Dividere "cartellopoli" in quattro anelli concentrici. In modo che dentro le mura di Roma scompaiano sostanzialmente del tutto i cartelloni pubblicitari. E che nell'anello ferroviario si arrivi a un contenimento del numero. Favorendo così la distribuzione nelle due "corone" più esterne: il Gra e i confini del Comune. È questo il cuore del Piano regolatore degli impianti e dei mezzi pubblicitari (Prip) che l'assessore capitolino alle Attività produttive, Davide Bordoni, illustra stamani alle associazioni cittadine e ambientaliste, da mesi sul piede di guerra contro lo scempio della pubblicità che oscura il paesaggio e mette in pericolo la guida degli automobilisti.
"Nel solo mese di settembre sono stati rimossi 1260 cartelloni irregolari" annuncia Bordoni. "Dà i numeri" gli risponde il Pd, "per giocare al Lotto" incalza l'udc Onorato. Nell'intero 2010 - spiegano in assessorato - gli impianti abbattuti sono stati più di 2500, 900 dei quali frutto di rimozione spontanea da parte delle ditte.
È proprio l'arrivo del nuovo Prip, e l'auspicata stretta sulle concessioni, che avrebbe scatenato le ditte a riempire aiuole, spartitraffico, marciapiedi. Ma non rischieranno nulla le aziende titolari dei 32.700 impianti censiti quest'anno dall'Ufficio affissioni - contraddistinti dalla targhetta argentata con il numero di immatricolazione - sebbene le associazioni e l'opposizione in Campidoglio stimino in almeno 100.000 i cartelloni presenti in città. Il nuovo Prip prevede che non si superino i 213mila metri quadrati complessivi di réclame per la strada, un muro di poster che da gennaio a settembre ha portato nelle casse comunali 15.330.859 euro, più i 2.657.247 di entrate dalla chiusura di vecchi contenziosi e più i 389.906 euro ricavati dalle 708 multe incassate (valore medio, 550 euro) bussando alla ragioneria dell'inserzionista e non a quella del concessionario.
La lotta agli illegali nell'anno in corso ha prodotto la revoca di 398 impianti, e sarebbero 2500 le cancellazioni in arrivo. Bordoni ha sempre sostenuto che l'invasione dei cartelloni è frutto, soprattutto, dello spostamento di impianti (non quindi dall'aumento del numero) e che bisogna arrivare a una distribuzione più omogenea. Così il suo Piano regolatore prevede di alleggerire il carico di pubblicità delle arterie principali (via Tuscolana, la Flaminia o viale Marconi), le più appetite dai "cartellonari", coinvolgendo le strade laterali. Tra le novità ci sarebbe anche la (già prevista, scontata) difesa assoluta dei luoghi storici (mura aureliane e cimiteriali, acquedotti, muraglioni del Tevere, ville e parchi) ma anche il rispetto della distanza minima dai semafori: che il codice della strada prevede in 15 metri ma che, di deroga in abuso, viene quasi sempre disatteso. Secondo Bordoni, il via libera alle deroghe nasce con la delibera 193 del 2004, colpa quindi della precedente amministrazione.
(22 ottobre 2010)
"Nel solo mese di settembre sono stati rimossi 1260 cartelloni irregolari" annuncia Bordoni. "Dà i numeri" gli risponde il Pd, "per giocare al Lotto" incalza l'udc Onorato. Nell'intero 2010 - spiegano in assessorato - gli impianti abbattuti sono stati più di 2500, 900 dei quali frutto di rimozione spontanea da parte delle ditte.
È proprio l'arrivo del nuovo Prip, e l'auspicata stretta sulle concessioni, che avrebbe scatenato le ditte a riempire aiuole, spartitraffico, marciapiedi. Ma non rischieranno nulla le aziende titolari dei 32.700 impianti censiti quest'anno dall'Ufficio affissioni - contraddistinti dalla targhetta argentata con il numero di immatricolazione - sebbene le associazioni e l'opposizione in Campidoglio stimino in almeno 100.000 i cartelloni presenti in città. Il nuovo Prip prevede che non si superino i 213mila metri quadrati complessivi di réclame per la strada, un muro di poster che da gennaio a settembre ha portato nelle casse comunali 15.330.859 euro, più i 2.657.247 di entrate dalla chiusura di vecchi contenziosi e più i 389.906 euro ricavati dalle 708 multe incassate (valore medio, 550 euro) bussando alla ragioneria dell'inserzionista e non a quella del concessionario.
La lotta agli illegali nell'anno in corso ha prodotto la revoca di 398 impianti, e sarebbero 2500 le cancellazioni in arrivo. Bordoni ha sempre sostenuto che l'invasione dei cartelloni è frutto, soprattutto, dello spostamento di impianti (non quindi dall'aumento del numero) e che bisogna arrivare a una distribuzione più omogenea. Così il suo Piano regolatore prevede di alleggerire il carico di pubblicità delle arterie principali (via Tuscolana, la Flaminia o viale Marconi), le più appetite dai "cartellonari", coinvolgendo le strade laterali. Tra le novità ci sarebbe anche la (già prevista, scontata) difesa assoluta dei luoghi storici (mura aureliane e cimiteriali, acquedotti, muraglioni del Tevere, ville e parchi) ma anche il rispetto della distanza minima dai semafori: che il codice della strada prevede in 15 metri ma che, di deroga in abuso, viene quasi sempre disatteso. Secondo Bordoni, il via libera alle deroghe nasce con la delibera 193 del 2004, colpa quindi della precedente amministrazione.
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