COMUNICATO STAMPA
11.02.2011
Piano industriale ATAC con l’obiettivo del pareggio di bilancio entro il 2013
presentato dall’AD, M. Basile, al Consiglio di Amministrazione dell’ATAC
“L’ennesima occasione perduta” sostiene l’Associazione Diritti dei Pedoni
I giornali hanno pubblicizzato il piano industriale Atac che l’Amministratore Delegato, Maurizio Basile, ieri pomeriggio, ha presentato al CdA dell’Atac. L’obiettivo è quello del pareggio di bilancio entro il 2013.
“Sono 150 pagine che – ha dichiarato il Presidente dell’Associazione Diritti dei Pedoni–ADP, Vito Nicola De Russis – aggraveranno l’attuale caotico traffico romano perchè renderà sempre più “necessario” il ricorso all’uso del mezzo proprio. La realtà del TPL a Roma è totalmente ignorata. Ignorando gli indicatori di servizio automaticamente si ignorano le azioni necessarie per modificarli in meglio. La mobilità cittadina, per il 18,2% viene coperta da Atac+Cotral+Metro+Trenitalia+ Taxi: resta immutato tale bassissimo livello? (All.) La frequenza massima di 60’ stabilita per il 98% delle linee ATAC: resta immutata? (All.) Cosa avviene, a Roma, al TPL su “ferro” – immutato dal 2000 – che doveva svilupparsi con 35 opere (12 di Metro; 10 di Tram; 13 di Ferrovia) e solo su 3 ci sono i “lavori in corso”? e queste 3 opere saranno completate visto che le risorse disponibili assommano a 3.640,9 milioni di euro a fronte di un costo che, attualmente, supera i 4.300 milioni di euro? (Fonte: Isfort).
Cosa si intende fare per “catturare” al TPL quel 25,8% della mobilità a piedi?” (All.)
Lasciamo i paragoni con altre città e/o capitali europee e trans-europee, compresa la gemella Parigi, perchè, alla fine, potrebbe risultare che i gestori romani del TPL devono pagare i viaggiatori.
Vediamo i problemi romani dell’ATAC.
Le “Fermate degli autobus” sono oltre 8.000: oltre l’80% di queste sono perennemente occupate “a rotazione” (in assenza di volontà istituzionale al rispetto della legalità); pochissime fermate hanno la striscia gialla a zig-zag che precede e segue l’area dello stallo; oltre il 90 % sono prive di pensiline; si è “imposto” l’assenza dei cartellini degli orari dei passaggi. Le “corsie preferenziali”, una bazzecola di circa 110 km. (su 2.250 km. di rete), disattendono il principio della totale continuità da capolinea a capolinea delle linee che le utilizzano; non solo, normalmente vengono utilizzate illegalmente da mezzi privati (in assenza di volontà istituzionale al rispetto della legalità). Sono alcuni degli indicatori di servizio strutturali.
“Nell’istante in cui si affronta il tema della tariffa e della lotta all’evasione – conclude Vito Nicola De Russis – non si può perdere l’occasione (come avviene normalmente) di affrontare il tema dei “diritti e dei doveri dei viaggiatori” e, principalmente, il diritto dei viaggiatori al rispetto della dignità della persona associato ad un “servizio civile” nel quale si pongono gli indicatori della informazione, serietà e credibilità, tempi di frequenza civili e rispettati, pulizia e, sicuramente non ultimo, la convenienza dell’uso del TPLs.
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