Ci siamo già occupati in passato, in particolare ne dicembre 2008, della vicenda dei Campionati Mondiali di Nuoto 2009, tenutisi a Roma con ampie deroghe alla normativa vigente, in materia sia di lavori pubblici che di tutela ambientale.
VEDI: http://tg-talenti.blogspot.com/2008/12/nuova-cementificazione-settebagni-della.html
ORA I NODI VENGONO AL PETTINE, E FINISCE INQUISITO, NELL'AMBITO DELLA VICENDA DELL'INCHIESTA SULLE ATTIVITA' DELLA PROTEZIONE CIVILE, IL COMMISSARIO CLAUDIO RINALDI !
FONTE: http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=26500&sez=HOME_INITALIA&npl=&desc_sez=
ROMA (15 febbraio) - Chiacchierano al telefono, inviano sms, si incontrano da nord a sud della Capitale: da un’edicola a Casal Bertone a un bar di piazza Vescovio, dal Salaria sport village a Vigna Clara. Sono gli indagati della presunta organizzazione criminale che i carabinieri del Ros hanno definito “sistema gelatinoso”. Nelle centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate della procura di Firenze, gli inquirenti rilevano comportamenti che - sottolineano - sono l’evidenza di un sistema composto da corrotti e corruttori.
Ritornano i nomi di chi gestirebbe questo movimento di “dare e avere”, e compaiono i nomi di personaggi finiti anche in altre indagini. Così tra i quaranta indagati nell’inchiesta fiorentina, c’è il nome di Claudio Rinaldi, il Commissario straordinario per i Mondiali di nuoto, già al centro di un’inchiesta romana. E se a piazzale Clodio, l’ingegnere era stato indagato per abuso d’ufficio, a Firenze, invece, gli contestano la corruzione. Per questa ragione, i pm gli hanno inviato i carabinieri a casa e in ufficio per eseguire una perquisizione. In cerca di documenti o atti che avvalorino il loro sospetto.
La posizione di Rinaldi emerge da una lunga informativa dei militari. Al dirigente - viene evidenziato - risulta «l’intestazione di beni non meglio individuati, effettuata in data 17 ottobre del 2008, in San Marino da parte del commercialista Stefano Gazzani, su disposizione di Diego Anemone, e in favore di Mimma Gordiani, madre dell’ingegner Rinaldi, nominato in data 13 giugno 2008 commissario per i lavori dei Mondiali in sostituzione dell’ingegnere Angelo Balducci».
I magistrati sono certi di quello che scrivono perché trovano supporto nelle intercettazioni. Così “sentono” anche che quando le indagini cominciano a puntare sulle strutture dell’evento sportivo mondiale, il Commissario comincia a preoccuparsi e chiede di poter trasferire la proprietà dell’immobile. Intuisce che quella villa potrebbe rappresentare un elemento contro di lui.
Nel resoconto dei carabinieri ci sono anche i contrastati rapporti che Rinaldi ha con Balducci, altra figura cardine dell’inchiesta toscana. I contatti tra i due sono frequenti ma degenerano quando sul settimanale “L’Espresso” esce un articolo molto critico su tutta l’operazione Mondiali.
Balducci ritiene sia stato Rinaldi a “suggerirlo” e gli scrive un sms di fuoco: «Ricordati quello che ti dico, la pagherai tutta». Lui risponde: «Ho sempre pagato tutto, non si è mai lamentato nessuno». Lo scambio va avanti con toni vivaci, fino alla minaccia di rappresaglia che Balducci fa nei confronti di Rinaldi.
Eppure, i pm avevano rilevato quanto il Commissario per i Mondiali di nuoto si fosse “impegnato” per trovare soluzioni a possibili problemi di natura tecnica riguardanti le varie strutture.
Il Salaria sport village di Diego Anemone rientrava tra questi, proprio perché era uno di quelli che gli ambientalisti avevano denunciato perché una struttura considerata a rischio esondazione, in quanto una buona parte è stata costruita sull’argine del fiume Aniene.
I tentativi di fermare i lavori si sono scontrati con le “potenti manine” di chi è intervenuto per “aiutare” i proprietari. Nelle intercettazioni dell’inchiesta fiorentina compaiono, infatti, nomi di politici, di loro parenti, di tecnici con incarichi nei lavori pubblici, e persino di un consigliere comunale romano, Antonio (Antonello) Aurigemma, che, secondo i carabinieri, avrebbe ottenuto lavori in un suo immobile in cambio di un interessamento.
Le “cortesie” e i benefit sono stati distribuiti a piene mani e sono, al momento, la vera “tangente” che emerge dall’inchiesta. Se un favore, poi, ha difficoltà a essere realizzato, si scatenano le reazioni degli interessati. E così Marco De Santis, fratello di Fabio, altro imprenditore finito in carcere, contesta di non aver ricevuto l’aiuto adeguato per ricevere un incarico presso il Dipartimento dove lavora, benché gli abbia promesso più volte che sarebbe intervenuto sull’ingegner Balducci.
I toni dell’alterco diventano più accesi e Marco arriva a fare allusioni su una gestione banditesca dell’ufficio in cui il fratello lavora: «Tu non puoi fare fino a un certo punto, tu non puoi fare un c... - discute - è differente! L’ho capito. Chiamo questo, chiamo quell’altro. Ma io tanto Diego (si riferisce ad Anemone ndr), fosse l’ultima cosa che faccio, lo mando carcerato. Te lo dico chiaro e tondo: io Diego e tutta la combriccola la mando carcerata».
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