Antigene FEDERCONSUMATORI
Associazione nazionale dei dipendenti Federazione Nazionale Consumatori e Utenti
e utenti dei Servizi Pubblici Locali
Conferenza Stampa - Via Palestro 11
Roma, 17 maggio 2010
Comunicato del Presidente dell’Associazione Nazionale Antigene , Lidia Mazzola
Diniego di accesso agli atti sul debito del Comune di Roma alle Associazioni Nazionali di utenti e consumatori, Antigene e Federconsumatori : un silenzio che inquieta e offende le coscienze dei cittadini chiamati a pagarne il conto.
Una pesantissima cappa di silenzio grava da tempo sull’enorme debito del Comune di Roma ed in particolare sulla rinegoziazione del debito “storico” e sugli ulteriori debiti assunti con gli strumenti derivati dal 2003 al 2008. Scarse e reticenti le dichiarazioni degli amministratori, pochissime le notizie a mezzo stampa, scarne e contrastanti le cifre.
Eppure il Campidoglio sembra piazzarsi nettamente in testa alla classifica dei Comuni con i suoi oltre 10 miliardi euro di debito di cui 6 miliardi di valore nozionale di strumenti derivati.
Ma è l’intera vicenda che si sta sviluppando in modo abnorme. Vale quindi la pena di riassumerla per sommi capi:
al momento del suo insediamento il Sindaco Alemanno lanciava ripetuti allarmi sullo stato del bilancio del Campidoglio rilevandone il sostanziale dissesto;
giova ricordare che a giugno 2008 anche la Ragioneria Generale dello Stato, nell’ambito della Relazione Conclusiva sulla situazione finanziaria del Comune di Roma , sosteneva:
“ Il calcolo del debito nominale o “contrattualizzato”, dai 6,951 miliardi a fine 2007, lievita
a 8,151 miliardi “
ed aggiungeva:
“ La tendenza, a politiche invariate, evidenzia un netto peggioramento nel 2009 e 2010
soprattutto per il maggior costo del debito”;
per concludere che gli oneri per interessi ammontanti a 467 milioni nel 2008 avrebbero raggiunto quota 633 milioni nel 2009 per arrivare nel 2010 a 689 milioni di euro. Una situazione, a parere della Ragioneria Generale dello Stato, “fuor di controllo”;
lo stesso Sindaco Alemanno aveva affidato alla Lehman Brothers la verifica di congruità sulle operazioni in strumenti derivati in essere al Comune di Roma. Il rapporto consegnato dalla Lehman Brothers a luglio 2008, secondo quanto riportato dal Sole24ore del 17 settembre 2008 rilevava :
· ” UBS è la controparte su cui si concentrano i maggiori punti interrogativi in merito al tipo e alle finalità delle operazioni concluse””, suggerendo “una ridefinizione delle condizioni in riferimento alla posizione UBS in swap”;
· “una documentazione carente sui contratti con Morgan Stanley e la mancanza di una vera esigenza di copertura del rischio”;
· “nel caso di Banca Opi, un pacchetto di soluzioni non tutte ugualmente utili;
· con Dexia-Crediop, un allungamento dei mutui e swap al 2047, con un tasso fisso crescente con notevole spostamento futuro dell’onere del debito”.
Veniva quindi posta l’opportunità di analizzare i contratti in essere per valutarne costi e rischi anche sul lungo periodo mentre l’allarme raggiungeva livelli tali che a giugno 2008 veniva riportata dalla stampa l’intenzione del Sindaco Alemanno di procedere alla dichiarazione del dissesto finanziario attivando la procedura prevista dal TUEL.
Ma, a questo punto la vicenda prende tutta un’altra piega. In fretta e furia, il 25 giugno 2008 con il Decreto Legge n.112 vengono varate le disposizioni urgenti per Roma capitale che prevedono :
· il commissariamento straordinario della situazione finanziaria del Comune e delle società da esso partecipate, affidato al Sindaco Alemanno;
· la gestione, con bilancio separato rispetto alla gestione ordinaria di tutte le obbligazioni assunte alla data del 28 aprile 2008;
· il piano di rientro entro il settembre 2008, ovvero entro altro termine indicato dal Presidente del Consiglio dei Ministri;
· l’apertura di una apposita contabilità speciale per l’individuazione delle coperture finanziarie necessarie al ripiano;
· l’inibizione alla procedura di deliberazione di dissesto per la durata del regime commissariale;
· la proroga di sei mesi dei termini per l’approvazione del bilancio consuntivo 2007 e
preventivo 2008
· l’anticipazione di 500 milioni di euro della Cassa Depositi e Prestiti a valere sui
primi futuri trasferimenti statali.
Così, da questo momento in poi, le vicende del bilancio del Comune, indissolutamente legate aIl’enorme debito pregresso, si snodano praticamente in deroga alla legislazione vigente sui vincoli di contabilità pubblica e , camuffate dallo speciale assetto di Roma Capitale , cominciano a tracciare un proprio specifico e surreale cammino.
Il 18 dicembre 2008, tramite uno stanziamento del Fondo Aree sottoutilizzate , il CIPE per ripianare disavanzi anche di spesa corrente delibera un contributo annuo di 500 milioni di euro , a decorrere dall’anno 2010, riservato prioritariamente a Roma Capitale”.
Ma il fondo non trova copertura e in compenso con la legge finanziaria 2010, vengono attribuiti al Comune di Roma , quote di fondi appositamente creati mediante trasferimento di immobili del Ministero della Difesa, con anticipazioni del Tesoro per 500 milioni di euro.
Intanto il bilancio preventivo 2010 non può essere approvato. La data dell’approvazione viene rinviata alla nomina di un nuovo commissario, concomitante con l’approvazione del DDL di conversione del D.L. 2/2010 sulla finanza locale e con la manovra finanziaria di giugno.
Ma è di venerdì scorso l’appello accorato del Sindaco, che dopo aver annunciato sul sito del Comune la conferenza stampa sul “bilancio alla svolta” , viste ancora una volta disattese le promesse anticipazioni dei fondi, sbotta:
“ Dico all’opposizione di chiedere al governo di intervenire, anziché continuare a fare polemiche pretestuose su una situazione drammatica che loro stessi hanno lasciato”.
Che la situazione fosse drammatica, anche se incredibilmente silenziata dalla Giunta Capitolina, dalla stampa e dalla stessa opposizione ( che negli ultimi anni non ci risulta aver mai chiesto un dibattito in aula né una riunione in commissione bilancio ) l’avevamo capito da tempo. Adesso, dopo i tanti stop and go, arriva anche la conferma dal Sindaco.
Che ci fosse una ferrea consegna del silenzio l’abbiamo verificato e subìto in tutti questi mesi presso il Gabinetto del Sindaco, le segreterie del Ragioniere Generale e dell’Assessore al Bilancio che alla nostre sollecitazioni relative alla richiesta di accesso agli atti sui contratti derivati hanno opposto uno stralunato e palesemente imbarazzato depistamento e rimpallo di responsabilità tra una sede e l’altra, nel preavviso di una lettera di risposta mai pervenuta. Alla fine l’unica traccia che ne rimane , è la segnalazione , da parte del Vice Ragioniere Generale, sui costi delle fotocopie eventualmente richieste.
Non sfuggono alle nostre Associazioni di Utenti e Consumatori le difficoltà e rischi di un rilevante debito pubblico statale e locale , innestato su una crisi produttiva che rischia di destabilizzare tutti i parametri di tenuta economica e sociale del paese. Ma proprio per questo riteniamo che i cittadini che pagano il conto delle Pubbliche Amministrazioni, debbano essere messi in condizione di sapere quanto, per che cosa e chi stanno pagando.
Decenni di “finanza creativa”, di cartolarizzioni finite nel nulla contabile, di esattori truffaldini, di sprechi , di inefficienze, di clientele, di corruttele mai adeguatamente controllati , corretti e repressi hanno eroso il patrimonio di fiducia spendibile della pubblica amministrazione.
Nel farci interpreti di questo diffuso sentimento , invitiamo il Sindaco di Roma a non sottrarsi al dovuto rilascio degli atti richiesti. Glielo chiediamo nel suo stesso interesse, poiché una conoscenza partecipata e più approfondita sullo stato dell’indebitamento “storico”, può alleggerirlo di responsabilità non solo a lui riconducibili e può concorrere a trovare, nella trasparenza, soluzioni maggiormente motivate, efficaci e condivise.
D’altra parte, è questa la strada individuata da altri Comuni a cominciare dal Comune di Milano.
Qualora anche quest’ultimo invito risultasse disatteso , l’Associazione Nazionale Antigene, d’intesa con Federconsumatori , ha già deliberato il rinnovo del procedimento di accesso agli atti e tutte le iniziative conseguenti nel caso di recidivo diniego. Saranno redatti contestualmente i dovuti inviti al Presidente e ai membri della Commissione Consigliare sulla Trasparenza affinché atti dovuti a rappresentanze di interessi rilevanti e diffusi non siano ulteriormente negati e affinché tutti i bilanci dell’Ente, che da tempo dovrebbero essere pubblicati sul sito, non siano ulteriormente oscurati.
Sugli sviluppi della vicenda terremo costantemente informati i nostri associati e cercheremo di darne la più ampia comunicazione attraverso il nostro sito e lo sviluppo della rete di informazioni ed iniziative con tutte le redazioni locali , i blog e le associazioni di cittadini presenti nel territorio.
Chiediamo alla stampa di affiancarsi a questo urgente e dovuto obbligo di informazione.
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