DAL CORRIERE DELLA SERA DI DOMENICA 3 OTTOBRE 2010 - articolo di Giuseppe Sarcina:
"Dopo la febbre della speculazione edilizia, in molti tornano ai mestieri tradizionali dell'isola atlantica, sotto la cappa di una deficit drammatico. Irlanda, dall'agricoltura alla finanza e ritorno. L'Europa chiede di fermare la concorrenza fiscale al ribasso. Ma anche dopo il CRAC Dublino resiste".
LEGGIAMO QUALCHE PASSO:
"Quest'anno le entrate fiscali toccheranno quota 32 miliardi di euro. Ma se il governo spenderà 50 miliardi per salvare le tre banche cardine (Anglo-American, AIB, Bank of Ireland) dove si troveranno le risorse per far funzionare le scuole, gli ospedali, la macchina dello Stato ?"
E ANCORA:
"Quest'anno le entrate fiscali toccheranno quota 32 miliardi di euro. Ma se il governo spenderà 50 miliardi per salvare le tre banche cardine (Anglo-American, AIB, Bank of Ireland) dove si troveranno le risorse per far funzionare le scuole, gli ospedali, la macchina dello Stato ?"
E ANCORA:
"In realtà tutto il paese è chiamato a un cambiamento profondo, radicale. Perchè lo smottamento dei conti pubblici è legato al corto circuito delle banche, che a sua volta rimanda alla bolla immobiliare. E dentro tutto questo c'è la storia recente di una sbornia sociale collettiva. I soldi facili dell'ultimo decennio (quello del sogno fianziario: Dublino è la nuoa Londra) sono stati investiti in appartamenti ed uffici.
Anche famiglie con redditi modesti si sono buttate nell'onda. A metà degli anni 2000 si costruivano 90-95 mila case all'anno: una cifra folle rispetto ad un livello fisiologico stimato sulle 30-40 mila unità. Il boom delle costruzioni ha attirato almeno 250 mila immigrati dall'Est (Polacchi, lituani, romeni). E tutti insieme, irlandesi e nuovi arrivati, hanno continuato a costruire, costruire, costruire, finanziati praticamente a costo zero dalle banche, incoraggiati dal governo del liberismo trionfante (e anche un pò tronfio).
Fino a quando il lavoro di ruspe e gru ha toccato la soglia assurda del 25% della ricchezza prodotta nel paese (il doppio rispetto alla media europea).
Non poteva durare, oggi lo dicono tutti (solo oggi però). I prezzi del mercato immobiliare sono crollati del 45% (stime degli operatori", e dunque sarà anche di più aggiungiamo noi !), le case invendute (E INVENDIBILI) sono almeno 100 mila".
MA SIAMO IN IRLANDA, OPPURE NEL MUNICIPIO IV DI ROMA ???
Analogo e durissimo è anche il quadro tracciato da la Repubblica in un altro articolo dal titolo:
"Emigrazione e quartieri fantasma. La tigre celtica non morde più"
C'è un solo significativo particolare in più rispetto all'articolo del Corriere della Sera, ossia la rabbia che sta progressivamente ma irrevocabilmente montando fra la gente nei confronti di coloro che sono sentiti come i veri responsabili della drammatica crisi economica in cui sia in Irlanda che in Italia ci siamo ritrovati:
"senti parole di rabbia verso i costruttori immobiliari che hanno speculato sulle case, rabbia verso i banchieri.....".
Anche famiglie con redditi modesti si sono buttate nell'onda. A metà degli anni 2000 si costruivano 90-95 mila case all'anno: una cifra folle rispetto ad un livello fisiologico stimato sulle 30-40 mila unità. Il boom delle costruzioni ha attirato almeno 250 mila immigrati dall'Est (Polacchi, lituani, romeni). E tutti insieme, irlandesi e nuovi arrivati, hanno continuato a costruire, costruire, costruire, finanziati praticamente a costo zero dalle banche, incoraggiati dal governo del liberismo trionfante (e anche un pò tronfio).
Fino a quando il lavoro di ruspe e gru ha toccato la soglia assurda del 25% della ricchezza prodotta nel paese (il doppio rispetto alla media europea).
Non poteva durare, oggi lo dicono tutti (solo oggi però). I prezzi del mercato immobiliare sono crollati del 45% (stime degli operatori", e dunque sarà anche di più aggiungiamo noi !), le case invendute (E INVENDIBILI) sono almeno 100 mila".
MA SIAMO IN IRLANDA, OPPURE NEL MUNICIPIO IV DI ROMA ???
Analogo e durissimo è anche il quadro tracciato da la Repubblica in un altro articolo dal titolo:
"Emigrazione e quartieri fantasma. La tigre celtica non morde più"
C'è un solo significativo particolare in più rispetto all'articolo del Corriere della Sera, ossia la rabbia che sta progressivamente ma irrevocabilmente montando fra la gente nei confronti di coloro che sono sentiti come i veri responsabili della drammatica crisi economica in cui sia in Irlanda che in Italia ci siamo ritrovati:
"senti parole di rabbia verso i costruttori immobiliari che hanno speculato sulle case, rabbia verso i banchieri.....".
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