Già venerdì scorso, in un bell'articolo sul Corriere della Sera, Sergio Romano aveva invitato le forze politiche a ricercare con equilibrio una soluzione equilibrata, per risolvere il pasticcio della presentazione delle liste per le Elezioni Regionali, specie quelle nel Lazio ed in Lombardia.
Leggi l'articolo sul Corriere on line, con altre interessanti notizie:
http://archiviostorico.corriere.it/2010/marzo/05/UNA_SOLUZIONE_CONDIVISA_co_8_100305008.shtml
NELLA NOTTE DI VENERDI' IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO HA INFINE FIRMATO IL DECRETO PROPOSTOGLI DAL GOVERNO, CHE NON ERA QUELLO PRESENTATOGLIO IL GIORNO PRIMA !
Da ieri sul sito del Quirinale (http://www.quirinale.it/ ), oggi ripresa da vari giornali fra cui il Corriere della Sera, è la lettera con cui il presidente ha voluto rispondere a due cittadini, uno contrario e l'altro favorevole al decreto.
PROPONIAMO QUESTA EQUILIBRATA LETTERA, CHE FA IL PUNTO SU UN IMPORTANTE PROBLEMA DELLA NOSTRA VITA DEMOCRATICA.
Sottolineiamo che la mancata intesa fra PDL e PD in merito ad un aspetto così delicato della nostra vita democratica come la tornata elettorale per le regionali, da cui non poteva essere esclusa una delle forze più rappresentative del paese ma per il cui recupero avrebbero dovuto essere individuate soluzioni condivise, rappresenta un grave problema, e potrebbe avere future gravi conseguenze ove il decreto dovesse essere valutato incostituzionale da parte della Corte Costituzionale !
Insomma rischiamo di andare a votare sapendo che il nostro voto potrebbe essere inutile, e che le elezioni potrebbero essere ripetute da qui a pochi mesi !
LEGGETE LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, SIA QUI A DESTRA CHE SOTTO:
"Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici. Non era sostenibile che potessero non parteciparvi nella più grande regione italiana il candidato presidente e la lista del maggior partito politico di governo, per gli errori nella presentazione della lista contestati dall'ufficio competente costituito presso la corte d'appello di Milano. Erano in gioco due interessi o "beni" entrambi meritevoli di tutela: il rispetto delle norme e delle procedure previste dalla legge e il diritto dei cittadini di scegliere col voto tra programmi e schieramenti alternativi. Non si può negare che si tratti di "beni" egualmente preziosi nel nostro Stato di diritto e democratico.
Si era nei giorni scorsi espressa preoccupazione anche da parte dei maggiori esponenti dell'opposizione, che avevano dichiarato di non voler vincere - neppure in Lombardia - "per abbandono dell'avversario" o "a tavolino". E si era anche da più parti parlato della necessità di una "soluzione politica": senza peraltro chiarire in che senso ciò andasse inteso. Una soluzione che fosse cioè "frutto di un accordo", concordata tra maggioranza e opposizioni?
Ora sarebbe stato certamente opportuno ricercare un tale accordo, andandosi al di là delle polemiche su errori e responsabilità dei presentatori delle liste non ammesse e sui fondamenti delle decisioni prese dagli uffici elettorali pronunciatisi in materia. In realtà, sappiamo quanto risultino difficili accordi tra governo, maggioranza e opposizioni anche in casi particolarmente delicati come questo e ancor più in clima elettorale: difficili per tendenze all'autosufficienza e scelte unilaterali da una parte, e per diffidenze di fondo e indisponibilità dall'altra parte.
Ma in ogni caso - questo è il punto che mi preme sottolineare - la "soluzione politica", ovvero l'intesa tra gli schieramenti politici, avrebbe pur sempre dovuto tradursi in soluzione normativa, in un provvedimento legislativo che intervenisse tempestivamente per consentire lo svolgimento delle elezioni regionali con la piena partecipazione dei principali contendenti. E i tempi si erano a tal punto ristretti - dopo i già intervenuti pronunciamenti delle Corti di appello di Roma e Milano - che quel provvedimento non poteva che essere un decreto legge.
Diversamente dalla bozza di decreto prospettatami dal Governo in un teso incontro giovedì sera, il testo successivamente elaborato dal Ministero dell'interno e dalla Presidenza del consiglio dei ministri non ha presentato a mio avviso evidenti vizi di incostituzionalità. Né si è indicata da nessuna parte politica quale altra soluzione - comunque inevitabilmente legislativa - potesse essere ancora più esente da vizi e dubbi di quella natura.
La vicenda è stata molto spinosa, fonte di gravi contrasti e divisioni, e ha messo in evidenza l'acuirsi non solo di tensioni politiche, ma di serie tensioni istituzionali. E' bene che tutti se ne rendano conto. Io sono deciso a tenere ferma una linea di indipendente e imparziale svolgimento del ruolo, e di rigoroso esercizio delle prerogative, che la Costituzione attribuisce al Presidente della Repubblica, nei limiti segnati dalla stessa Carta e in spirito di leale cooperazione istituzionale. Un effettivo senso di responsabilità dovrebbe consigliare a tutti i soggetti politici e istituzionali di non rivolgersi al Capo dello Stato con aspettative e pretese improprie, e a chi governa di rispettarne costantemente le funzioni e i poteri. Cordialmente
Giorgio Napolitano"
Un blog che vuole essere fonte informativa e riferimento per segnalazioni,proposte,proteste nel quartiere Monte Sacro Alto,ossia Talenti di Roma, e per il Municipio III. Ha combattuto contro le degenerazioni del c.d."Modello Roma", e vuole operare, senza condizionamenti,nell'interesse della gente e della vivibilità dei nostri quartieri.
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