LEGGETE L'ARTICOLO ANCHE SUL SITO DEL CORRIERE DELLA SERA, CON ALTRE INTERESSANTI NOTIZIE.
Urbanisti e residenti: il progetto va cambiato; fuori controllo i costi, 500 milioni di euro a
ROMA - Troppo onerosa e non efficiente. È questo il giudizio di urbanisti e comitati cittadini sul tratto centrale (la cosiddetta T3) della la Metro C. «Noi vogliamo che il progetto sia rivisto – spiega Paolo Gelsomini dell’associazione Progetto Celio che mercoledì ha organizzato un incontro pubblico al Primo Municipio – perché così come è oggi è solo un passante che buca il centro storico da San Giovanni a Ottaviano. La metro ha senso se c’è scambio, intermodalità e invece sono state eliminate importanti stazioni come Largo Argentina».
Non solo. Nel frattempo «i costi sono lievitati: oggi per quel tratto si pagheranno 500 milioni di euro al chilometro, contro una media europea di 175 milioni. È uno spreco enorme di denaro che potrebbe essere meglio utilizzato per collegare le periferie».
PROGETTO SNATURATO – Secondo esperti e cittadini, il progetto della Metro C è stato snaturato da continue modifiche. «All’inizio – aggiunge Gelsomini - doveva collegare la periferia Sud a quella Nord. Ma allo stato attuale, la tratta centrale non serve più perché sono stati bloccati o rimandati tutti i progetti periferici. Dalla linea a Sud, direttrice Borghesiana, sono state stralciate tutte le confluenti che dovevano collegare le zone più popolate come Tor Vergata, via Palmiro Togliatti e Ponte Mammolo. La linea a Nord, che collegherà Ottaviano a Grottarossa e Giustiniana, è ancora in fase di studio».
NIENTE INTERMODALITA’ – Dal tratto centrale (T3) sono state poi stralciate importanti stazioni come piazza Venezia e Chiesa Nuova, centrali nel progetto della metro C. «La stazione di Largo Argentina – spiega ancora Gelsomini – doveva servire come intersezione con la Metro D, ma per questo progetto non c’è ancora un euro. Quindi hanno cassato anche questa stazione che sarebbe stata fondamentale».
E conclude: «Noi cittadini pensiamo che sia assurdo spendere un miliardo e mezzo di euro per 2 chilometri e mezzo di metropolitana che attraversa il centro solo come un passante. Le uniche sue fermate rimaste per ora sono largo Ipponio (via dell’Amba Aradam) e una nuova stazione Colosseo-Fori Imperiali».
GIARDINO A RISCHIO – Ma al di là del progetto generale, emergono criticità che riguardano la stabilità dei palazzi e i cantieri. Roma Metropolitane voleva aprire un cantiere nel Parco della Pace (davanti all’ospedale Celio) ma il Primo Municipio si è opposto.
«Abbiamo dato l’autorizzazione solamente un pozzo di aereazione – spiega Salvatore Alfano, assessore municipale alla Mobilità – che occuperà solo 18 metri di diametro. L’area è stata appena ripristinata ed è uno dei luoghi di ritrovo del quartiere».
PROBLEMI DI STABILITA' - Ben più importante, invece è la questione che riguarda la stabilità dei palazzi del Celo. «Riteniamo – aggiunge Alfano - che le rassicurazioni di Roma Metropolitane su questo punto siano del tutto insufficienti. I cittadini ne sono venuti a conoscenza tramite l’accesso agli atti. È per questo che continueremo a fare incontri pubblici e a chiedere spiegazioni ai responsabili del progetto».
Anche perchè nel progetto iniziale erano citati come «a rischio vibrazioni» una serie di ben 41 edifici nel rione Celio: in via San Giovanni, via Ostilia, via di San Giovanni in Laterano, via Santi Quattro, via Capo d’Africa, via Celimontana, via Marco Aurelio, via Annia, via di S.Erasmo. Tanto che nella zona era nata una «rete dei portoni»per contestare e monitorare i lavori.
ASSICURAZIONI CONTRO I DANNI - In particolare, i cittadini hanno chiesto a Roma Metropolitane come intenderà ripagare gli eventuali danni. «Noi vogliamo che si proceda a assicurazioni appartamento per appartamento, stabile per stabile – afferma Alfano -. Si dovrà garantire con fideiussioni bancarie il pagamento immediato di danni eventuali causati dal cantiere o dal passaggio effettivo dei treni in servizio».
25/02/2010 Carlotta De Leo
Nessun commento:
Posta un commento