La Presa di Roma
Ci sono almeno due buone ragioni per comprare (e leggere) «La presa di Roma» di Claudio Cerasa (Bur, 218 pagine, 9,80 euro).La prima è che a un anno e mezzo di distanza dalla storica elezione di Gianni Alemanno a sindaco della Capitale il libro ricostruisce i motivi del successo dell'esponente del Pdl e del tonfo del centrosinistra. La seconda ragione è che Cerasa, brillante giornalista del «Foglio», ha 27 anni. In quest'Italia magra di speranze, orientata al successo effimero della tv, i giovani autori sono da incoraggiare a prescindere.
Il testo peraltro si misura con domande scomode e non nega risposte.
Innanzitutto: cosa c'è dietro l'inversione di rotta che ha sconvolto la geografia del potere italiano? E poi: chi sono gli uomini che oggi hanno il vero controllo di Roma? In effetti se la più celebre «Presa di Roma» è quella del 20 settembre 1870, che decretò la fine dello Stato pontificio, anche questa, del 28 aprile 2008, farà storia.
Il consenso del sindaco Veltroni si è sgretolato e Gianni Alemanno è riuscito a scalare il Campidoglio.
Tutto è cominciato a Ponte di Nona. Sì, nel nuovo quartiere a cui portano strade fangose e senza illuminazione, in cui le case popolari (poche) sono state progettate da Portoghesi ma assegnate dopo quasi diciotto anni. È qui, in quest'area compresa tra la bretella che collega il Raccordo anulare con l'autostrada e via Prenestina, che ha soffiato più forte il vento anti-centrosinistra.
Ecco il primo elemento che secondo l'autore ha spinto i romani a premiare Alemanno bocciando Rutelli: «Le discusse scelte del centrosinistra in materia di politica urbanistica», che hanno finito per deludere i cittadini e che non hanno nemmeno impedito il dietrofront dei poteri forti.
Infatti Alemanno ha conquistato prima le periferie, debilitate dal degrado e dalla paura (l'autore ripercorre le violenze «esplose» sulla campagna elettorale), poi gli imprenditori (che non avevano più niente da chiedere al Pd).
Infine, da sindaco, ha tessuto laboriosamente il rapporto con il Vaticano, già indispettito con il centrosinistra per il legame con i Radicali e l'intenzione di legiferare sulle coppie di fatto.
Poi Alemanno è passato al governo della Capitale e qui non sono mancati i dolori. Ha cercato di «penetrare nel resto della città a partire dai principali centri di potere»: le società comunali.
Ha cambiato i vertici delle municipalizzate e accanto a lui ha voluto due ex An: Andrea Augello e Fabio Rampelli.
Alla fine ha capito che ci vuole un po' di tutto: «Un po' di lobbisti e un po' di costruttori, un po' di tassisti e un po' di imprenditori, un po' di fascisti e un po' di assessori» per amministrare Roma e guardare al futuro.
14/11/09
Altri link
La recensione del Foglio (Alessandro Giuli)
Il forum sul Foglio
L'intervista al Magazine del Corriere della Sera
Articolo sul Corriere della Sera
La recensione di Repubblica (Carlo Bonini)
La recensione del Secolo d'Italia (Giuliano Lanna)
L'introduzione del libro
INTRODUZIONE AL VOLUME
Che cosa succede quando la Capitale di un Paese cambia colore politico dopo quindici anni? Chi sono gli uomini che oggi hanno in mano il vero controllo di Roma? Con le elezioni del 28 aprile 2008 vi è stata una storica inversione di rotta che ha sconvolto completamente la geografia del potere non solo romano ma anche italiano: il blocco di consenso legato al centrosinistra di Walter Veltroni si è sgretolato e il centrodestra di Gianni Alemanno ha conquistato Roma. Gli equilibri ormai logori della città sono crollati in un lampo: dalle periferie più disagiate, vecchie roccaforti rosse, alle lobby più intoccabili, si è assistito a una vera e propria rivoluzione. In quei mesi, e in quelli successivi, ci si è ritrovati di fronte sia a una realtà che si stava profondamente trasformando sia a indistruttibili poteri che a poco a poco prendevano nuove forme. La Roma di oggi è come un fiume dopo la tempesta: il letto del torrente svela chi ha resistito alla piena e chi no, e rivela chi l’onda l’ha patita e chi l’ha dominata. Dopo il subbuglio, le acque tornano trasparenti e le cose appaiono più nitide. Ecco, cosa si nasconde dietro la straordinaria ascesa di Gianni Alemanno? Per quali ragioni una città decide di affidare la propria sorte a un uomo dal passato così movimentato? Perché la destra sa parlare di sicurezza meglio della sinistra? Quali affari miliardari si nascondono dietro al governo dei diversi sindaci di Roma? Quali sono i poteri forti che Alemanno è riuscito a conquistare? Chi sono gli uomini che insieme al nuovo sindaco stanno preparando un piano per tentare nel 2013 di succedere all’attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi? Questo libro nasce dall’esigenza di trovare una risposta a queste e a molte altre domande, dalla volontà di capire cosa sta succedendo in questo momento nel nostro Paese e dalla necessità di conoscere i volti di chi muove i destini della Capitale. Per fare questo, per tentare di spiegare la Roma di oggi, bisogna entrare nella città che non si vede, parlare con le persone che la tengono in pugno, bisogna andare nelle stanze dei palazzi di potere, ascoltare le esigenze dei tassinari più agguerriti, dei circoli sportivi più esclusivi, i desideri delle zone più marginali, dei curvaroli, dei postfascisti. Bisogna osservare la storia e le posizioni dei costruttori, delle banche, degli imprenditori, della Chiesa. E mettere insieme le tessere di un mosaico di voci – quelle dei vinti e quelle dei vincitori – per riuscire a vedere chi, da dietro le quinte, comanda davvero la Capitale d’Italia.
Roma, ottobre 2009
Il forum sul Foglio
L'intervista al Magazine del Corriere della Sera
Articolo sul Corriere della Sera
La recensione di Repubblica (Carlo Bonini)
La recensione del Secolo d'Italia (Giuliano Lanna)
L'introduzione del libro
INTRODUZIONE AL VOLUME
Ecco l'Introduzione della Presa di Roma
Ecco qui l'introduzione del libro la Presa di RomaChe cosa succede quando la Capitale di un Paese cambia colore politico dopo quindici anni? Chi sono gli uomini che oggi hanno in mano il vero controllo di Roma? Con le elezioni del 28 aprile 2008 vi è stata una storica inversione di rotta che ha sconvolto completamente la geografia del potere non solo romano ma anche italiano: il blocco di consenso legato al centrosinistra di Walter Veltroni si è sgretolato e il centrodestra di Gianni Alemanno ha conquistato Roma. Gli equilibri ormai logori della città sono crollati in un lampo: dalle periferie più disagiate, vecchie roccaforti rosse, alle lobby più intoccabili, si è assistito a una vera e propria rivoluzione. In quei mesi, e in quelli successivi, ci si è ritrovati di fronte sia a una realtà che si stava profondamente trasformando sia a indistruttibili poteri che a poco a poco prendevano nuove forme. La Roma di oggi è come un fiume dopo la tempesta: il letto del torrente svela chi ha resistito alla piena e chi no, e rivela chi l’onda l’ha patita e chi l’ha dominata. Dopo il subbuglio, le acque tornano trasparenti e le cose appaiono più nitide. Ecco, cosa si nasconde dietro la straordinaria ascesa di Gianni Alemanno? Per quali ragioni una città decide di affidare la propria sorte a un uomo dal passato così movimentato? Perché la destra sa parlare di sicurezza meglio della sinistra? Quali affari miliardari si nascondono dietro al governo dei diversi sindaci di Roma? Quali sono i poteri forti che Alemanno è riuscito a conquistare? Chi sono gli uomini che insieme al nuovo sindaco stanno preparando un piano per tentare nel 2013 di succedere all’attuale presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi? Questo libro nasce dall’esigenza di trovare una risposta a queste e a molte altre domande, dalla volontà di capire cosa sta succedendo in questo momento nel nostro Paese e dalla necessità di conoscere i volti di chi muove i destini della Capitale. Per fare questo, per tentare di spiegare la Roma di oggi, bisogna entrare nella città che non si vede, parlare con le persone che la tengono in pugno, bisogna andare nelle stanze dei palazzi di potere, ascoltare le esigenze dei tassinari più agguerriti, dei circoli sportivi più esclusivi, i desideri delle zone più marginali, dei curvaroli, dei postfascisti. Bisogna osservare la storia e le posizioni dei costruttori, delle banche, degli imprenditori, della Chiesa. E mettere insieme le tessere di un mosaico di voci – quelle dei vinti e quelle dei vincitori – per riuscire a vedere chi, da dietro le quinte, comanda davvero la Capitale d’Italia.
Roma, ottobre 2009
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