondazione "ha invitato la banca a proseguire nel virtuoso percorso di riduzione dei nuovi flussi di incagli e sofferenze...senza cedere alla tentazione di nascondere un pò di polvere sotto il tappeto" !
CAPITO BENE ? AVETE CAPITO PROPRIO BENE ??
SI PARLA DI "NUOVI FLUSSI DI INCAGLI E SOFFERENZE", DI TENTAZIONE DI "NASCONDERE"  ANCORA "POLVERE SOTTO IL TAPPETO...." !!!
QUANDO MAI SAPREMO ESATTAMENTE -CI CHIEDIAMO- QUALE E' VERAMENTE LA REALE CONDIZIONE FINANZIARIA DI BANCA MONTE PASCHI, E QUANDO SOPRATTUTTO VERRANNO FINALMENTE A SAPERLA I TANTISSIMI RISPARMIATORI CHE SI SONO FIDATI DELLA TRADIZIONE SECOLARE DELLA BANCA, CHE NAVIGA OGGI COSI' IN ACQUE COSI' TEMPESTOSE SOPRATTUTTO A CAUSA DELLA SUA FORTISSIMA ESPOSIZIONE SUL VERSANTE DELLA BOLLA IMMOBILIARE ?


Ed il celebre "Bond Casaforte", di cui parla diffusamente Alessandro Penati nel suo articolo su La Repubblica del 15 gennaio 2011 sopra riprodotto, che fine farà, la stessa fine del Bond "FRESH 2003"?
Riacquistato dalla Banca nel 2031, magari con perdite anche maggiori ? Come sottolineava A. Penati nel suo articolo del 15 gennaio 2011:
" Si tratta di obbligazioni a lungo termine (scadenza 2040; stimata effettiva 2030) prive di garanzia esplicita da parte di Mps, che pagano il 3% e, dal 2012, l' Euribor +1,05% (ma è 1,755% lo spread che l' emittente, in una nota del prospetto da 332 pagine, definisce congruo col proprio rischio), con possibilità di rimborso anticipato dal 2020, non quotate, illiquide e quindi cedibili prima della scadenza solo a Mps (che si impegna a riacquistarle, valutandole però sulla base di uno spread fisso aumentato a 1,46%) e gravate da quasi 6% di commissioni e costi vari. È lo stesso emittente a stimare che il bond, illiquido e rischioso, nell' 89% dei casi renderà, alla scadenza, quanto un titolo liquido e privo di rischio; e addirittura meno, nell' 8% dei casi. Chi mai vorrebbe comperarlo? I risparmiatori clienti di Mps, naturalmente. Chissà se hanno capito che l' emittente nonè la banca.O che la banca sta scaricando su di loro il rischio di una transazione immobiliare fatta solo per riportare una plusvalenza contabile a fine anno? Ma non è finita. Dal 2020 Mps ha il diritto di riscattare tutte le azioni degli altri soci del Consorzio; e nella stessa data Casaforte può rimborsare anticipatamente tutto il debito. Insomma, fra 10 anni Mps può smontare tutto, riprendersi gli immobili a prezzo di perizia, e lasciare gli investitori con un pugno di mosche. Ma la contabilizzazione dell' agognata plusvalenza è assicurata. Ai risparmiatori clienti di Mps, un sentito grazie".
AI POSTERI L'ARDUA SENTENZA !
 
  • Se poi sia il caso di fidarsi di chi ha amministrato la banca in questi anni, e che fra l'altro continua ancora a farlo in questo cruciale momento di un aumento di capitale da cui dipende la stessa sopravvivenza della banca, giudichino i lettori al termine di questa ampia panoramica !
  • Se poi non sarebbe il caso che i relativi responsabili passassero finalmente la mano e venissero sostituiti da amministratori nuovi e adeguati alla difficilissima sfida, e soprattutto non coinvolti nelle vicende di quesi ultimi anni, che potrebbere ancora avere migliori prospettive nel recuperare la fiducia dei risparmiatori e dei mercati, è altra domanda che ci facciamo,  facciamo ai lettori, ed indirizziamo anche ai responsabili della storica Fondazione Monte Paschi della nobilissima città di Siena !
MA LA PAROLA DIMISSIONI, CI CHIEDIAMO, SE LA RICORDA ANCORA QUALCUNO ?



Aggiornamento 8 maggio 2011:
EBBENE, COSA SCRIVE UN ORGANO DI STAMPA BEN PIU' QUALIFICATO DI NOI, IL SOLE 24 ORE, SOLE 2 GIORNI DOPO, IL SUCCESSIVO MERCOLEDI' 4 MAGGIO 2011, RIPRENDENDO EVIDENTEMENTE UN COMUNICATO STAMPA DELLA STESSA FONDAZIONE MONTE PASCHI ?
 Leggete qui:
COSA DESUMIAMO DALL'INTERESSANT ARTICOLO DI CESARE PERUZZI ?
  • Che la Fondazione Monte dei Paschi di Siena è essa stessa ben consapevole, come lo eravamo noi e l'avevamo già scritto 2 giorni fa,  del fatto che la posizione di Banca Monte Paschi, quasi affogata nella bolla immobiliare tanto da aver dovuto prendere in prestito dallo stato circa 1,9 miliardi di euro in Tremonti Bonds, sia molto molto delicata...tanto che la Fondazione stessa sente la necessità di sottolineare che sono ben 11 le banche che le hanno dato la loro disponibilità ad assisterla nella imponente ricapitalizzazione della Banca....
  • che, per giungere ad un impegno così gravoso, la banca "dovrà fare ricorso all'indebitamento, con una forchetta di valore che oscilla fra 450 e 600 milioni", un pò superiore a quello ipotizzato fino a qualche giorno fa" (!!!), e dovra inoltre rivendersi pregiata argenteria di famiglia, ossia "gli asset in portafoglio come l'1,9% di Mediobanca e lo 0,42 di Intesa S. Paolo", e si sa -quando si vende l'argenteria- vuol dire che non c'è quasi più cibo da portare in tavola....
  • che la Fondazione ha ormai DI FATTO commissariato la Banca, come si desume  dal fatto che si precisa che "gli aspetti tecnici e anche il confronto interno", ossia se sia "meglio  cedere partecipazioni oppure aumentare il ricorso all'inebitamento (ma nella sostanza la situazione non cambia !), sono al centro del lavoro che la struttura della Fondazione sta facendo a supporto  delle scelte strategice annunciate dal gruppo bancario".
UN ULTIMO PARTICOLARE CHE COLPISCE:
fra le risorse finanziarie da gettare nella voragine dell'imponente aumento di capitale la Banca destinerà anche risorse "dalla" diciamo fanigerata" chiusura del prestito Fresh 2003", di cui ci siamo già occupati sopra, "che porterà nelle casse della Fondazione almeno 120 milioni di euro", mentre concede ai poveri risparmiatori che s'erano fidati della banca SOLO un rimborso del 44% rispetto al valore nominale di un bond acquistato nell'ormai lontano 2003 !
INSOMMA, LA SITUAZIONE DELLA BANCA MONTE PASCHI DI SIENA COME EMERGE DA QUEST'ULTIMO ARTICOLO APPARE ESATTAMENTE QUELLA CHE AVEVAMO DESCRITTO SOLO 2 GIORNI FA !

A fronte di tutto questo non serve assolutamente A NULLA che l'Amministratore delegato della Banca Giuseppe Mussari si affanni ad andare a dichiarare ad Effetto Domino della rete La7 che "nessuna banca italiana è stata costretta a lancire gli aumenti di capitale", dichiarazione non a caso rilanciata SOLO in data 5 maggio 2011 dal quotidiano amico Il Messaggero del Vicepresidente del consiglio di amministrazione della Banca Francesco-Gaetano Caltagirone....
CHI SE NE INTENDE SA BENE COME STANNO LE COSE....
AGGIORNAMENTO DI LUNEDI 9 MAGGIO 2011:
ELOQUENTE ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA-ECONOMIA, DAL TITOLO ALTRETTANTO ELOQUENTE:
"Monte Paschi. Troppi rischi in Fondazione".
 

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