Anzi aveva attivato in parlamento il suo assessore al Bilancio Maurizio De Leo, per opporsi a questa scelta; vedi in proposito l'articolo del Corriere della Sera - edizione Roma del 5 ottobre 2009, ed un nostro post a questo link:
http://tg-talenti.blogspot.com/2009/10/acea-il-comune-non-vuole-scendere-sotto.html
Ma ecco che ora, del tutto inaspettatamente il sindaco Alemanno assume decisioni diverse, ed avvia un percorso diverso, annunciando in un'intervista al Sole 24 ore l'intenzione di cedere entro l'anno il 20% dell'ACEA, modificando a 180° la posizione precedentemente assunta, e decidendo di andare a questa "privatizzazione strisciante" entro la fine del 2010, quando la legge gli lascerebbe comunque tempo sino al 2015 !
Leggi l'articolo del Sole 24 ore, qui a sinistra.
SI RENDE CONTO IL SINDACO CHE IN QUESTO MOMENTO, CON IL TITOLO ACEA AI MINIMI STORICI, UNA TALE DECISIONE :
- provocherebbe un gravissimo danno economico al comune di Roma;
- consentirebbe a qualche imprenditore privato, magari Francesco-Gaetano Caltagirone, di andare ad assumere una posizione fortissima nel controllo dell'acqua di noi Romani ?
In tempo di elezioni, cari amministratori, su una questione così delicata come il controllo dell'acqua a Roma e nel Lazio gli elettori attendono dal PDL e dal suo sindaco Alemanno parole chiare e prese di posizione trasparenti !
Su una possibile preoccupante scalata di Francesco-Gaetano Caltagirone alla nostra acqua pubblica di Roma vedi questo articolo di Claudio Cerasa, autore del libro "La Presa di Roma", nel "Il Foglio", in genere molto bene informato:
http://www.ilfoglio.it/cerazade/442
17 novembre 2009 - ore 19:35
Alemanno, Caltagirone, D'Alema e l'acqua di Roma
A Roma la notizia che il comune sarà sostanzialmente costretto a diluire la sua partecipazione nell’azionariato di Acea, scendendo dunque al di sotto del 51 per cento con cui attualmente controlla l’azienda che porta acqua e luce nelle case dei romani, significa un paio di cose. La prima è che Alemanno riuscirà ad incassare presto un po’ di soldi per ripianare il bilancio del comune, ma di questo in fondo importa poco. La seconda è che visto il movimento registrato in questi tempi sul fronte della Mediobanca di Roma, sarà molto difficile impedire che il più vivace tra gli azionisti di maggioranza dell’Acea (un’azienda che ha un fatturato inferiore solo a quelli di colossi come l’Eni) continui la sua scalata nell’azienda. Ai tempi di Walter Veltroni, l’ex amministratore delegato (Mangoni) aveva stretto un patto con gli azionisti francesi di Gaz De France affinché fossero loro a rafforzare la propria presenza in Acea. Poi Mangoni è stato mandato via e ora al suo posto c’è Marco Staderini, uomo di fiducia di Pier Ferdinando Casini e del suocero Francesco Gaetano Caltagirone. In coincidenza con la cacciata di Mangoni e con l’arrivo di Alemanno, proprio Caltagirone ha rafforzato la sua presenza in Acea. E’ arrivato al 5, poi al 6, poi al 7 e ora quasi all’8. Si accettano scommesse su chi andrà ora l’appetitoso 20 per cento di Acea.By the way, molto immodestamente, nel mio libro credo di spiegare bene tutta questa storia (in cui c’entra anche D’Alema)
Nessun commento:
Posta un commento