FONTE: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2011/07/09/eur-spa-ipoteca-suoi-immobili-tremonti-spieghi.html
Eur Spa ipoteca i suoi immobili, Tremonti spieghi - 09 luglio 2011 — pagina 9 sezione:
ROMA C' È CHI paragona il sindaco Alemanno al protagonista di Totò truffa, «uno che tra un po' sarà capace di vendersi pure la Fontana di Trevi», e chi si domanda se «il ministro Tremonti, proprietario al 90% dell' Eur spa, sia a conoscenza che i vertici della società stanno ipotecando i beni più preziosi del quartiere per fare cassa». La vicenda dei sette complessi immobiliari della cittadella razionalista a sud di Roma, fra cui il Palazzo dello Sporte quello degli Archivi di Stato, impegnati per 760 milioni a garanzia di un prestito da 380, ha gettato nello sconcerto l' opposizione. Che si è subito mobilitata, annunciando un' iniziativa in Senato. «Su questa storia delle ipoteche accese da Eur Spa per tappare i buchi provocati dagli attuali vertici della società presenterò nei prossimi giorni l' ennesima interrogazione parlamentare alla quale, per l' ennesima volta, il governo non risponderà», fa sapere il vicecapogruppo dei Democraticia Palazzo Madama Luigi Zanda. «La gestione di Eur Spa da parte degli attuali amministratori merita un' inchiesta molto rigorosa. Il responsabile dell' Economia (principale azionista) se non vuole essere considerato corresponsabile di questa rovina e della cattiva gestione che l' ha determinata, dovrebbe finalmente aprire gli occhi e cominciare ad esercitare il suo dovere di controllore». Iniziativa «condivisa e sottoscritta» anche dai colleghi Lucio D' Ubaldo (Pd) e Riccardo Milana (Api), entrambi residenti all' Eur: «Conoscendo il quartiere avvertiamo lo sconcerto dei cittadini che vi abitano. Impegnare il patrimonio immobiliare è sempre un atto particolarmente delicato, farlo "alla chetichella" non è segno di buona e corretta amministrazione». Più duro il senatore Raffaele Ranucci, che sollecita il ministro Tremonti «a riferire al più presto in Parlamento: la drammatica situazione dei conti dell' Eur spa non può giustificare una simile mortificazione di una parte del patrimonio culturale della città e dell' intero Paese. La questioneè nazionale e, di conseguenza, il Pd chiede trasparenza sulle operazioni effettuate e chiarimenti puntuali non solo al sindaco Alemanno, che è ormai diventato il campione delle non risposte, ma anche al titolare dell' Economia, che è principale azionista della società e dovrebbe esserne il controllore». E se il consigliere regionale pd Enzo Foschi sollecita Tremonti a «fermare questo scempio», il collega capitolino Paolo Masini chiede ad Alemanno di chiarire in Aula Giulio Cesare: «Hanno fatto tutto senza che il Consiglio comunale - il quale avrebbe dovuto quantomeno essere informato dal momento che il Campidoglio è proprietario del 10% di Eur spa, ne sapesse niente. Se continua così, tra un po' il sindaco e i suoi fedelissimi, come accade nel film "Totò truffa", si venderanno pure la Fontana di Trevi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA - GIOVANNA VITALE
LA VOCE DELL'AMMINISTRATORE DELEGATO DELL'ENTE EUR MANCINI:
Lunedí 18.07.2011 15:26
FONTE: http://affaritaliani.libero.it/roma/salviamo_nuvola180711.htmlDi Riccardo Mancini, Ad Eur Spa
“Se la Commissione urbanistica e il Consiglio comunale non accetteranno o apporteranno modifiche non sostenibili al nostro progetto di valorizzazione del Velodromo, dovranno anche dirci dove trovare i soldi per sostenere i costi del Centro Congressi. Senza valorizzazioni Eur Spa non ha risorse necessarie a sopportare il costo dell'opera che non ho voluto io e che questa giunta si è ritrovata come pesante eredità. Non sarò certo io a mandare l'Eur Spa ion default.
I dati di bilancio del 2010 indicano come l’azienda prosegua attivamente nella strategia volta all’ottenimento di una sempre maggiore redditività del patrimonio gestito. Quando ci siamo insediati, nel luglio del 2009, lo stato di avanzamento lavori del Nuovo Centro Congressi era piuttosto limitato. Oggi siamo al 70% dell’opera.
I dati di bilancio del 2010 indicano come l’azienda prosegua attivamente nella strategia volta all’ottenimento di una sempre maggiore redditività del patrimonio gestito. Quando ci siamo insediati, nel luglio del 2009, lo stato di avanzamento lavori del Nuovo Centro Congressi era piuttosto limitato. Oggi siamo al 70% dell’opera.
Quanto alle attività di valorizzazione intraprese da EUR S.p.A., queste ultime si sono rese necessarie per far fronte al pagamento del debito contratto con il sistema bancario dalle precedenti amministrazioni per la realizzazione del Nuovo Centro Congressi.
A tal riguardo ci siamo trovati nella necessità stringente di rinegoziare il debito con il pool di banche. Invero il contratto di finanziamento è stato rinegoziato per un minor importo di 190 milioni di Euro, contro gli originari 396 già firmati dal precedente Consiglio e mai tirati.
Non di meno, il finanziamento originario prevedeva:
- garanzie reali sugli immobili;
- pegno sulle quote della controllata EUR Congressi S.r.l.;ù
- vincolo alla distribuzione dei dividendi e un’ulteriore garanzia autonoma da parte di EUR S.p.A. per un importo fino a 90 milioni di Euro;
mentre il finanziamento ricondizionato a 190 milioni di Euro, comprensivo del debito a breve originario di circa 60 milioni di euro, ha eliminato il pegno sulle quote, il vincolo alla distribuzione dei dividendi e l’ulteriore garanzia autonoma, a fronte di consuete garanzie ipotecarie per 380 milioni di Euro”.
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